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II Comm: audizione ass. Violino su Friulano e Doc Friuli (1)

25.05.2010
13:18
(ACON) Trieste, 25 mag - DT - La promozione del vino Friulano e l'ipotesi di una Doc unica per tutta la regione nell'intervento dell'assessore alle Risorse agricole Claudio Violino, invitato in audizione dalla II Commissione consiliare presieduta da Maurizio Franz (LN).

Un tormentone ormai, quello sul marchio "Friulano, tipicamente friulano" a sentire l'assessore. Che ha poi ricordato come, tra fondi statali e regionali, per la promozione dell'ex Tocai saranno a disposizione dieci milioni di euro. "Attualmente nelle casse della Regione sono 4 i milioni stornati dal ministero delle Politiche agricole. La seconda tranche, di ulteriori quattro, ci attendiamo di ottenerla entro l'anno. A fronte di questi finanziamenti - ha aggiunto Violino - è stato redatto un programma di attività con varie opzioni, dalla promozione tout court ai corsi di marketing per gli operatori, dalla ricerca per migliorare la qualità dei vitigni dell'ex Tocai all'intervento sui mercati.

"E' chiaro - ha precisato - che ci siamo posti alcuni obiettivi nell'utilizzo di questo budget: innanzitutto, vorremo tentare di utilizzare il termine friulano per valorizzazione il Tocai, ma anche il vino del Friuli Venezia Giulia in generale e il prodotto agroalimentare della nostra regione. D'altra parte lo prevede lo stesso accordo di programma del 2009 con l'ex ministro Zaia. L'idea è di far conoscere un termine che è sì vino di qualità, ma anche sinonimo di un territorio. In questo senso, i dieci milioni di euro sono un'occasione irripetibile.

"Secondo obiettivo, sfruttare le risorse coordinando tutto quanto verrà organizzato e promosso sotto il cappello del Friulano attraverso un'unica regia, quella della Regione e dell'ERSA in particolare. Troppi enti, infatti, fanno promozione e lavorano ognuno per conto proprio".

Per quanto riguarda la Doc Friuli, invece, sarà un comitato tecnico ristretto a lavorarci sopra. "Il termine Friuli, a detta di chi opera nel marketing, è sinonimo di bontà delle produzioni, evoca situazioni positive che possono essere trasformate in un valore aggiunto commerciale, per questo - ha aggiunto Violino - abbiamo predisposto una bozza di disciplinare per iniziare a discuterne, per comprendere se ai Consorzi interessi o meno avere una Doc unica. Altrimenti, chiudiamo la partita ancora prima di iniziarla, nessuna forzatura.

"Perché il tentativo non è di uniformare l'intera produzione anzi, per quanto mi riguarda, le peculiarità della nostra regione anche in termini vitivinicole vanno valorizzate. Ci sono però le condizioni perché un nome unico possa essere un'opportunità da prendere al volo per far conoscere il nostro vino fuori dai confini regionali. La crisi economica ci invita a razionalizzare l'intero sistema, è un momento importante anche per mettere a fuoco la maturità della classe dirigente del sistema vitivinicolo", ha concluso l'assessore. Tutte posizioni ribadite anche dal direttore dell'ERSA Mirko Bellini.

Ma a essere ascoltati dalla Commissione sono stati pure i Consorzi, e la novità è la posizione più morbida del Friuli Isonzo, il più critico nei confronti della Doc unica, che ha comunque espresso ancora dei dubbi: a oggi - si è detto - non c'è alcun progetto concreto, non si sa quindi chi gestirà questa Doc, con quali obiettivi, chi farà i controlli di filiera, come funzionerà la sinergia con le altre Doc, chi si occuperà della promozione. Un giudizio che potrebbe anche essere positivo, ma non a scatola chiusa.

Sì convinto invece dai Consorzi Doc Friuli Latisana, Colli orientali e Doc Friulia Annia. Il Collio e Carso e la Kmecka zveza, l'associazione degli agricoltori sloveni, pur favorevoli, hanno chiesto che il nome della Doc sia modificato in Friuli Venezia Giulia (suggerimento avanzato pure dalla Legacoop) e che si possa usare anche lo sloveno sulle etichette.

Tutti i Consorzi d'accordo sulle risorse per la promozione del Friulano: vanno destinate soprattutto ai produttori perché possano arrivare a conquistare nuovi mercati o a consolidare quelli tradizionali. E se per Coldiretti è importante non creare una confusione di identità territoriale che oggi c'è e che è significativa anche in termini di immagine e di vendita, CIA, Confagricoltura e Confcooperative hanno chiesto che la nuova Doc non diventi l'ennesimo soggetto, ma costituisca l'occasione per razionalizzare e dare un'immagine forte e unita della realtà vitivinicola regionale.

(immagini tv)

(segue)