II Comm: audizione ass. Violino su Friulano e Doc Friuli (1)
(ACON) Trieste, 25 mag - DT - La promozione del vino Friulano e
l'ipotesi di una Doc unica per tutta la regione nell'intervento
dell'assessore alle Risorse agricole Claudio Violino, invitato in
audizione dalla II Commissione consiliare presieduta da Maurizio
Franz (LN).
Un tormentone ormai, quello sul marchio "Friulano, tipicamente
friulano" a sentire l'assessore. Che ha poi ricordato come, tra
fondi statali e regionali, per la promozione dell'ex Tocai
saranno a disposizione dieci milioni di euro. "Attualmente nelle
casse della Regione sono 4 i milioni stornati dal ministero delle
Politiche agricole. La seconda tranche, di ulteriori quattro, ci
attendiamo di ottenerla entro l'anno. A fronte di questi
finanziamenti - ha aggiunto Violino - è stato redatto un
programma di attività con varie opzioni, dalla promozione tout
court ai corsi di marketing per gli operatori, dalla ricerca per
migliorare la qualità dei vitigni dell'ex Tocai all'intervento
sui mercati.
"E' chiaro - ha precisato - che ci siamo posti alcuni obiettivi
nell'utilizzo di questo budget: innanzitutto, vorremo tentare di
utilizzare il termine friulano per valorizzazione il Tocai, ma
anche il vino del Friuli Venezia Giulia in generale e il prodotto
agroalimentare della nostra regione. D'altra parte lo prevede lo
stesso accordo di programma del 2009 con l'ex ministro Zaia.
L'idea è di far conoscere un termine che è sì vino di qualità, ma
anche sinonimo di un territorio. In questo senso, i dieci milioni
di euro sono un'occasione irripetibile.
"Secondo obiettivo, sfruttare le risorse coordinando tutto quanto
verrà organizzato e promosso sotto il cappello del Friulano
attraverso un'unica regia, quella della Regione e dell'ERSA in
particolare. Troppi enti, infatti, fanno promozione e lavorano
ognuno per conto proprio".
Per quanto riguarda la Doc Friuli, invece, sarà un comitato
tecnico ristretto a lavorarci sopra. "Il termine Friuli, a detta
di chi opera nel marketing, è sinonimo di bontà delle produzioni,
evoca situazioni positive che possono essere trasformate in un
valore aggiunto commerciale, per questo - ha aggiunto Violino -
abbiamo predisposto una bozza di disciplinare per iniziare a
discuterne, per comprendere se ai Consorzi interessi o meno avere
una Doc unica. Altrimenti, chiudiamo la partita ancora prima di
iniziarla, nessuna forzatura.
"Perché il tentativo non è di uniformare l'intera produzione
anzi, per quanto mi riguarda, le peculiarità della nostra regione
anche in termini vitivinicole vanno valorizzate. Ci sono però le
condizioni perché un nome unico possa essere un'opportunità da
prendere al volo per far conoscere il nostro vino fuori dai
confini regionali. La crisi economica ci invita a razionalizzare
l'intero sistema, è un momento importante anche per mettere a
fuoco la maturità della classe dirigente del sistema
vitivinicolo", ha concluso l'assessore. Tutte posizioni ribadite
anche dal direttore dell'ERSA Mirko Bellini.
Ma a essere ascoltati dalla Commissione sono stati pure i
Consorzi, e la novità è la posizione più morbida del Friuli
Isonzo, il più critico nei confronti della Doc unica, che ha
comunque espresso ancora dei dubbi: a oggi - si è detto - non c'è
alcun progetto concreto, non si sa quindi chi gestirà questa Doc,
con quali obiettivi, chi farà i controlli di filiera, come
funzionerà la sinergia con le altre Doc, chi si occuperà della
promozione. Un giudizio che potrebbe anche essere positivo, ma
non a scatola chiusa.
Sì convinto invece dai Consorzi Doc Friuli Latisana, Colli
orientali e Doc Friulia Annia. Il Collio e Carso e la Kmecka
zveza, l'associazione degli agricoltori sloveni, pur favorevoli,
hanno chiesto che il nome della Doc sia modificato in Friuli
Venezia Giulia (suggerimento avanzato pure dalla Legacoop) e che
si possa usare anche lo sloveno sulle etichette.
Tutti i Consorzi d'accordo sulle risorse per la promozione del
Friulano: vanno destinate soprattutto ai produttori perché
possano arrivare a conquistare nuovi mercati o a consolidare
quelli tradizionali.
E se per Coldiretti è importante non creare una confusione di
identità territoriale che oggi c'è e che è significativa anche in
termini di immagine e di vendita, CIA, Confagricoltura e
Confcooperative hanno chiesto che la nuova Doc non diventi
l'ennesimo soggetto, ma costituisca l'occasione per
razionalizzare e dare un'immagine forte e unita della realtà
vitivinicola regionale.
(immagini tv)
(segue)