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Citt: Colussi, proposta per gli Stati generali della cultura

15.06.2011
17:09
(ACON) Trieste, 15 giu - COM/RC - In questi giorni gli operatori, le associazioni e le istituzioni culturali saranno impegnati nella seconda tornata di incontri previsti dagli Stati generali voluti dall'assessore regionale Elio De Anna al fine di avviare un percorso per la riforma del settore dei beni e delle attività culturali. Si tratta di un obiettivo che la maggioranza ha clamorosamente fallito. Partendo da questo evento e con questo presupposto, Piero Colussi, consigliere dei Cittadini, così presenta la sua proposta:

"È necessario arrivare al più presto a un progetto di riforma del settore della promozione culturale anche per evitare il ripetersi di finanziare ancora una volta gli enti e le associazioni attraverso le tanto discusse Tabelle della cultura: norme più volte criticate dalla stessa Corte dei Conti.

"Ho parlato non casualmente di testo di legge sulla promozione culturale in quanto è il settore che ancora non è stato riformato diversamente da quello del cinema e dell'audiovisivo e da quello dello spettacolo dal vivo (teatro, musica e danza).

"Infatti è bene ricordare che la scorsa legislatura (2003-2008) si era avviata - da parte della maggioranza di allora - una importante azione di rivisitazione e aggiornamento della normativa preesistente in materia di attività e beni culturali. Ci riferiamo, in particolare, alla legge regionale n. 68 del 1981 "Interventi regionali per lo sviluppo e la diffusione delle attività culturali" - che tra l'altro proprio quest'anno compie trent'anni - approvata dal Consiglio regionale dopo la prima Conferenza regionale della cultura di Gorizia, voluta nel 1980 dall'allora assessore alle attività culturali Dario Barnaba. Una legge quadro fondamentale che, successivamente, nel corso degli anni ha subito una serie di significative modifiche come il trasferimento di talune competenze alle Province (attività umanistiche, lingua e cultura friulana, Università della terza età) o come l'istituzione - nel 1999 - a opera dell'assessore Franco Franzutti, delle famose Tabelle della cultura.

"Quest'ultima novità normativa determinò piano piano l'ampliamento a dismisura degli organismi riconosciuti di rilevanza regionale; a partire dal allora il numero di questi organismi subisce un'impennata esponenziale: sono 36 nel 1999, 98 nel 2000, 135 nel 2001, 145 nel 2002, 178 nel 2003. Entrare in tabella diviene ben presto la massima aspirazione per ogni ente e associazione culturale della nostra regione e per ottenere questo si mobilitano i consiglieri regionali del proprio territorio, sensibili inevitabilmente alle esigenze dei soggetti più diversi.

"Un tentativo di freno a questa vera e propria corsa alla tabella avverrà con l'assessore Roberto Antonaz, che riuscirà con grande fatica a scendere a quota 78 nel 2004. A partire dal 2009 - con la Giunta Tondo - si registra una nuova impennata che riporta gli organismi all'attuale numero di 118, rimasto pressochè invariato negli ultimi due anni a seguito del congelamento di questa norma voluto dalla maggioranza.

"Quell'azione di riforma della vecchia legge 68/1981 si è concretizzata sostanzialmente con l'approvazione, fra il 2006 e il 2008, di due leggi di settore: la prima, la n. 21 del 2006, che interviene nel mondo del cinema e degli audiovisivi; la seconda, la n. 5 del 2008, introduce norme nel campo dello spettacolo dal vivo (teatro, musica e danza). Entrambe, e ne parlo per esperienza diretta avendo svolto la funzione di relatore, furono approvate dopo un lungo e approfondito confronto con le istituzioni, le associazioni e gli operatori culturali dei diversi mondi coinvolti: un lavoro che permise di approvare in Aula testi legislativi ampiamente condivisi dal mondo del teatro, della musica, della danza e del cinema. Un risultato non da poco e che andrebbe tenuto in seria considerazione.

"La legge 21/2006, in particolare, è risultata essere la prima legge regionale quadro sul cinema in Italia, e ha visto la luce grazie al lavoro degli operatori del mondo dell'audiovisivo regionale impegnatisi per un anno a lavorare nella Commissione consultiva voluta dalla Giunta Illy producendo un prezioso documento intitolato "Linee guida per una proposta di legge a sostegno dell'attività cinematografica e audiovisiva del Friuli Venezia Giulia". "Se è vero che questa legge funziona bene proprio perché ha visto il coinvolgimento nella sua stesura degli attori in campo (associazioni, università, operatori ed esperti), non altrettanto si può dire della legge sullo spettacolo dal vivo, che approvata dal Consiglio sul finire della legislatura finora è rimasta colpevolmente lettera morta. Credo che con pochi aggiustamenti, peraltro in gran parte già individuati dal precedente assessore Roberto Molinaro nel suo disegno di legge n. 98 del 20 gennaio 2010, queste due leggi possano egregiamente rispondere alle necessità sia del mondo del cinema/audiovisivo che di quello dello spettacolo dal vivo.

"In fin dei conti, il lavoro da fare oggi è predisporre un testo legislativo riguardante il variegato mondo della promozione culturale in cui possiamo ricomprendere sia i vari festival/evento (Pordenonelegge, Vicino/Lontano, E'Storia, Dedica, ecc.), sia l'attività dei tanti istituti culturali già oggi riconosciuti (IRSE, Menocchio, ICM, Centro culturale Italo-Tedesco, Historia, Istituto giuliano di storia cultura e documentazione, Istituto Pio Paschini, ecc.), sia le tante istituzioni e rassegne operanti nel mondo delle arti visive (Triennale europea dell'Incisione, Palinsesti, Trieste Contemporanea, Centro Iniziative Culturali, ecc.). Se a ciò aggiungiamo il fatto che è in stato avanzato di discussione in VI Commissione consiliare una proposta di legge bipartisan riguardante la fotografia, credo che alla fine l'obiettivo di predisporre entro il 2011 la nuova legge sulle attività culturali non sia impresa così impossibile. Le quattro diverse norme di settore (spettacolo dal vivo, cinema, fotografia e promozione culturale) potranno essere ricondotte nell'alveo di un testo unico (ma forse non è indispensabile) così da garantire, pur nella specificità di ogni singolo settore, quella unitarietà che il mondo della cultura e dell'arte senz'altro necessita.

"Da ultimo voglio ricordare l'importanza di riattivare il progetto dell'Osservatorio regionale della cultura e dello spettacolo predisposto ancora nel 2006 dal Dipartimento di scienze economiche dell'Università di Udine; strumento necessario non solo per disporre di dati sulla domanda e l'offerta di uno specifico settore, ma indispensabile per la conoscenza delle dinamiche e per il governo delle interdipendenze della filiera artistico-culturale. Sarebbe interessante capire perché questo prezioso strumento di coordinamento e governance del sistema culturale, di cui molte regioni italiane sono già dotate, è stato abbandonato da questa maggioranza.

"Ovviamente la questione dei beni culturali - musei, biblioteche, ecomusei, ecc. - necessita di un discorso a parte altrettanto impegnativo: ma questa è un'altra storia".