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PD: Pupulin, nuovi regolamenti per lavori socialmente utili

22.09.2010
17:03
(ACON) Trieste, 22 set - COM/DT - Sono numerose le amministrazioni comunali che chiedono il rinnovo dei bandi per progetti di lavoro socialmente utile (in cui può essere impiegato chi è in mobilità o in cassa integrazione a zero ore). Allo stesso tempo, sostengono la necessità di poter prolungare i progetti che stanno dando buoni risultati, non lasciando a metà strada attività di grande utilità per le loro comunità.

"Due allora le esigenze cui rispondere tempestivamente, sottolinea il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin: la prima, la possibilità di andare oltre gli attuali limiti temporali (fissati in un massimo di 12 mesi) di utilizzo dei cassintegrati e delle persone in mobilità; la seconda, l'urgenza di riaprire i bandi, sospesi a gennaio 2010, visto che sono ancora disponibili oltre 2 milioni di euro destinati alla copertura di questi progetti che magari qualcuno vorrebbe trasferire ad altri capitoli.

Se non ci saranno risposte in merito, aggiunge Pupulin, il Gruppo consiliare del Partito Democratico è intenzionato ad avanzare norme specifiche nella prossima legge di manutenzione dell'ordinamento regionale (che verrà discussa dall'Aula a partire da martedì prossimo) perché diventino utilizzabili le risorse accantonate e si permetta ai Comuni di completare le opere realizzabili attraverso i progetti già avviati.

Altra partita quella che riguarda sempre i lavori di pubblica utilità ma che interessa i disoccupati senza reddito alternativo: come avevamo previsto e più volte denunciato, annota l'esponente d'opposizione, a oltre nove mesi dalla loro approvazione in Finanziaria i progetti sono ancora tutti al palo. La complessità delle procedure e l'onerosità della compartecipazione delle amministrazioni locali ai costi dei progetti hanno determinato questa condizione di stallo, proprio mentre le condizioni delle persone disoccupate si aggravano giorno per giorno.

Adesso la Giunta Tondo ha finalmente deciso di metterci mano, riducendo gli oneri a carico dei Comuni e prorogando al 20 ottobre i termini per la presentazione dei progetti. A nostro parere rimangono irrisolti comunque due nodi determinanti per la riuscita dell'operazione: il criterio dei 18 mesi minimi di disoccupazione per poter partecipare ai progetti di pubblica utilità emargina troppi lavoratori che più recentemente hanno perso il lavoro e che sarebbero pronti a impegnarsi in attività anche transitorie, in attesa di trovare soluzioni occupazionali più adeguate. Ridurre perciò a 6 mesi questo limite, annota Pupulin, permetterebbe di soddisfare necessità indifferibili e avere a disposizione personale più attrezzato per progetti che richiedono maggiori professionalità e competenze.

Poi: le procedure di affidamento dei progetti alle imprese o alle associazioni sono così rigide che non prevedono neppure margini non tanto di guadagno, ma neppure di copertura dei costi fissi. Il rischio diventa duplice: o verranno ridotti il numero e la qualità delle imprese e associazioni che intendono partecipare ai bandi promossi dalle amministrazioni locali, o si inventeranno vari tipi di sotterfugi (o evasioni) per stare dentro ai costi.

Anche in questo caso è opportuna una manutenzione straordinaria dei regolamenti, pena la pratica impossibilità di far decollare questo programma di lavori utili per le comunità locali ed ancor più indispensabili per le persone disoccupate, che corrono un forte rischio di emarginazione personale e sociale", è la conclusione del consigliere.