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Citt: Colussi, piano attività estrattive

03.02.2011
17:36
(ACON) Trieste, 3 feb - COM/AB - "Dopo 26 anni di colpevole vuoto normativo è arrivato in Aula un provvedimento di straordinaria importanza per il futuro assetto del territorio regionale. Anche perché questo vuoto normativo ha permesso, dal 1994 al 2008, l'estrazione di quasi 80 milioni di metri cubi di materiali diversi e il proliferare di cave (una settantina), tanto che un giornalista ha coniato la poco lusinghiera frase di territorio ridotto a una forma di groviera sulla quale hanno banchettato troppi topolini".

Lo afferma Piero Colussi, consigliere regionale del Cittadini, che aggiunge.

"Non c'è dubbio, poi, che la realizzazione di grandi opere quali la terza corsia dell'autostrada, la Tav, la Sequals-Gemona, avranno bisogno di enormi quantità di ghiaia. Ben venga, perciò, l'approvazione della nuova legge sulle attività estrattive e le risorse geotermiche, però è altrettanto indispensabile perseguire il miglior equilibrio tra le esigenze di tutela del territorio e quelle delle imprese che operano in questo settore così redditizio.

"E meno male che non è andato a buon fine il tentativo di inserire il provvedimento nella legge di manutenzione approvata lo scorso ottobre, poiché l'argomento è così delicato che non solo ha bisogno di approfondimenti, ma deve necessariamente raccordarsi con altri Piani in corso di redazione quali il disegno di legge sulla difesa del suolo e il Pur.

"Perciò, pur comprendendo le legittime esigenze dell'economia, non possiamo licenziare un documento che, in presenza di un quadro di riferimento generale ancora indeterminato, rischia di provocare gravi ed irreversibili squilibri nel territorio".

Queste le correzioni proposte da Colussi: - rivedere il ruolo degli Enti locali, di fatto espropriati dal processo pianificatorio decisionale; - definire tempi certi per l'adozione del Prae per non incorrere in una nuova e pericolosa fase transitoria; - affermare il principio che vieta l'estrazione di materiale dai corsi d'acqua salvo per interventi di difesa e sistemazione idraulica finalizzati al buon regime delle acque e alla loro rinaturalizzazione; - ripensare alle modifiche introdotte al regime fidejussorio in grado di assicurare la preminenza dell'interesse pubblico su quello privato.