News


III Comm: illustrata pdl per nomine trasparenti dirigenti sanità

06.09.2011
11:18
(ACON) Trieste, 6 set - MPB - Competente, qualificata, responsabile, indipendente. Queste le caratteristiche che deve avere la classe manageriale incaricata di far fronte alla complessità gestionale del servizio sanitario regionale (SSR).

Per assicurare una formazione di questo tipo i consiglieri del Gruppo Cittadini-Libertà civica, Stefano Alunni Barbarossa e Piero Colussi, hanno presentato una proposta di legge, illustrata da Colussi alla III Commissione consiliare, presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC), presente l'assessore alla salute Vladimir Kosic. Il provvedimento, in tutto 8 articoli, introduce elementi di trasparenza e pubblicità nel conferimento di funzioni direttive negli enti del SSR.

Già il Manifesto per la rinascita della sanità, sottoscritto da importanti medici italiani, da Sirchia e Veronesi a Garattini e Maseri, indicava, tra i punti salienti per migliorare il sistema sanitario senza aumentare le spese, il tema della competenza, ovvero della necessità di rivedere i meccanismi di nomina sia dei direttori generali delle Aziende ospedaliere e socio sanitarie, sia dei dirigenti di struttura complessa, separando la politica dalla gestione e scegliendo i direttori generali delle ASL e degli ospedali non in base all'appartenenza politica ma alle competenze. Oggi, infatti, la scelta di un primario è nella piena discrezionalità del direttore generale, quando invece il principio della competenza nell'accesso (valutazioni dei curricula, percorsi professionali) e la valutazione periodica dei risultati e degli obiettivi assegnati devono diventare una costante per i direttori generali di Azienda sanitaria e ospedaliera, i direttori di unità operativa e di dipartimento e per gli incarichi dirigenziali.

Colussi ha evidenziato inoltre che in alcune regioni italiane, tra cui il Friuli Venezia Giulia, non sono stati attivati adeguati percorsi formativi per la dirigenza, a partire dai direttori generali. La valutazione per le nomine ha quindi, talvolta, seguito criteri più basati sull'appartenenza politica che sulla vera esperienza. Una situazione ancora più grave per i direttori sanitari e i direttori amministrativi, non essendo nemmeno definiti i criteri di accesso, né previsti elenchi pubblici o pubblicità dei curricula, come avvenuto in altre regioni quali, ad esempio, il Veneto. A questo va aggiunto l'impatto negativo dell'elevato turnover dei dirigenti, specie in alcune aziende della regione. Un ulteriore elemento critico è rappresentato dalla gestione spesso eccessivamente monocratica delle Aziende del SSR.

Con questa proposta di legge - ha spiegato il relatore - si punta a porre le premesse per avviare la costituzione di una vera classe dirigente nella sanità regionale, assicurando trasparenza delle informazioni su tutte le procedure e sui candidati, attivando percorsi formativi e valutativi necessari al mantenimento della qualità della dirigenza, rivalutando il ruolo degli organismi partecipativi delle Aziende (Collegio di direzione).

Nel dettaglio del testo, con l'articolo 1 si punta a rendere pubblica e trasparente la modalità di accesso alla carica di direttore sanitario e direttore amministrativo. L'obiettivo viene raggiunto attraverso l'istituzione di un elenco regionale così come normato in altre regioni.

L'articolo 2 ha la finalità di rendere trasparente non solo l'elenco dei candidati ma anche i curricula di ciascuno.

Con l'articolo 3 viene disciplinata la procedura che regola il conferimento dell'incarico di direzione di struttura complessa del ruolo sanitario.

Obiettivo dell'articolo 4 è di colmare una grave carenza della Regione che non ha mai istituito i corsi previsti dalla normativa nazionale per i direttori generali e per i dirigenti di struttura complessa.

Con gli articoli 5 e 6, in conformità anche con le proposte di legge sul "Governo clinico" attualmente in discussione alla Camera, si vuole far contare di più, nelle decisioni strategiche dell'Azienda, la componente tecnico-professionale. Si prevede inoltre che non sia consentita la nomina per più di tre mandati consecutivi presso la stessa Azienda sanitaria e una durata complessiva degli incarichi non superiore a 10 anni e che in ogni Azienda sia costituito il Collegio di direzione con compiti relativi al governo delle attività cliniche e alla appropriatezza dei percorsi diagnostico-assistenziali, all'innovazione e alla valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori, all'organizzazione e allo sviluppo dei servizi e delle attività di ricerca.

(foto-immagini tv)