PD: Pupulin, sprechi in sanità e farmaci scaduti
(ACON) Trieste, 23 nov - COM/AB - Mentre rimane fermo tutto
l'orizzonte sul futuro degli ospedali di Pordenone, quasi ogni
giorno ci arrivano notizie sul deterioramento delle strutture e
sull'arretramento della qualità dei servizi, soprattutto dal
nosocomio centrale di Santa Maria degli Angeli.
Lo mette in evidenza il consigliere regionale del PD Paolo
Pupulin, che aggiunge.
Gli entusiasmi sul nuovo ospedale in Comina si sono spenti
completamente, non c'è più nessuno che creda in una soluzione in
tempi almeno ragionevoli, la partita delle risorse più volte
annunciata come alle porte è finita nel dimenticatoio. La stessa
esperienza degli ospedali riuniti, fatta passare come una grande
innovazione di politica organizzativa a cui far riferimento anche
nella futura organizzazione delle altre realtà ospedaliere della
regione, viene considerata una soluzione discutibile, che tutti
si guardano dall'esportare negli altri territori.
Un ulteriore esempio di idee poco chiare e smarrimento degli
obiettivi programmati nella sanità e nell'assistenza è stato il
caso dei Farmaci H, quelli necessari per la cura delle malattie
rare. Adesso, su questo specifico versante sembra che
transitoriamente si sia tornati indietro, l'erogazione è ripresa
con modalità simili a quelle messe in discussione in modo
dissennato dalla delibera della direzione dell'ASS6, tanto
contestata dagli utenti interessati e criticata in tutte le sedi
istituzionali da parte nostra.
Ma anche in altri settori la sanità regionale non brilla in
efficienza; infatti, la messa in discussione del Centro servizi
condivisi, come organizzato nella precedente legislatura per
incardinarlo all'interno della struttura dell'Azienda sanitaria
udinese, trasformato in Dipartimento servizi condivisi, invece di
produrre maggiore funzionalità, efficienza e soprattutto una
riduzione dei costi, ha determinato disfunzioni, disservizi e
sprechi. Soprattutto la gestione del magazzino centralizzato sta
causando notevoli problemi ai reparti degli ospedali del
pordenonese, basta chiedere a una qualsiasi caposala per avere la
giusta misura della qualità del servizi erogati dal DSC.
Il fatto che più dà le dimensioni della disorganizzazione nella
gestione del magazzino centralizzato è che quest'anno a Pupulin
risulta che siano stati distrutti, perché scaduti, farmaci e
altro materiale sanitario per un valore di circa 300.000 euro. A
causa di decisioni incomprensibili assunte dalla direzione
generale del DSC, dopo averli acquistati, sarebbero rimasti
depositati nel magazzino centralizzato fino alla loro scadenza:
nel frattempo gli ospedali pordenonesi acquistavano in proprio e
utilizzano gli stessi farmaci e materiali.
Chi ha disposto questi incauti acquisti? Il direttore del DSC, il
farmacista o qualche altro oscuro funzionario? Mi chiedo: chi
pagherà questi sprechi scandalosi, senza che finiscano come al
solito sulle spalle dei cittadini che già pagano ticket e tasse?
Altre voci giunte a Pupulin, inoltre, parlano di un'altra partita
di medicinali di importo ancora più rilevante (vicino a 1 milione
di euro), che sarebbero andati deteriorati a causa del mancato
funzionamento della cella frigorifera e pure del mancato
intervento tempestivo, perché non avrebbe funzionato neppure il
sistema di allarme. Anche in questo caso vorremmo sapere se i
danni economici saranno coperti dalla polizza assicurativa o se
dovranno farsene carico le finanze regionali.
Come ben si vede, in mancanza di indirizzi chiari e di una seria
programmazione, alla fine anche una sanità regionale, che per
tanto tempo ha fatto scuola nella dimensione nazionale perde
colpi e ridimensiona la capacità di rispondere efficacemente alla
domanda di salute dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.