III Comm: illustrata pdl per nomine trasparenti dirigenti sanità
(ACON) Trieste, 6 set - MPB - Competente, qualificata,
responsabile, indipendente. Queste le caratteristiche che deve
avere la classe manageriale incaricata di far fronte alla
complessità gestionale del servizio sanitario regionale (SSR).
Per assicurare una formazione di questo tipo i consiglieri del
Gruppo Cittadini-Libertà civica, Stefano Alunni Barbarossa e
Piero Colussi, hanno presentato una proposta di legge, illustrata
da Colussi alla III Commissione consiliare, presieduta da Giorgio
Venier Romano (UDC), presente l'assessore alla salute Vladimir
Kosic. Il provvedimento, in tutto 8 articoli, introduce elementi
di trasparenza e pubblicità nel conferimento di funzioni
direttive negli enti del SSR.
Già il Manifesto per la rinascita della sanità, sottoscritto da
importanti medici italiani, da Sirchia e Veronesi a Garattini e
Maseri, indicava, tra i punti salienti per migliorare il sistema
sanitario senza aumentare le spese, il tema della competenza,
ovvero della necessità di rivedere i meccanismi di nomina sia dei
direttori generali delle Aziende ospedaliere e socio sanitarie,
sia dei dirigenti di struttura complessa, separando la politica
dalla gestione e scegliendo i direttori generali delle ASL e
degli ospedali non in base all'appartenenza politica ma alle
competenze. Oggi, infatti, la scelta di un primario è nella piena
discrezionalità del direttore generale, quando invece il
principio della competenza nell'accesso (valutazioni dei
curricula, percorsi professionali) e la valutazione periodica dei
risultati e degli obiettivi assegnati devono diventare una
costante per i direttori generali di Azienda sanitaria e
ospedaliera, i direttori di unità operativa e di dipartimento e
per gli incarichi dirigenziali.
Colussi ha evidenziato inoltre che in alcune regioni italiane,
tra cui il Friuli Venezia Giulia, non sono stati attivati
adeguati percorsi formativi per la dirigenza, a partire dai
direttori generali. La valutazione per le nomine ha quindi,
talvolta, seguito criteri più basati sull'appartenenza politica
che sulla vera esperienza. Una situazione ancora più grave per i
direttori sanitari e i direttori amministrativi, non essendo
nemmeno definiti i criteri di accesso, né previsti elenchi
pubblici o pubblicità dei curricula, come avvenuto in altre
regioni quali, ad esempio, il Veneto. A questo va aggiunto
l'impatto negativo dell'elevato turnover dei dirigenti, specie in
alcune aziende della regione. Un ulteriore elemento critico è
rappresentato dalla gestione spesso eccessivamente monocratica
delle Aziende del SSR.
Con questa proposta di legge - ha spiegato il relatore - si punta
a porre le premesse per avviare la costituzione di una vera
classe dirigente nella sanità regionale, assicurando trasparenza
delle informazioni su tutte le procedure e sui candidati,
attivando percorsi formativi e valutativi necessari al
mantenimento della qualità della dirigenza, rivalutando il ruolo
degli organismi partecipativi delle Aziende (Collegio di
direzione).
Nel dettaglio del testo, con l'articolo 1 si punta a rendere
pubblica e trasparente la modalità di accesso alla carica di
direttore sanitario e direttore amministrativo. L'obiettivo viene
raggiunto attraverso l'istituzione di un elenco regionale così
come normato in altre regioni.
L'articolo 2 ha la finalità di rendere trasparente non solo
l'elenco dei candidati ma anche i curricula di ciascuno.
Con l'articolo 3 viene disciplinata la procedura che regola il
conferimento dell'incarico di direzione di struttura complessa
del ruolo sanitario.
Obiettivo dell'articolo 4 è di colmare una grave carenza della
Regione che non ha mai istituito i corsi previsti dalla normativa
nazionale per i direttori generali e per i dirigenti
di struttura complessa.
Con gli articoli 5 e 6, in conformità anche con le proposte di
legge sul "Governo clinico" attualmente in discussione alla
Camera, si vuole far contare di più, nelle decisioni strategiche
dell'Azienda, la componente tecnico-professionale. Si prevede
inoltre che non sia consentita la nomina per più di tre mandati
consecutivi presso la stessa Azienda sanitaria e una durata
complessiva degli incarichi non superiore a 10 anni e che in ogni
Azienda sia costituito il Collegio di direzione con compiti
relativi al governo delle attività cliniche e alla appropriatezza
dei percorsi diagnostico-assistenziali, all'innovazione e alla
valorizzazione delle risorse umane e professionali degli
operatori, all'organizzazione e allo sviluppo dei servizi e delle
attività di ricerca.
(foto-immagini tv)