PD: Menosso su pdl residenza 15 anni in FVG per welfare
(ACON) Trieste, 23 lug - COM/MPB - Annamaria Menosso (PD), con
una lunga nota, riprende il tema della proposta di legge, primo
firmatario Narduzzi (LN), che porta modifiche legislative a
sostegno dei soggetti che risiedono o prestano attività
lavorativa in regione da almeno quindici anni, legando l'accesso
ad alcuni servizi sociali agli anni di residenza in Friuli
Venezia Giulia e in Italia.
La consigliera, richiamando il proprio intervento in III
Commissione, evidenzia l'importanza di svolgere audizioni prima
di procedere all'analisi del provvedimento, mentre il dibattito
in Commissione è uno strumento indispensabile per legiferare con
maggior cognizione. E, pur dando atto al capogruppo della Lega
Narduzzi della validità, fra le proposte di modifica
preannunciate, di legare il FAP - Fondo per l'autonomia possibile
- alla sola residenza togliendo qualsiasi riferimento al numero
degli anni, stigmatizza la discriminante degli anni per quanto
riguarda i servizi per la prima infanzia, il trasporto
scolastico, gli assegni di studio, la Carta Famiglia.
Incomprensibili atteggiamenti di discriminazione nei riguardai
dei bambini - scrive la Menosso che afferma: "abbiamo sempre
sostenuto che i bambini non possono essere responsabili per i
genitori, che almeno al momento della nascita tutti devono avere
le stesse opportunità e possibilità. Invece con questa norma si
va a incidere sulle loro opportunità creando differenze profonde.
La richiesta di sentire la Conferenza dei Sindaci e la Conferenza
di programmazione di Codroipo nasce dalla necessità di verificare
con i diretti interessati all'applicazione della norma anche la
sua ricaduta sul territorio. Già con l'emendamento 9 bis
presentato direttamente in Aula sulle variazioni di bilancio
appena approvate, si è di fatto tolto uno strumento validissimo e
una possibilità di coinvolgimento della Conferenza nelle
decisioni importanti in campo sociale e sociosanitario passando
dall'intesa al parere. Non ascoltare la Conferenza vorrebbe dire
annullare ogni sua funzione.
Non meno importanti - insiste la vicepresidente del Consiglio -
sono i Sindaci, a contatto diretto con la popolazione. Come si fa
a spiegare di fronte a persone con bisogni uguali, che si può
intervenire a favore di uno piuttosto che a favore di un altro,
con la discriminante della residenza? Come si può solo pensare di
abbandonare qualcuno a se stesso, solo perché non residente da un
numero sufficiente di anni? - si chiede l'esponente del PD
indicando le difficoltà di Ambiti per la programmazione
socio-assistenziale e Distretti per quella sanitaria ad applicare
una simile norma qualora venisse approvata, posto che tutta la
programmazione degli ambiti è tesa a uniformare i provvedimenti
su diversi territori comunali per non creare diversità,
differenze fra persone che presentano le stesse difficoltà o
necessità.
Sono poi state create - avverte la consigliera - false paure
circa le ATER sostenendo che quasi tutti gli alloggi andavano a
favore di stranieri. Cifre false, dice la Menosso, poiché dati
alla mano le percentuali di assegnatari stranieri sono veramente
ridicole (ad esempio 0,68% nella provincia di Gorizia), mentre il
totale delle case assegnate da tutte le ATER della regione è pari
al 3,02% dell'intero patrimonio di edilizia pubblica
residenziale.
Oltre a Ambiti, Distretti e Ater, bisogna ascoltare anche Ufficio
scolastico regionale, e i vari istituti del territorio che
vedrebbero manifestarsi all'interno gli effetti di questa norma,
se venisse approvata. La scuola, che dovrebbe essere il primo
esempio di uguaglianza fra tutti i ragazzi, diventerebbe il primo
stadio di una serie di innumerevoli disuguaglianze.
Diventa inoltre opportuno ascoltare anche le associazioni degli
immigrati e dei nostri emigrati - aggiunge Menosso ricordando che
alcuni anni fa i nostri emigrati che si trovavano in stato di
difficoltà economica sono stati aiutati a rientrare e a trovare
casa, lavoro, un sostegno al reddito. Come la mettiamo se questa
norma entra in vigore? sottolinea indicando la contraddizione.
E poi ricorda che il programma 2009 della Giunta
sull'immigrazione indica quali capisaldi casa, istruzione e
sociale, mentre si afferma che la nuova legge sull'immigrazione
deve essere rivolta a favorire la piena integrazione dei
cittadini immigrati extra-comunitari. Però - aggiunge - si
propone una legge che toglie agli immigrati che non hanno un
numero sufficiente di anni di residenza la possibilità di
affrontare le difficoltà che la vita quotidiana riserva in
particolare in questo momento di generale difficoltà.
I bisogni sono bisogni, da chiunque siano essi espressi -
conclude, ribadendo che per avere un quadro completo della
situazione è importante aprire le audizioni e ascoltare.