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III-IV Comm: audizioni Ferriera Servola, gli assessori (1)

27.04.2010
16:02
(ACON) Trieste, 27 apr - DT - Una legge specifica per la Ferriera di Trieste per non trovarsi impreparati quando chiuderà, per ricollocare in tempo i 490 lavoratori, per riqualificare l'area da un punto di vista ambientale: su questi obiettivi sta lavorando la Giunta Tondo, come è emerso nell'audizione degli assessori al Lavoro Alessia Rosolen e all'Ambiente Elio De Anna dinanzi alla seduta congiunta della III e IV Commissione consiliare presiedute, rispettivamente, dal vicepresidente Sergio Lupieri (PD) e da Alessandro Colautti (Pdl). Assenti, invece, pur essendo stati invitati, gli assessori Vladimir Kosic (alla Salute) e Luca Ciriani (alle Attività produttive). Assenza stigmatizzata tanto da Lupieri che dal capogruppo del PD Gianfranco Moretton, che hanno chiesto una nuova audizione per sentire proprio i due assessori.

"Monitoriamo e teniamo sotto controllo la Ferriera, ha affermato De Anna. Tanto che per la prima volta, assieme all'ASS, si è pensato a uno studio epidemiologico sulle ripercussioni del benzoapirene, in particolar modo nella sua incidenza sui tumori al polmone: la responsabilità di questo idrocarburo c'è, se parzialmente o totalmente va dimostrata.

Ma soprattutto, ha annunciato De Anna, la Regione andrà avanti, senza attendere la pronuncia del TAR sul ricorso avanzato dalla proprietà, la Lucchini-Severstal, in merito al riesame dell'AIA, l'autorizzazione integrata ambientale". Una richiesta, questa, avanzata dal Comune di Trieste che la Regione ha accolto. "Riteniamo di dare un'accelerata alla verifica e revisione dell'AIA - ha spiegato De Anna - convocheremo una Conferenza dei servizi preparatoria con la Provincia e il Comune di Trieste, l'ARPA e l'Azienda per i servizi territoriali: quando la sentenza ci sarà, noi avremo già stabilito la nostra azione. La volontà politica, ha aggiunto, è di giungere alla riconversione con un protocollo d'intesa. E sullo sviluppo dell'area, il mio sforzo - ha concluso De Anna - è che in quel protocollo ci sia la centrale di cogenerazione, ci sia il polo per la produzione delle funi, e non ci sia la Ferriera. A ogni modo, sull'AIA chi mi ha preceduto non operato scelte superficiali".

"Finora si è vissuti di emergenze, una strada non più perseguibile se si vuole immaginare il futuro di quella zona", ha affermato aprendo il suo articolato intervento l'assessore Rosolen, che ha ricordato l'istituzione di tre tavoli (con le forze sociali, gli enti locali e le parti datoriali) che serviranno a programmare i tempi della riconversione, anticipare tutta una serie di interventi il giorno in cui lo stabilimento verrà chiuso, coinvolgere tutti gli attori in un percorso occupazionale condiviso.

"L'idea è di arrivare a una legge regionale specifica sulla riconversione con l'individuazione di fondi per supportare questo processo. Norma che verrà costruita da un comitato ristretto che riceverà le indicazioni dai tre tavoli voluti dalla Regione, che riguardano il programma di riconversione professionale e occupazione (guidato dalla Direzione Lavoro), le bonifiche (con a capo l'Amministrazione provinciale assieme agli assessori regionali De Anna a Savino), e lo sviluppo di nuovi insediamenti produttivi (c'è il Comune di Trieste con gli assessori regionali Savino e Ciriani). Tutto per giungere con lo Stato a un accordo quadro in cui venga stabilito un cronoprogramma operativo e gli investimenti, che dovranno essere regionali e statali, in previsione, nel 2015, della cessazione delle attività della Lucchini-Severstal.

"E se vogliamo - ha sottolineato - che nessuno esca sconfitto, la riqualificazione professionale deve essere anticipata rispetto alla chiusura, la sua data certa ci permetterà di spalmare in 5-6 anni tipo e quantità di misure a favore dei lavoratori. Dobbiamo assumerci in anticipo la riqualificazione - ha ricordato la Rosolen - accompagnare chi verrà espulso in un percorso che veda l'utilizzo delle risorse anche del Fondo sociale europeo. L'anticipazione del programma di formazione ci permetterà di far partire subito quello che verrà individuato dal tavolo gestito dal Comune. La Regione, da parte sua, dovrà fare in modo di integrare il reddito, far incrociare, magari con una task force, lo sviluppo di altri insediamenti produttivi con chi è in esubero. E poi dobbiamo incentivare le assunzioni, mentre per permettere a chi lascerà Servola di avere un reddito pari a quello che aveva percepito, si può immaginare l'uso dei lavori socialmente utili negli anni della mobilità e della cassa integrazione".

Ma quali sono i numeri? Su 513 lavoratori 400 sono operai e 104 impiegati, il 62% ha solo la licenza media, 17% il diploma. Una stima sui potenziali esuberi generati dalla riconversione parla di 650 unità di cui meno di 500 sono gli occupati diretti (a oggi alla Ferriera lavorano in 490 contro i 513 del 2009) e 150 provengono dall'indotto. Indotto che raccoglie 24 imprese tra fornitrici e utilizzatrici della ghisa liquida per un numero di lavoratori complessivi di poco inferiore alle 400 unità, manodopera generale semiqualificata e con una quota significativa di extracomunitari. Dei 200 occupati nelle imprese fornitrici 1/3 è destinato alla perdita del posto di lavoro, 1/3 invece verrà ricollocato internamente. Altro dato: per queste persone non ci può essere un accompagnamento veloce alla pensione, la fascia più presente è quella 35-44: con due anni di cassa integrazione e tre di mobilità a smettere di lavorare non si superano, infatti, le venti unità.

E poi c'è la Sertubi, su cui si sono ipotizzate due soluzioni, una avanzata dalla proprietà (ed è l'utilizzo della ghisa solida da portare a liquida con due nuovi forni fusori, e in questo caso la diminuzione dell'occupazione riguarderebbe 60 unità), l'altra prevedrebbe l'installazione di strutture per la fusione del rottame di ghisa, e in questo caso invece verrebbero assunti ulteriori lavoratori (una decina).

La strada, dunque, del futuro occupazionale di Trieste - ha ricapitolato la Rosolen - porta alla centrale elettrica da 400 megawatt della Lucchini-Severstal, al rigassificatore di Gas Natural, al polo mondiale per la produzione di funi d'acciaio (l'iniziativa è della Redaelli Tecna, sempre gruppo Severstal), un investimento totale da un miliardo di euro. Ma c'è anche la partita delle bonifiche e della logistica inserita nelle aree di proprietà della Lucchini, e c'è il progetto di sviluppo del porto di Trieste integrato al potenziamento del sistema portuale del Friuli Venezia Giulia (progetto Unicredit). Sullo smantellamento della stabilimento bisogna immaginare, per quanto concerne l'area demaniale della Ferriera, a un'anticipata rinuncia delle concessioni oggi in essere o alla gestione di queste aree attraverso una società terza.

(immagini tv)

(segue)