Citt: Colussi, proposta per gli Stati generali della cultura
(ACON) Trieste, 15 giu - COM/RC - In questi giorni gli
operatori, le associazioni e le istituzioni culturali saranno
impegnati nella seconda tornata di incontri previsti dagli Stati
generali voluti dall'assessore regionale Elio De Anna al fine di
avviare un percorso per la riforma del settore dei beni e delle
attività culturali. Si tratta di un obiettivo che la maggioranza
ha clamorosamente fallito. Partendo da questo evento e con questo
presupposto, Piero Colussi, consigliere dei Cittadini, così
presenta la sua proposta:
"È necessario arrivare al più presto a un progetto di riforma del
settore della promozione culturale anche per evitare il ripetersi
di finanziare ancora una volta gli enti e le associazioni
attraverso le tanto discusse Tabelle della cultura: norme più
volte criticate dalla stessa Corte dei Conti.
"Ho parlato non casualmente di testo di legge sulla promozione
culturale in quanto è il settore che ancora non è stato riformato
diversamente da quello del cinema e dell'audiovisivo e da quello
dello spettacolo dal vivo (teatro, musica e danza).
"Infatti è bene ricordare che la scorsa legislatura (2003-2008)
si era avviata - da parte della maggioranza di allora - una
importante azione di rivisitazione e aggiornamento della
normativa preesistente in materia di attività e beni culturali.
Ci riferiamo, in particolare, alla legge regionale n. 68 del 1981
"Interventi regionali per lo sviluppo e la diffusione delle
attività culturali" - che tra l'altro proprio quest'anno compie
trent'anni - approvata dal Consiglio regionale dopo la prima
Conferenza regionale della cultura di Gorizia, voluta nel 1980
dall'allora assessore alle attività culturali Dario Barnaba. Una
legge quadro fondamentale che, successivamente, nel corso degli
anni ha subito una serie di significative modifiche come il
trasferimento di talune competenze alle Province (attività
umanistiche, lingua e cultura friulana, Università della terza
età) o come l'istituzione - nel 1999 - a opera dell'assessore
Franco Franzutti, delle famose Tabelle della cultura.
"Quest'ultima novità normativa determinò piano piano
l'ampliamento a dismisura degli organismi riconosciuti di
rilevanza regionale; a partire dal allora il numero di questi
organismi subisce un'impennata esponenziale: sono 36 nel 1999, 98
nel 2000, 135 nel 2001, 145 nel 2002, 178 nel 2003. Entrare in
tabella diviene ben presto la massima aspirazione per ogni ente e
associazione culturale della nostra regione e per ottenere questo
si mobilitano i consiglieri regionali del proprio territorio,
sensibili inevitabilmente alle esigenze dei soggetti più diversi.
"Un tentativo di freno a questa vera e propria corsa alla tabella
avverrà con l'assessore Roberto Antonaz, che riuscirà con grande
fatica a scendere a quota 78 nel 2004. A partire dal 2009 - con
la Giunta Tondo - si registra una nuova impennata che riporta gli
organismi all'attuale numero di 118, rimasto pressochè invariato
negli ultimi due anni a seguito del congelamento di questa norma
voluto dalla maggioranza.
"Quell'azione di riforma della vecchia legge 68/1981 si è
concretizzata sostanzialmente con l'approvazione, fra il 2006 e
il 2008, di due leggi di settore: la prima, la n. 21 del 2006,
che interviene nel mondo del cinema e degli audiovisivi; la
seconda, la n. 5 del 2008, introduce norme nel campo dello
spettacolo dal vivo (teatro, musica e danza). Entrambe, e ne
parlo per esperienza diretta avendo svolto la funzione di
relatore, furono approvate dopo un lungo e approfondito confronto
con le istituzioni, le associazioni e gli operatori culturali dei
diversi mondi coinvolti: un lavoro che permise di approvare in
Aula testi legislativi ampiamente condivisi dal mondo del teatro,
della musica, della danza e del cinema. Un risultato non da poco
e che andrebbe tenuto in seria considerazione.
"La legge 21/2006, in particolare, è risultata essere la prima
legge regionale quadro sul cinema in Italia, e ha visto la luce
grazie al lavoro degli operatori del mondo dell'audiovisivo
regionale impegnatisi per un anno a lavorare nella Commissione
consultiva voluta dalla Giunta Illy producendo un prezioso
documento intitolato "Linee guida per una proposta di legge a
sostegno dell'attività cinematografica e audiovisiva del Friuli
Venezia Giulia".
"Se è vero che questa legge funziona bene proprio perché ha visto
il coinvolgimento nella sua stesura degli attori in campo
(associazioni, università, operatori ed esperti), non altrettanto
si può dire della legge sullo spettacolo dal vivo, che approvata
dal Consiglio sul finire della legislatura finora è rimasta
colpevolmente lettera morta. Credo che con pochi aggiustamenti,
peraltro in gran parte già individuati dal precedente assessore
Roberto Molinaro nel suo disegno di legge n. 98 del 20 gennaio
2010, queste due leggi possano egregiamente rispondere alle
necessità sia del mondo del cinema/audiovisivo che di quello
dello spettacolo dal vivo.
"In fin dei conti, il lavoro da fare oggi è predisporre un testo
legislativo riguardante il variegato mondo della promozione
culturale in cui possiamo ricomprendere sia i vari
festival/evento (Pordenonelegge, Vicino/Lontano, E'Storia,
Dedica, ecc.), sia l'attività dei tanti istituti culturali già
oggi riconosciuti (IRSE, Menocchio, ICM, Centro culturale
Italo-Tedesco, Historia, Istituto giuliano di storia cultura e
documentazione, Istituto Pio Paschini, ecc.), sia le tante
istituzioni e rassegne operanti nel mondo delle arti visive
(Triennale europea dell'Incisione, Palinsesti, Trieste
Contemporanea, Centro Iniziative Culturali, ecc.). Se a ciò
aggiungiamo il fatto che è in stato avanzato di discussione in VI
Commissione consiliare una proposta di legge bipartisan
riguardante la fotografia, credo che alla fine l'obiettivo di
predisporre entro il 2011 la nuova legge sulle attività culturali
non sia impresa così impossibile. Le quattro diverse norme di
settore (spettacolo dal vivo, cinema, fotografia e promozione
culturale) potranno essere ricondotte nell'alveo di un testo
unico (ma forse non è indispensabile) così da garantire, pur
nella specificità di ogni singolo settore, quella unitarietà che
il mondo della cultura e dell'arte senz'altro necessita.
"Da ultimo voglio ricordare l'importanza di riattivare il
progetto dell'Osservatorio regionale della cultura e dello
spettacolo predisposto ancora nel 2006 dal Dipartimento di
scienze economiche dell'Università di Udine; strumento necessario
non solo per disporre di dati sulla domanda e l'offerta di uno
specifico settore, ma indispensabile per la conoscenza delle
dinamiche e per il governo delle interdipendenze della filiera
artistico-culturale. Sarebbe interessante capire perché questo
prezioso strumento di coordinamento e governance del sistema
culturale, di cui molte regioni italiane sono già dotate, è stato
abbandonato da questa maggioranza.
"Ovviamente la questione dei beni culturali - musei, biblioteche,
ecomusei, ecc. - necessita di un discorso a parte altrettanto
impegnativo: ma questa è un'altra storia".