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Consiglieri e assessore Savino ricevono delegazione tabaccai

07.06.2010
17:09
(ACON) Trieste, 07 giu - DT - "La nostra pazienza è finita, ci sono famiglie che non hanno più reddito". Hanno lanciato un appello accorato i tabaccai aderenti alla FIT ai consiglieri regionali che hanno incontrato a Trieste, nel palazzo dell'Assemblea. Ma non si sono soltanto lamentati, hanno avanzato anche delle richieste per risollevarsi da una concorrenza, soprattutto slovena, che li sta mettendo in ginocchio.

"Vorremmo riprendere il tavolo di lavoro con la Regione - ha affermato Marco Pesce, componente dell'esecutivo della FIT - e verificare la possibilità che ci venga riconosciuto l'agio compensativo, come ha fatto la Francia. Poi chiediamo un sostegno economico per l'implementazione della rete informatica che ci permette di erogare diversi servizi ai cittadini: incassiamo i ticket, l'ICI, le tasse locali, le multe. Altre Regioni, ad esempio Lombardia, Liguria e Toscana, l'hanno fatto. Infine, dobbiamo pensare a un processo di riconversione delle tabaccherie: non possiamo vivere solo di sigarette e giochi, che sono in calo così come i francobolli. Noi e le farmacie siamo gli unici negozi di quartiere rimasti, la politica non può sottovalutare questa funzione sociale".

"Non abbiamo mai chiesto niente, ora non possiamo più tirare avanti", ha sottolineato Gianni Rocco, presidente FIT di Trieste.

Infatti: dieci anni fa si vendeva un milione di chilogrammi di tabacco, oggi 200 mila. I dipendenti erano 1800, oggi siamo a quota 300 per 1200 punti vendita in Friuli Venezia Giulia (e a Trieste e Gorizia nel 2009 hanno chiuso 20 esercizi).

"La prossima settimana incontrerò il sottosegretario alle Finanze Alberto Giorgetti e discuteremo di un intervento sulle accise, questa però è una competenza dello Stato - ha affermato l'assessore alle Risorse economiche Sandra Savino. Siamo disponibili a un sostegno sotto un'altra forma, potrebbe essere destinato proprio all'implementazione dei servizi. Portate un progetto e lo esamineremo assieme".

E se per Franco Brussa, consigliere del PD, la Giunta ha il dovere di intervenire "perché la categoria contribuisce ai trasferimenti dallo Stato alla Regione, ma anche perché i tabaccai hanno pagato più di tutti il venir meno della zona franca", per Roberto Asquini, del Gruppo Misto, la crisi del tabacco è diretta conseguenza di una cattiva applicazione della norma sui carburanti. E ha anche avanzato due proposte: intervenire sulla mancata dicitura sanitaria in italiano sui pacchetti ("dobbiamo sanzionare chi detiene pacchetti chiusi e nuovi che non evidenziamo i rischi del fumo"), e l'introduzione di soglie più severe per l'importazione di stecche di sigarette.

Stefano Alunni Barbarossa, dei Cittadini, ha ricordato il suo ordine del giorno, votato anche dalla maggioranza, presentato in Finanziaria a sostegno della categoria. "Evidentemente non c'è stata alcuna assunzione di impegno da parte della Giunta", ha sottolineato.

"Non sono competenze queste della Regione, ha ribadito Antonio Pedicini, Pdl. La Regione, come ha fatto, può attivarsi nei confronti del governo ma c'è anche un problema di omogeneizzazione di accise sul fronte comunitario".

"La concorrenza sul confine italo-sloveno è tremenda, la cosiddetta rottamazione (l'accompagnamento verso l'uscita dal mercato) mi sembra un percorso complicato, bisognerebbe allargarla anche ad altri settori, l'agio compensativo è la strada corretta", ha dichiarato Gaetano Valenti, Pdl. Infine, Igor Kocijancic, della SA, ha precisato come sull'argomento vi sia un consenso trasversale e un'attenzione costante. "Ora è il Governo - ha concluso - che deve accorgersi dell'esistenza di queste nostre zone di confine".

(immagini tv)