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II Comm: audizioni su pdl coesistenza agricolture

07.10.2009
16:03
(ACON) Trieste, 07 ott - MPB - La proposta di legge contenente disposizioni per la coesistenza fra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica, di iniziativa dei consiglieri Giorgio Venier Romano (UDC), Paolo Ciani e Roberto Marin (PdL) e Roberto Asquini (Misto) è stata al centro delle audizioni della II Commissione consiliare, presieduta da Maurizio Franz (LN), presente l'assessore alle risorse agricole Claudio Violino, con la convocazione di rappresentanti delle associazioni degli agricoltori e produttori, dei consumatori e ambientaliste, di organismi professionali, degli agronomi e forestali, degli agrotecnici e dei periti agrari. Presenti anche rappresentanti dell'ERSA.

Un panorama ampio di interlocutori che solo in parte sono intervenuti, lasciando comunque anche contributi scritti, sia sui contenuti dell'articolato proposto sia sul tema più generale dell'agricoltura e dei suoi indirizzi.

Di atto coraggioso da parte della Regione, buona base di partenza, hanno parlato i rappresentanti di Futuragra che hanno evidenziato come la questione sia già tema di una direttiva comunitaria e al mondo politico sia chiesto di prendere decisioni. Le metodologie OGM - hanno spiegato - vanno viste in funzione di un'agricoltura svincolata da trattamenti chimici e c'è un attento lavoro anche sulla biosicurezza degli OGM. L'Italia è l'unico Paese che inibisce la sperimentazione e la ricerca OGM, ma importa prodotti geneticamente modificati - hanno aggiunto ad avvalorare la propria posizione, sottolineando che però l'agricoltura del futuro sarà OGM perché ogni organismo vegetale muta nel tempo come pure evolvono i suoi parassiti. E poi, il modello di sviluppo non può coinvolgere gli imprenditori in un'unica direzione, in economia non c'è una sola strada da percorrere. Anche quella degli OGM, come insegnano esperienze in atto, può essere fatta da piccoli coltivatori.

E la Federazione regionale delle unioni agricoltori, evidenziando che non è possibile esimersi dal fare ricerca sul campo, ha auspicato che la Regione sulle sue proprietà, con l'Ersa, preveda anche campi sperimentali per gli OGM. La legge non è perfetta, ma è molto più cauta di quanto non si faccia già in Europa.

Di parere diverso l'Aprobio, l'associazione dei produttori biologici e biodinamici, che ha denunciato lo sfruttamento dei terreni a causa del ricorso alla chimica e la necessità di produrre in proprio semi per avere il controllo alimentare, di sviluppare istruzione e ricerca, e di investire in settori di produzioni come ortaggi e grano tenero in cui siamo deficitari, di puntare a una agricoltura ecocompatibile per i costi sociali. Introdurre coltivazioni a macchia di leopardo non va bene, il consumatore vuole qualità.

Contrarietà anche dalla Coldiretti, secondo cui le norme di principio del testo non possono regolare la coesistenza e dare un contributo risolutivo agli agricoltori: il modello di sviluppo non può certo essere coercitivo ma un indirizzo generale occorre, è stato sottolineato annotando che la nostra superficie coltivata è insufficiente e un confronto con altre realtà è una sconfitta certa.

Nettamente Contrarie alla legge anche Legambiente, WWF e Associazione italiana agricoltori biologici (AIAB), che sul testo hanno fatto pervenire una nota. Non siamo contrari ai miglioramenti di tipo genetico, ma riteniamo che la scienza debba dare indicazioni anche sulla sicurezza - ha affermato il rappresentante della Confederazione italiana agricoltori. La legge detta principi, ma è molto lacunosa in merito alla coesistenza in questa regione dove la proprietà è molto frazionata. Meglio fare prima un comitato tecnico scientifico che predisponga un documento con i contributi più ampi per offrire alla politica elementi per scelte importanti per la vita dell'agricoltura.

Per l'associazione agricoltori Kmecka Zveza le aree periferiche e marginali sono meno interessate agli OGM e più alle peculiarità del territorio. Pensando al percorso della legge, l'auspicio è che sia rivista in un comitato tecnico scientifico e che, comunque, per aree che puntano su prodotti di nicchia sia prevista la possibilità di scegliere, non aprendo a queste colture che potrebbero svalorizzare produzioni di altro pregio.

Da parte dell'esponente del Collegio dei periti agrari, che ha posto l'accento sugli aspetti della certificazione e sulla la richiesta che viene dal mondo della distribuzione per prodotti senza OGM (OGM free), è stata evidenziata l'importanza che la norma riesca a contemperare gli interessi e che il comitato sia davvero espressione del mondo tecnico e scientifico. L'invito infine a continuare con la ricerca, valorizzando tutti i centri presenti nella regione.

Successivamente sono intervenuti i consiglieri Ciani e Santin (PdL), Pupulin e Della Mea (PD), Tesolat e Venier Romano (UDC), Antonaz (SA-PRC), Agnola (IdV-Citt) e Asquini (Misto) per chiarimenti e approfondimenti. Infine, il presidente Franz, sottolineando la delicatezza della materia sotto il profilo etico, scientifico ed economico, ha assicurato l'impegno ad approfondire tutti gli aspetti, sia sulle tematiche agrarie che del modello di sviluppo ecosostenibile nel suo complesso.

(immagini tv)