III Comm: esaurito dibattito su modifiche norme famiglia
(ACON) Trieste, 10 mar - DT - Discussione generale in III
Commissione consiliare (presidente Giorgio Venier Romano, UDC)
sul disegno di legge della Giunta che va a modificare il sistema
dei servizi per la prima infanzia e la Carta famiglia.
Ad aprire il dibattito Annamaria Menosso (PD), che ha ricordato
come nella passata legislatura si era voluto offrire un aiuto
concreto ai genitori, mentre ora l'eliminazione di un elemento
che era di inclusione e universalità come la genitorialità a
favore della famiglia intesa in senso stretto limiterà gli
effetti del provvedimento. Serve inoltre una più forte
programmazione con i Comuni e i distretti sociosanitari.
Attenzione al requisito della residenza: l'anno è il discrimine
oltre il quale non si può andare.
Puntuali le critiche al provvedimento di Franco Codega, PD. Basta
l'autocertificazione perché una struttura possa partire: ci
sembra azzardato, si tratta di una deregulation, e così è sul
fronte delle competenze del personale. In questo modo vengono
depotenziate le garanzie di professionalità dei servizi. Per
quanto concerne il concetto di famiglia, forse sarebbe più giusto
discutere di nucleo familiare. Il matrimonio deve rimanere una
scelta individuale.
Mi piacerebbe che la Regione si dotasse di una norma sulla
persona, ha sostenuto Franco Dal Mas, del Pdl. Il sistema sociale
sia rivolto ai cittadini del Friuli Venezia Giulia, porre
l'accento su una famiglia così come intesa dalla Costituzione è
cosa vecchia, non più rappresentativa della società moderna. E
visto che le risorse sono poche, è chiaro che vanno solo lì.
Invito pertanto l'assessore a considerare un sistema integrato di
interventi che ponga in primo piano l'individuo.
La necessità di orientare certi istituti, la ridefinizione di
standard organizzativi, ha aggiunto Sergio Lupieri del PD, e la
semplificazione delle procedure per l'apertura di asili nido,
tutto ciò è condivisibile. Ma in questo disegno di legge viene
data la priorità a chi è sposato, questa legge lascia fuori
moltissime coppie. Ogni ragionamento sul sistema sociale di
questa maggioranza è indirizzato più sull'esclusione che
sull'inclusione.
L'assessore deve rappresentare tutte le famiglie, mi sembra
invece che con questa norma si riportino le lancette
dell'orologio indietro, è stato il commento di Stefano Pustetto
(SA-SEL). Togliamolo questo passaggio, sembra che vogliamo
costringere le coppie a sposarsi per poter beneficiare dei
contributi. La sburocratizzazione va bene, ma non dobbiamo
correre il rischio di avere strutture inadeguate e persone
impreparate.
Argomenti ripresi anche da Piero Colussi, dei Cittadini. Gli
obiettivi (la semplificazione, il miglioramento dell'offerta)
sono condivisibili - ha annotato - eppure temiamo che questa
deregulation abbassi eccessivamente la qualità dei servizi
erogati (come accadrà sui titoli di studio degli operatori), e
c'è la questione l'avvio delle nuove strutture, serviranno dei
controlli. Al centro dell'azione deve rimanere il servizio
pubblico, nulla in contrario sulla sussidiarietà, ma la garanzia
della qualità la dà il pubblico.
L'attenzione del legislatore deve nascere dai bisogni del
soggetto, la vera discriminante è la condizione economica non il
modello di famiglia o la residenzialità, ha sostenuto Enio
Agnola, di Idv. Vanno riformulati questi aspetti nel progetto di
legge. Via libera alla semplificazione a patto che i controlli
vengano effettuati in tempi brevi.
Abbiamo ritenuto che l'impianto normativo avviato nel 2005 avesse
bisogno di una correzione di rotta, ha dichiarato l'assessore
alle Politiche per la famiglia Roberto Molinaro. Che non vuol
dire annullare quanto fatto, ma consentire di rimuovere alcuni
vincoli che hanno rallentato un procedimento di crescita dei
servizi per l'infanzia in Friuli Venezia Giulia. I titoli studio
abrogati? Non è che tutti i servizi integrativi debbano possedere
gli stessi requisiti, e comunque verrà attenuata quella
cancellazione. Nessuna volontà di deregulation, quindi, né di non
proseguire un percorso di qualità.
Una volta adeguata la presenza degli asili nido sul territorio -
ha aggiunto Molinaro - l'obiettivo è di spostare la contribuzione
dal sostegno al funzionamento alla risorsa che può utilizzare
direttamente la famiglia. La famiglia intesa come coppia sposata
è un principio che abbiamo tradotto dalla Costituzione, che non
comporta l'esclusione, i minori verranno tutelati senza
distinzione.
E comunque - ha concluso Molinaro - non possiamo puntare
unicamente sugli asili nido, servono servizi integrativi e
sperimentali per aumentare la quantità delle strutture, così come
prevede l'UE con il suo programma di riforme Lisbona 2010.
Esaurito il dibattito, l'Ufficio di presidenza ha calendarizzato
l'esame del testo per il 13 aprile.
(immagini tv)