III Comm: sanità, ass. Kosic e Garlatti e consiglieri (2)
(ACON) Trieste, 16 feb - DT - Non ci sarà un altro Piano ma solo
alcune esplicitazioni. Lo ha ribadito l'assessore alla Salute
Vladimir Kosic davanti alla III Commissione ricordando poi come
il Piano non sia interamente sostitutivo del precedente, su
alcuni temi specifici (come la prevenzione e la sicurezza sul
lavoro) rimane vigente quello che c'è già. In questi anni abbiamo
spostato molte risorse sul territorio, eppure abbiamo registrato
una crescita esponenziale nella difficoltà a intercettare i
bisogni. E poi: l'aumento del personale dal 2007 al 2009 è stato
costante, nel 2007 di 316 unità, di 311 nel 2008 e di 415 nel
2009.
Dati e numeri specificati dall'assessore al Personale Andrea
Garlatti. Nel 1994 erano 9.151 i posti letto, 288 mila i
ricoveri, e 19.555 le unità di personale: a fine 2008 i posti
letto erano 5.337, i ricoveri 207 mila, costanti le prestazioni
ambulatoriali (dai 17 milioni di quindici anni fa ai 17 milioni
394 mila del 2008), e un personale pari a 20.191 nel 2008. Un
incremento di un migliaio di unità, dunque. Scopo della norma in
Finanziaria non è di bloccare le assunzioni, piuttosto è stato
spostato il livello di autonomia: esiste un automatismo sulla
possibilità di assumere da parte delle Aziende fino a una certa
percentuale, il 40%, oltre c'è la regia centrale della Direzione
della Salute. E un tanto per garantire l'equa distribuzione sul
territorio delle risorse umane.
Infine, gli interventi dei consiglieri. Per Franco Dal Mas (Pdl)
bisogna osare perché la riforma sociosanitaria è necessaria, il
sistema deve avere il governo della spesa, guai a rimanere sulle
barricate, politica e sindacati, in un momento così difficile.
Secondo Sergio Lupieri (PD) la norma sul personale della
Finanziaria penalizza fortemente la sanità regionale. Serve il
quadro della pianta organica del personale, capire quanti sono
andati in pensione, quanti part-time, quanti non sono idonei, non
basta il numero delle immissioni.
I numeri portati da Garlatti non reggono, ha sostenuto Stefano
Pustetto (SA-SEL), è cambiata la complessità dell'intervento sul
paziente, la sanità non va interpreta in termini ragionieristici.
Scarichiamo sul direttore generale responsabilità che
appartengono alla politica, alla Direzione.
(immagini tv)
(segue)