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Ballaman come Tutore a convegno integrazione minori islamici

21.05.2010
15:51
(ACON) Udine, 21 mag - DT - "Non basta conoscere l'Islam, occorre uno sforzo maggiore: bisogna comprenderlo, possedere gli strumenti giusti per evitare il pericolo che negli ambienti più fondamentalisti maturino Stati musulmani in altri Stati, com'è successo nelle periferie di Parigi". Parla a una sala gremita il presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia e Tutore pubblico dei minori Edouard Ballaman. Il tema, d'altra parte, è tanto delicato quanto attuale: l'Ufficio del Tutore, infatti, ha promosso a Udine, nella sede della Regione, una due giorni dedicata al tema dell'integrazione dei minori di origine islamica in Friuli Venezia Giulia, invitando al convegno i tutori legali volontari, i docenti di elementari, medie e superiori, assistenti sociali e pedagogisti.

In Friuli Venezia Giulia ci sono 94.976 stranieri, con una percentuale di minori del 38,9%. Nell'anno scolastico 2008/2009 gli studenti figli di genitori non italiani sono aumentati del 7%: uno ogni sei è marocchino, uno su sette è egiziano. Si tratta di alunni stranieri per modo di dire, perché quasi quattro su dieci (il 37%) sono nati in Italia e del nostro Paese si considerano cittadini. Tutto cambia, però, come dimostrano i dati dell'Ufficio del Tutore, se ci si rivolge a ragazzi figli di genitori islamici: allora si considerano musulmani nati in Italia, spesso per loro la lingua non costituisce un ostacolo, una divisione, ma certo la paura di apprendere una nuova cultura, quella italiana, rappresenta sì un pericolo, un motivo di separazione con gli altri-noi italiani, per le loro famiglie. Un disagio che si riscontra soprattutto nelle ragazze che desiderano proseguire gli studi, il che porta a frequenti strappi con la famiglia - e le tradizioni - d'origine.

Un disagio che tocca anche gli insegnanti, che non sanno come intervenire. Ecco il perché dell'iniziativa (la prima di un ciclo d'incontri in tutto il Friuli Venezia Giulia) per far acquisire una maggiore conoscenza della cultura islamica, per favorire una corretta integrazione e il reale inserimento di questi ragazzi.

"Per confrontarsi con un mondo sempre più presente è necessario diffondere la sua stessa conoscenza, ha sottolineato Ballaman. Il primo problema, per uno straniero, è la lingua, ha aggiunto. Difficoltà che ho vissuto in prima persona da insegnante di economia: perciò, quando parliamo di classi ponte, nessuno pensa a una sorta di segregazione, ma certo i ragazzi non possono venire a scuola in base all'età, debbono avere strumenti cognitivi precisi. Se poi alla grammatica ci aggiungiamo certi argomenti legati a una religione diversa, occorre tatto: non si può affrontare Dante, ad esempio, come se davanti alla cattedra si avesse uno studente italiano".

Insomma, per affrontare l'Islam, bisogna conoscerlo. A partire dalla scuola. "Ogni insegnante deve carpire, in senso positivo, la fiducia del suo studente. Se il ragazzo percepirà il suo professore come un estraneo, il rischio è che finisca nelle mani di altri soggetti, figure negative per lui,ma anche per noi italiani", ha concluso Ballaman.

Al convegno sono intervenuti la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, il giornalista e storico Andrea Sartori (che ha parlato della storia dell'Islam), la psicologa marocchina Dounia Ettaib, presidente dell'associazione Donne arabe d'Italia, che ha trattato della donna e della famiglia in alcuni Paesi islamici, dell'Islam a scuola e dell'universo culturale islamico. E' seguita una discussione cui ha partecipato anche l'imam di Milano nonché vicepresidente della Comunità religiosa islamica italiana Yahe Yahya Sergio Pallavicini.

Domani (sabato) invece, alle 9.15, aprirà i lavori Pallavicini (Islam europeo o Europa islamizzata e l'imam per la comunità islamica immigrata, i temi del suo intervento) mentre alle 10.45 sarà la volta della presentazione di casi pratici da parte della Ettaib, che dalle 11.45 fino alle 13 si confronterà con Sartori e l'imam.

(foto; immagini tv)