PD-Ssk: Gabrovec, controllo cinghiali a Trieste e Gorizia
(ACON) Trieste, 5 ago - COM/AB - Il Consiglio regionale ha
accolto, in sede di variazioni di bilancio, un ordine del giorno
proposto dai consiglieri regionali Igor Gabrovec (PD-Slovenska
skupnost) e Sergio Lupieri (PD) relativo al problema del
contenimento e dei danni provocati dai cinghiali sull'asse
Trieste/Carso e Gorizia/Collio.
Il problema è molto sentito sul Carso e nel Collio Goriziano, ma
sicuramente interessa anche molte altre zone agricole e centri
abitati della regione. A conferma di ciò sono le firme sul
documento di diversi altri colleghi consiglieri (di maggioranza e
opposizione) che si sono aggiunte a quelle dei due proponenti e
il voto favorevole dell'Aula, nonostante la Giunta, con
l'assessore competente Claudio Violino, si sia espressa con
parere contrario.
L'ordine del giorno si fonda sulle considerazioni che nonostante
l'incremento del numero degli abbattimenti, soprattutto nelle
province di Trieste e Gorizia, la popolazione dei cinghiali
permane decisamente in soprannumero, con gravi ripercussioni
sull'agricoltura che segna ancora pesanti danni. Gli indennizzi
gestiti per tramite delle Amministrazioni provinciali, seppur
incrementati, non si avvicinano minimamente all'entità dei danni
realmente subiti dai singoli cittadini e dalle aziende agricole.
Prendendo ad esempio la legislazione in materia nella vicina
Slovenia, che viene considerata sotto molti aspetti più efficace
nel perseguire l'obiettivo del contenimento della fauna degli
ungulati, e considerando le proposte che sono emerse nel corso
dei tavoli verdi convocati dalle Amministrazioni provinciali di
Trieste e Gorizia, il documento approvato dal Consiglio regionale
impegna la Giunta a predisporre un testo di modifica della
normativa vigente per ampliare i periodi e gli orari di caccia e
quindi controllare con maggior efficacia l'esplosione demografica
degli ungulati.
Con lo stesso ordine del giorno, i consiglieri Gabrovec, Lupieri,
Codega, Kocijancic, Brussa, Brandolin e Valenti chiedono
all'Esecutivo regionale di sostenere la creazione di un macello o
di un centro lavorazione carni dedicato alla selvaggina. Tale
struttura potrebbe essere organizzata e gestita in comune tra le
due province di Trieste e Gorizia e permetterebbe innanzitutto di
non gettare ai grifoni o nell'inceneritore (con relativi costi)
le carcasse dei cinghiali abbattuti nei pressi dei centri abitati
dai guardiacaccia provinciali, oggi Polizia ambientale. Tale
centro sarebbe ovviamente utile anche ai cacciatori per la
lavorazione delle carni dei capi di selvaggina abbattuti,
favorendo lo sviluppo e le diffusione di prodotti alimentari
locali derivanti dalla lavorazione delle carni selvatiche (es.
salame e prosciutti di cinghiale).
I consiglieri propongono infine il finanziamento di corsi di
aggiornamento destinati ai cacciatori e l'incremento del capitolo
finanziario dedicato agli indennizzi per i danni subiti dagli
agricoltori, sempre molto superiori ai fondi disponibili.
L'ordine del giorno va in un certo senso a confermare e a
coronare gli sforzi delle due province, in accordo con le
associazioni degli agricoltori e quelle venatorie.
"Il problema dei cinghiali si può risolvere soltanto facendo
gioco di squadra tra chi è chiamato a legiferare, chi a
controllare la proliferazione delle specie e non da ultimo chi,
come gli agricoltori, ne sta subendo il danno e quindi il prezzo
maggiore" conclude il consigliere espressione della comunità
slovena Igor Gabrovec, che sta da tempo lavorando in stretto
accordo con i due vicepresidenti delle Province di Gorizia e
Trieste.