CR: ddl manutenzione, relatore di minoranza Pustetto (7)
(ACON) Trieste, 28 set - RC - Con il disegno di legge n. 120 -
ha dichiarato il relatore di minoranza Stefano Pustetto (SA) - la
Giunta si è posta l'ambizioso obiettivo di razionalizzare il
corpus legislativo regionale, spesso di difficile applicazione a
causa del continuo sovrapporsi di norme.
Purtroppo, la maggioranza non ha saputo resistere alla tentazione
di trasformare il provvedimento in una legge omnibus. Così come è
stata presentata, una legge di manutenzione non poteva che
accogliere i consensi del mondo produttivo e imprenditoriale che
ha sempre posto l'accento sulla farraginosità normativa, ma non
credo - è il commento del consigliere - che l'obiettivo così
ambizioso del riordino sia stato raggiunto perchè, come spesso
accade, le scorciatoie non solo sono più faticose, ma spesso
conducono nel posto sbagliato.
Forse è stata fatta così di proposito, perché si volevano
inserire norme non facilmente comprensibili, ha osservato ancora
il relatore secondo il quale una legge così non è da riproporre.
Tralasciando gli articoli tecnici, Pustetto è entrato nel merito
di quelli dalle conseguenze più politiche. Ecco dove non si trova
in totale sintonia:
articoli 1 e 2: si completa la pubblicazione di atti su siti
informatici, ma se da un lato si impone un'accelerazione
all'adeguamento delle amministrazioni locali, dall'altro si
rischia di escludere dalle informazioni quei cittadini o quelle
ditte meno aggiornate dal punto di vista tecnologico;
art. 3: si propone l'eliminazione dell'auto di servizio a
disposizione degli assessori in cambio dell'utilizzo del proprio
mezzo con un rimborso chilometrico. Ma questa proposta è stata
bocciata dalla Commissione di merito con un voto trasversale;
art. 4: sono state previste delle incompatibilità del personale
del corpo forestale della Regione con una puntualità tale da
sembrare quasi essere fatta su misura;
art. 15: si consente all'albergo diffuso di offrire alcuni
servizi comuni in convenzione con altre strutture alberghiere. Da
una parte c'è chi la considera una norma condivisibile per
rendere più funzionale l'offerta turistica e valorizzare le
comunità, dall'altra chi vorrebbe fosse soppressa perché svilisce
la valenza ricettiva in chiave turistica dell'albergo diffuso.
E' poi sul Titolo IV, in particolare sulla regolamentazione
dell'attività estrattiva, che Pustetto spende le maggiori
critiche e accusa la maggioranza di modifiche forzate: "Ho
parlato di forzature perché una maggioranza che vuole discutere
seriamente una legge che tocca argomenti così delicati come
quelli dell'attività estrattiva, non li pone alla fine della
seduta di Commissione (di PRAE si è iniziato a discutere alle 8
di sera del 15 settembre). Domando: non c'era nessuna altro
momento disponibile o, più realisticamente, non si voleva
discutere in modo troppo approfondito un tema così controverso?".
art. 40: in luogo dell'espropriazione, il Comune può procedere
con variante non sostanziale agli strumenti urbanistici comunali
per ridefinire l'ambito oggetto di intervento o le norme di
attuazione. E si depotenzia ulteriormente il ruolo di controllo
del consiglio comunale, che diventa sempre più un mero
ratificatore di scelte già fatte in altra sede;
art. 47: ancora una volta, quando si dice che la Regione non è
più "tenuta ad acquisire" ma "può acquisire" il parere del Comune
in materia di VIA, si svilisce il ruolo dei Comuni e quindi dei
cittadini;
artt. 68-69: il processo di devoluzione alle Province delle
funzioni che attengono il rilascio di autorizzazioni in materia
ambientale (AIA) appare in netto contrasto con la volontà, più
volte espressa da questa maggioranza, di voler sopprimere tali
Enti che più volte hanno dimostrato gravi disfunzioni operative e
gestionali;
art. 72: anche convenendo sul rimettere mano a una legge datata
(LR 35/1986) e più volte modificata, si ribadisce la forzatura di
averla inserita in un provvedimento di manutenzione. Nel ddl,
l'attività di estrazione è subordinata a un'autorizzazione
regionale, ma anche ammettendo che gli Uffici regionali
applichino con il massimo rigore il rispetto delle norme
ambientali, di fatto si espropria il Comune, e quindi i
cittadini, del fondamentale diritto di non volere sul proprio
terreno una cava prima e una discarica poi;
art. 77: si conferma questo scippo in quanto si esplicita come,
nel momento in cui le previsioni contenute nei Programmi
regionali di attuazione del PRAE vengono approvate, diventano
immediatamente efficaci e sostitutive di quelle eventualmente
difformi contenute nei regolamenti comunali;
art. 108: sarebbe importante fissare limiti operativi alle
Aziende pubbliche di servizi alla persona vincolando la loro
operatività entro l'ambito sociale di riferimento e imponendo
loro scelte coerenti sul piano gestionale. A integrazione, si può
confidare, pur in presenza di oggettive difficoltà finanziarie,
nella definizione adeguata dell'inquadramento
giuridico-amministrativo delle ASP nel
quadro del sistema delle autonomie locali della regione.
(segue)