News


CR: ddl manutenzione, relatore minoranza Brandolin (8)

28.09.2010
15:54
(ACON) Trieste, 28 set - MPB - Il disegno di legge di manutenzione, al di là dell'intenzione di semplificare, correggere e aggiornare alcune norme in vigore, nasconde una chiara volontà di modificare norme importanti evitando il normale iter legislativo di qualsiasi legge regionale, rispolverando le omnibus di antica memoria, in contrasto con le affermazioni di "qualità legislativa della regolazione" e di "recupero di efficienza della pubblica amministrazione e semplificazione dei sistemi normativi" quali fattori di competitività e sviluppo della comunità regionale. E' il giudizio che il consigliere del PD Giorgio Brandolin, relatore di minoranza, dà del provvedimento, ricordando che il suo gruppo aveva già fatto presente nelle singole Commissioni di merito che il testo dal punto di vista formale non trovava collocazione alcuna secondo il Regolamento di funzionamento del Consiglio regionale attualmente in vigore: si è fatta diventare la IV Commissione, competente per una parte importante del disegno di legge, la sede deliberativa del provvedimento e le altre Commissioni solo sedi di parere di merito. Questo disegno di legge tratta di molte materie e norme diverse, è un calderone in cui c'è di tutto, ha insistito Brandolin secondo il quale sarebbe stato corretto optare per alcuni provvedimenti di settore da passare nelle Commissioni di competenza, mentre ora si provocherà inevitabilmente una stratificazione legislativa.

Per cui, il relatore ha ribadito la richiesta che per alcune materie si accantonino gli articoli per un riesame più approfondito, e ha indicato in particolare la necessità di stralciare alcuni articoli in materie relative a autorizzazioni, valutazioni di impatto ambientale, attività estrattive e risorse geotermiche, di per sé delicate e complesse andando a incidere pesantemente sulle modificazioni che possono intervenire sul territorio, sul suo tessuto urbanistico e sullo sviluppo economico.

Brandolin ha ricordato che la principale critica riguarda l'espropriazione dei Comuni delle loro competenze e quindi del controllo diretto del loro territorio. La precedente norma prevedeva che i Comuni fossero protagonisti nella regolazione dell'attività estrattiva attraverso i propri strumenti urbanistici, mentre ora la previsione è che, in deroga ai piani regolatori comunali, la Regione autorizzi direttamente le cave sulla base dei soli piani regionali, senza che le Amministrazioni comunali possano in alcun modo esprimersi, con il grave rischio di un uso dissennato del territorio aggravato dall'assenza degli strumenti di pianificazione regionale per almeno i prossimi due anni necessari per la predisposizione del PRAE e dei PRA.

Il relatore ha anche evidenziato come siano state assunte prese di posizione da parte dei singoli assessori che mal si conciliano con gli emendamenti presentati, e approvati dalla sola maggioranza, su diverse materie. E a esempio cita l'approvazione di una proposta che fa slittare da 3 a 6 anni il termine per la progettazione di opere da parte dei Consorzi di bonifica con dilatazione dei tempi per l'utilizzo di fondi cospicui già a disposizione, che invece dovrebbero essere impiegati urgentemente per opere pubbliche non più procrastinabili, soprattutto nell'attuale momento di crisi economica.

Infine, ha chiesto alla maggioranza di non utilizzare gli emendamenti per inserire vere e proprie riforme di settore non previste dalla logica della legge di manutenzione, e di accettare il confronto anche sulle proposte del PD partendo dal testo uscito dalla IV Commissione.

(segue)