CR: Finanziaria 2010, relatore maggioranza Valenti (8)
(ACON) Trieste, 15 dic - DT - Questa relazione non può che
iniziare ricordando la congiuntura negativa nella quale ci
troviamo, è la più forte recessione dal Dopoguerra. Parla così
all'Aula Gaetano Valenti, relatore di maggioranza per il Pdl
sulla Finanziaria 2010.
La forte propensione all'esportazione ci ha messo maggiormente in
difficoltà rispetto alle altre regioni forti nordorientali. Così
la recessione, con tutto ciò che ne deriva, ha portato nel 2009 a
una forte riduzione della crescita economica, con un tasso
negativo del PIL del 4,6%. Tutto ciò non poteva non ripercuotersi
nella perdita di posti di lavoro e in un gettito fiscale che
segna un meno 10%.
Tutto questo ha dato la spinta per una nuova politica delle
entrate, che ci ha visto impegnati a far confluire in regione le
ritenute d'imposta del pubblico e privato che prima non lo erano.
Una partita di giro che vale 110 milioni di euro, aggiungendo i
dipendenti della scuola, delle forze dell'ordine, dei ministeri e
Agenzie fiscali, della magistratura.
A lavori in corso un'ulteriore sorpresa, la diminuzione
dell'acconto d'imposta di novembre che differisce al 2010 circa
50 milioni di euro di entrate per la Regione. Per questo, per
attenuare la contrazione delle entrate, viste le spese di
investimento del bilancio 2009, l'ammontare del debito è
aumentato di 112 milioni rispetto all'anno scorso raggiungendo i
225 milioni di euro.
Quindi, l'ammontare delle risorse regionali (al netto delle
risorse vincolate) disponibili per il 2010 risulta pari a poco
più di 4.390 milioni di euro (erano 4.590 nel 2009).
In uno scenario di crisi e con il decremento importante delle
entrate si è scelto prioritariamente di mettere in sicurezza la
sanità, liberando risorse superiori del 2% rispetto a quelle
dell'anno precedente, garantendo adeguati finanziamenti
all'edilizia sanitaria e al rinnovo delle attrezzature con 72
milioni in conto capitale e 16,2 milioni di leasing. Senza
dimenticare i 90 milioni per il nuovo ospedale di Pordenone.
Confermato l'impegno a favore delle politiche per la famiglia e
della protezione sociale: 17 milioni per la Carta famiglia,
ulteriori 15 milioni per gli asili nido (destinati a finanziare i
Comuni e a coprire i contributi erogati alle famiglie per
l'abbattimento delle rette), c'è poi - in accordo con la
presidenza del Consiglio dei ministri - una nuova linea di spesa
in favore delle famiglie numerose con 4 o più figli, mentre per
la protezione sociale ci sono 12 milioni di euro in più a
sostegno delle disabilità, il Fondo di solidarietà (ex Fondo per
la povertà) è stato implementato con 4 milioni di euro e altri
4,6 milioni sono stati aggiunti per abbattere le rette delle case
di riposo.
Si afferma poi l'importanza strategica delle infrastrutture,
confermando il Piano finanziario del 2009 implementato con 14
milioni per un totale di 147 milioni: garantite le risorse per il
trasporto pubblico locale (122 milioni) ed è previsto pure un
finanziamento straordinario di 3 milioni per il miglioramento dei
collegamenti ferroviari per Roma e Milano.
Continua la politica di sostegno al mondo del lavoro, con
particolare attenzione a chi è temporaneamente privo di
occupazione; a questo riguardo viene attivato un nuovo
finanziamento di 2,5 milioni per i lavori di pubblica utilità e
si rifinanzia il pacchetto anticrisi con 12,4 milioni.
Per quel che concerne l'università, per il 2010 è stato
salvaguardato il trend storico. Parliamo di 5,242 milioni con
ulteriori 16,6 per gli investimenti. Previsti minori contributi
(come quelli del 2008, in pratica) per i consorzi universitari di
Gorizia e Pordenone. Per il diritto allo studio, con l'intervento
regionale di 9,12 milioni più quello statale, c'è un incremento
rispetto al 2009 del 7% (in tutto 16,9 milioni).
Attività produttive. Qui ogni intervento si realizza attraverso
gli strumenti già predisposti dalla legge anticrisi: viene di
fatto ampliata la potenzialità di intervento dei Fondi di
rotazione e rifinanziato il Fondo artigianato a sostegno delle
aziende in crisi, si congelano per un anno le rate di rientro ai
Fondi di rotazione, si garantiscono 5 milioni di incentivi alle
imprese tramite le Camere di commercio e 10 milioni al Fondo di
investimento territoriale, oltre ai 13,5 per la ricerca applicata
all'innovazione tecnologica e ai 9 destinati al Fondo sviluppo
delle PMI.
Data la sensibile contrazione delle risorse (bilanciata però
dall'imminente attivazione dei bandi UE), il turismo viene
finanziato con 4,9 milioni per progetti mirati di promozione
turistica e con 4,8 per la promozione integrata del sistema
economico regionale.
Alcune norme tendono invece a razionalizzare il settore, è il
caso del sistema fieristico regionale, la cui cabina di regia
nella gestione dei finanziamenti viene avocata alla Direzione
attività produttive, mentre a coordinare le Pro Loco sarà la
Turismo FVG.
Per l'ambiente e i lavori pubblici vengono stanziati più di 4
milioni per opere idrauliche e per gli alvei dei corsi d'acqua,
smobilizzati i fondi del terremoto per 1,5 milioni a favore dei
centri storici rientranti nelle zone colpite dal sisma, si
istituisce il Fondo manutenzioni ordinarie a favore delle ATER
dotandolo di 6 milioni. Ancora: ci sono 6 milioni per interventi
pubblici nei centri minori, borghi rurali e piazze, un milione
per il potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili, e 4 per
gli interventi di manutenzione straordinaria sulla prima casa
(messa a norma degli impianti e risparmio energetico).
Anche gli Enti locali, in virtù delle quote di compartecipazione
sulle entrate dello Stato, si sono trovati 36 milioni in meno: a
ogni modo sono rimasti inalterati il Fondo ordinario spettante ai
Comuni, gli stanziamenti per la copertura degli oneri relativi al
comparto unico e l'incentivazione per l'esercizio associato di
funzioni. In più, per venire incontro proprio al sistema delle
Autonomie locali, nel 2010 si elimina la compartecipazione al
conguaglio negativo per le minori entrate.
Se queste sono state le priorità, c'è chi ha dovuto subire dei
tagli, anche dolorosi. E' il caso delle attività ricreative e
sportive (anche se si sono mantenuti gli investimenti per
l'impiantistica sportiva e vengono garantiti i contributi per le
manifestazioni ad alto livello) e dell'agricoltura (in questo
caso messi in sicurezza i finanziamenti del Piano di sviluppo
rurale 2007-2013, più di 8 milioni, si è rifinanziato il Fondo di
rotazione specifico per 1 milione, 6 i milioni per le opere di
bonifica, incrementati di 4 milioni i trasferimenti all'ERSA,
iscritto il finanziamento statale di 4 milioni per la promozione
del Friulano).
Tagli infine pure a istruzione, formazione e cultura, dove il
finanziamento è passato dai 129,8 milioni del 2009 agli 86,4 di
questa Finanziaria. La scelta fatta è stata quella di
salvaguardare l'istruzione e il diritto allo studio mantenendo
invariate le risorse; a pagare di più è stata la cultura, con
tagli del 25% ai teatri e del 10% agli enti partecipati dalla
Regione, mentre per le tabelle si prevede un possibile recupero
negli importi.
(segue)