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PD: Gabrovec, le proposte per la scuola slovena in FVG (1)

10.09.2010
12:47
(ACON) Trieste, 10 set - COM/AB - Igor Gabrovec, consigliere regionale del gruppo del PD-Slovenska skupnost, ha presentato le proposte della sua parte politica in merito alla riforma Gelmini per le scuole con lingua d'insegnamento slovena del Friuli Venezia Giulia nel corso di una conferenza stampa.

L'applicazione della riforma Gelmini sul sistema scolastico della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia rischia di alterare in maniera irreversibile il già di per se delicato equilibrio del sistema scolastico pubblico con lingua d'insegnamento slovena, che va dalle scuole materne fino alle secondarie superiori nelle province di Trieste e Gorizia, alle quale si aggiunge la scuola bilingue a San Pietro al Natisone in provincia di Udine. La riforma scolastica, come formulata, va a ridurre il livello di tutela della comunità slovena, sancito da trattati internazionali e dalla legislazione nazionale e regionale. L'inizio dell'anno scolastico pone quindi molti interrogativi sul futuro assetto della scuola slovena in Italia. La Slovenska skupnost (Unione Slovena) aveva interessato della questione anche i parlamentari europei Lojze Peterle e Herbert Dorfmann che hanno presentato già a giugno un documento congiunto.

La scuola è di fondamentale importanza per il mantenimento di una minoranza - come da sempre e giustamente ribadito dalla minoranza italiana in Slovenia e Croazia - in quanto costituisce veicolo della lingua e della cultura, per cui dell'identità di ogni popolo. Ogni azione rivolta a ridurre o addirittura eliminare le scuole della minoranza slovena, uniche per ogni indirizzo o tipo in Italia, è rivolta contro l'esistenza della minoranza stessa.

La dirigente dell'Ufficio scolastico regionale ha deciso unilateralmente e senza alcuna norma giuridica (la riforma Gelmini lascia libertà di parametri per questo tipo di scuole) di fissare un limite inferiore di alunni per le scuole slovene (mai successo in tutto il dopoguerra), accorpando classi, creando classi doppie e addirittura triple, con notevole perdita di qualità e di concorrenzialità delle scuole slovene. Nell'anno scolastico 2009/2010 la dotazione organica delle scuole con lingua di insegnamento slovena è diminuita di 10 unità, per l'anno scolastico 2010/2011 è stato, invece, confermato l'organico di diritto di quest'anno, cioè 457 posti. Tuttavia va sottolineato che l'aver lasciato lo stesso organico di diritto per le scuole slovene come l'anno passato, ma annullando ogni modifica nell'organico, di fatto significa aver messo gli insegnanti italiani contro quelli sloveni e aver instaurato una guerra fratricida tra scuole slovene che ora si rubano i posti di insegnante. Testimone di ciò è l'articolo apparso su un quotidiano locale che, citando la dirigente scolastica, pone l'indice sulle scuole slovene e su quelle di montagna, indicandole quali responsabili per le classi delle scuole italiane dove si sfora anche i 30 ragazzi.

Nonostante la previsione di legge, lo Stato non vuole riconoscere il Sindacato autonomo della scuola slovena e si è addirittura opposto in giudizio nella causa che questo ha iniziato per ottenere tale diritto. Per ovviare al problema che con il riconoscimento statale detto sindacato diverrebbe parificato a quelli maggiormente rappresentativi a livello nazionale, basterebbe riconoscerlo per le trattative e i diritti sindacali a livello regionale, come accade in Alto Adige o Valle d'Aosta, riconoscendo a un suo rappresentante il congedo sindacale con assegni. La minoranza slovena ha un suo rappresentante di diritto nel Consiglio superiore della pubblica istruzione ed è quindi assurdo che non abbia un riconoscimento per il suo sindacato scolastico, tra l'altro riconosciuto come rappresentativo dalla giunta regionale FVG e già riconosciuto in passato.

La mancanza di personale ausiliario (non docente) minaccia l'inizio dell'anno scolastico in ben tre realtà scolastiche a Dolina-San Dorligo della Valle, a Doberdob-Doberdò del Lago e a Gorizia-Gorica. In uno dei casi si tratta addirittura di una scuola tutelata dal Memorandum di Londra, cosa che sposta nuovamente l'attenzione sull'ipotesi di violazione di un trattato internazionale in materia di tutela minoritaria.

(segue)