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PD-Ssk: Gabrovec, elettrodotto Terna, mancati diritti dei cittadini

07.02.2012
15:32
(ACON) Trieste, 7 feb - COM/MPB - È da anni che Terna sta forzando la mano su un progetto di elettrodotto che è stato fin da subito fortemente osteggiato di residenti e proprietari dei fondi interessati, dalle loro associazioni e anche dalle amministrazioni comunali interessate. Lo sottolinea il consigliere regionale Igor Gabrovec (PD-Ssk) che aggiunge: va dato atto al sindaco di Duino-Aurisina Giorgio Ret di aver affermato già nella primavera scorsa che Terna non aveva tenuto un comportamento corretto nei confronti dell'amministrazione pubblica. Le timide repliche dell'Ufficio stampa di Terna non hanno potuto coprire questa verità. Il resto sono solo le conseguenze.

I cittadini e la comunità del Carso triestino sono danneggiati direttamente o indirettamente da un'opera pensata e sviluppata in modo sbagliato, tecnologicamente sorpassata e fortemente lesiva dei diritti economici e sociali del territorio. Alle opposizioni dei cittadini Terna non ha mai dato né ascolto né risposta. Nessuna risposta al ricorso straordinario al presidente della Repubblica, sottoscritto da privati, associazioni e anche Amministrazioni comunali.

Per Gabrovec però c'è un corresponsabile ed è individuabile nell'Amministrazione regionale che con il suo apparato burocratico ha prima favorito e poi sostenuto i progetti di Terna di potenziamento dell'elettrodotto, maldestramente mascherati - sottolinea il consigliere - da semplice manutenzione.

Da ultimo, anche se non meno importante, è giunto anche - precisa Gabrovec - il contenzioso culturale e linguistico. Le norme di carattere nazionale e internazionale impongono alle amministrazioni pubbliche, come anche alle società concessionarie di servizi di pubblica utilità, di rispettare i diritti della comunità nazionale slovena all'uso della propria lingua madre in tutte le comunicazioni ufficiali scritte o verbali. Terna aveva rifiutato anche questo per poi, a danno fatto, indietreggiare e cercando di rimediare inviando qua e là traduzioni in sloveno degli atti. Atti chiaramente nulli in quanto gravati da un pesante vizio di forma, essendo lesivi di un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito agli appartenenti a una comunità linguistica riconosciuta e tutelata.

Oltre al danno anche la beffa: i cittadini della comunità slovena che, fiduciosi nella legge e nella serietà dell'ordine costituito, avevano osato rivendicare con forza i propri diritti si sono ritrovati a loro volta inquisiti, convocati uno a uno nelle caserme dei carabinieri per vedersi notificare gli avvisi di garanzia: le accuse sono di simulazione di reato e interruzione di pubblico servizio. Nuovamente in violazione dei loro diritti, considerato che nemmeno gli atti giudiziari erano tradotti in lingua slovena, né veniva riconosciuto loro il diritto a essere assistiti da un interprete. Di tutto ciò venerdì mattina in Prefettura si è evidentemente sentito ben poco, anche perché né gli interessati, né le loro associazioni rappresentative sono stati invitati. Almeno in questo frangente l'assessore regionale De Anna si è detto dalla parte dei cittadini. È per questo - afferma Gabrovec - che pretendiamo dalla Terna scuse ufficiali e altrettante espressioni di rammarico devono arrivare da chi ha sostenuto questi atti equiparabili a una vera e propria persecuzione etnica. L'occupazione di fondi privati da parte della Terna è da ritenersi abusiva in quanto irrispettosa delle procedure e dei tempi previsti per legge. Il discorso degli indennizzi è poi un capitolo a sé, conclude il consigliere.