PD: futuro Comunità montane discusso in un incontro a Faedis
(ACON) Trieste, 16 mar - COM/AB - Il futuro delle Comunità
montane è stato il tema di un incontro promosso presso il
municipio di Faedis dal Gruppo consigliare regionale del PD, su
iniziativa del vicepresidente della V Commissione consiliare
Franco Iacop e dei consiglieri Alessandro Tesini e Giorgio
Baiutti, in risposta al progetto confuso e pasticciato di riforma
dell'ordinamento istituzionale delle Autonomie locali presentato
dalla Giunta Tondo.
Ad essere colpiti dalle proposte della maggioranza di
centrodestra - sottolinea in una nota lo stesso Iacop - saranno
principalmente i territori della montagna e i piccoli comuni, che
già stanno subendo gli effetti negativi del commissariamento
delle Comunità montane.
La nomina dei commissari, oltre a portare oneri maggiori rispetto
al costo complessivo delle indennità di presidenti e Giunte delle
Comunità Montane democraticamente elette dagli amministratori
locali, non garantisce l'attuazione di politiche di sviluppo e
affossa le opportunità di mettere in pratica azioni e nuovi
investimenti per le aree di montagna.
Ne è dimostrazione il fatto che il prossimo 16 marzo scadono due
bandi comunitari legati al POR-FESR 2007-2013 "Obiettivo
competitività regionale e occupazione" e gli enti montani
commissariati sono in ritardo gravissimo nell'assumere il ruolo
di partner: il primo riguarda l'assegnazione di contributi per
interventi di ristrutturazione e recupero edilizio, mentre il
secondo è relativo agli interventi di ripristino e
riqualificazione di infrastrutture, aree pubbliche, itinerari e
percorsi attrezzati.
Così le Amministrazioni comunali interessate, come soggetti
beneficiari, sono lasciate a se stesse, senza una funzione di
guida e di regia politica che, con i precedenti bandi europei,
veniva sempre svolta dagli amministratori delle Comunità prima
del commissariamento.
La montagna, invece, deve poter contare su un organismo di
autodeterminazione che deve avere ruoli e funzioni chiari e ben
definiti, mentre gli amministratori locali devono essere dotati
di strumenti e risorse per poter gestire lo sviluppo delle aree
in maniera diretta, senza deleghe in bianco o imposizioni dal
governo regionale e provinciale.
La proposta del PD sul nuovo ordinamento istituzionale delle
autonomie afferma che ogni scelta deve essere perlomeno preceduta
da un'idea guida di quale sarà la futura riforma degli Enti
locali con una definizione compiuta di Comune, di forme
associative e enti sovracomunali, cercando di evitare
sovrapposizioni di competenze e funzioni per favorire i processi
di semplificazione, come veniva delineato dalla legge regionale
1/2006.
E' naturalmente inaccettabile il depotenziamento o la
cancellazione, di ruoli strategici attualmente in capo ai Comuni,
come si rifiuta il trasferimento di deleghe alle Province. In
gioco non è tanto il futuro delle Comunità montane quanto
piuttosto l'assetto socio-economico della montagna, già di per sé
precario e svantaggiato e sul quale permangono motivi di seria
preoccupazione per l'atteggiamento irresponsabile dell'attuale
maggioranza, lesta a disfare ma incapace di costruire.