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CR: approvata mozione su compensazione Comuni per ICI (7)

15.12.2009
14:00
(ACON) Trieste, 15 dic - DT - E' passata con 46 sì e due voti di astensione la mozione sulle compensazioni ai Comuni per i minori introiti dovuti alla cancellazione dell'ICI.

Ed è stato approvato - con 44 sì - anche l'ordine del giorno a firma Sasco (UDC), Narduzzi (LN), Galasso (Pdl) e Asquini (Misto) che impegna la Giunta a chiedere al Governo, in sede di assestamento di bilancio, la possibilità di attribuire ai Comuni una compensazione corrispondente alle loro attese.

E' stata l'assessore alle Autonomie locali Federica Seganti a voler intervenire per prima nel dibattito, per riepilogare i dati del 2008 e del 2009 sui trasferimenti dello Stato al sistema delle Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia. Nel 2008 l'accertato complessivo che lo Stato ci doveva era pari a 70 milioni; viceversa il Governo, tra primo, secondo acconto e saldo, ha incamerato 67 milioni. Ci spettano quindi ancora 3 milioni. Nel 2009 i fondi assegnati da Roma come prima tranche sono stati 35 milioni e 200 mila euro, mentre proprio la scorsa settimana sono entrati nelle casse della Regione altri 20,2 milioni. Di fatto, nel 2009 tra primo e secondo acconto arriveremo a 55 milioni e quindi a saldo dovremmo ottenere ancora 15 milioni. In teoria, quindi, dovremmo vantare un credito totale di 18 milioni.

C'è comunque, ha spiegato ancora l'assessore, un emendamento inserito nella Finanziaria nazionale che riguarda i mancati introiti ICI per il 2008 e il 2009: si tratterebbe di una cifra che ci soddisfa abbastanza rispetto a quanto lo Stato ci deve. Ad ogni modo, ha suggerito, sarebbe importante che nella mozione si facesse cenno anche all'efficienza della nostra Regione nella riscossione delle imposte sul territorio (e difatti un emendamento ha raccolto la precisazione dell'assessore).

Forse l'ICI non è la miglior tassa che un Comune possa gestire, ha concluso la Seganti, perché in momenti di crisi è incentivato a rivolgersi al territorio per fare cassa. Altre imposte invece potrebbero essere più utili a calibrare le esigenze del sistema impositivo con quelle del buon governo.

Tra i consiglieri è intervenuto Edoardo Sasco (UDC). Fin dall'inizio avevamo espresso forti perplessità sul taglio dell'ICI, perché non erano state individuate sufficienti garanzie nei confronti delle amministrazioni comunali. Da un lato, dunque, non possiamo essere sordi nei confronti di questi lamenti, dall'altro teniamo presente che c'è una grossa difficoltà finanziaria, tutti devono fare la loro parte. Pertanto dobbiamo essere realisti su quello che si può fare sul serio.

Per Annamaria Menosso (PD), quando è stata tolta l'imposta comunale sugli immobili non è stata valutata appieno la sua ricaduta sugli enti locali. L'ICI era una tassa che permetteva ai Comuni di decidere anche quanto e come dare più servizi. Oggi questa autonomia impositiva è stata limitata, con un'enorme difficoltà da parte delle amministrazioni locali a pareggiare i bilanci. E' fondamentale che questi trasferimenti statali arrivino.

A concludere il dibattito Gianfranco Moretton (PD), secondo il quale la mozione vuole proprio mettere in evidenza come sia indilazionabile il progetto di riforma delle Autonomie locali, un provvedimento che deve essere portato avanti per dare ai sindaci quelle certezze di normativa e di fiscalità che oggi non hanno. Senza certezza di bilancio non si fa funzionare la macchina municipale e nemmeno si assicurano i servizi essenziali al cittadino. I Comuni non sono più nella condizione di progettare un'azione di sviluppo per il loro territorio, e questo perché lo Stato non tiene fede agli impegni presi.

(segue)