PD: Della Mea e Marsilio, riforma sanitaria dev'essere condivisa
(ACON) Trieste, 23 apr - COM/AB - I primari dell'Azienda
sanitaria dell'Alto Friuli intervengono sull'ipotesi di riforma
della sanità regionale proposto dalla Giunta con un documento
dove affermano che "una unica Azienda ospedaliera della Provincia
di Udine renderà ancora più problematica la gestione
dell'ospedale SMM e mortificherà la funzione dei nostri ospedali:
d'altra parte è noto che gli esperti di sanità sostengono che, se
ospedali troppo piccoli sono poco sicuri e poco efficienti, le
istituzioni troppo grandi sono poco governabili".
"È assolutamente condivisibile - commentano i consiglieri
regionali del PD Sandro Della Mea e Enzo Marsilio - quanto
segnalato dai primari degli ospedali di Tolmezzo e Gemona sui
rischi e soprattutto sugli effetti nefasti che il disegno di
legge proposto avrebbe sul sistema sanitario regionale. La sanità
ha sicuramente bisogno di un lavoro continuo e costante di
miglioria dei suoi impianti e delle sue strutture, ma risulta
evidente come non serva una sua trasformazione radicale,
soprattutto quando, come nel nostro caso, funziona, tanto da
essere indicata in ambito nazionale come un modello da seguire".
"Restiamo dell'avviso - aggiungono - che uno dei motivi di
eccellenza del nostro sistema sanitario è determinato
dall'equilibrio attuale raggiunto tra Aziende territoriali,
strutture ospedaliere di rete e quella ospedaliera di
riferimento. Quel che è certo è che lo scardinamento proposto
determinerà un depotenziamento delle politiche sociosanitarie del
territorio, a scapito dei cittadini, soprattutto nelle aree più
marginali come quelle montane, dove è facile prevedere una
riduzione dei servizi essenziali".
"Da parte nostra - concludono i consiglieri del PD - riteniamo
opportuno prevedere sia un organo di area vasta su base
provinciale che garantisca la mediazione fra il territorio e la
struttura ospedaliera, sia un sistema di ottimizzazione dei
centri di spesa per conseguire risparmi. Perché un processo di
riforma possa essere efficace, non può essere calato dall'alto,
né ricorrere, a strumenti coercitivi dalle ampie ricadute
negative, come accaduto di recente con il commissariamento delle
Comunità montane. L'auspicio è che almeno in questo caso,
trattandosi di un argomento importante come quello della salute,
si cerchi il coinvolgimento istituzionale e soprattutto il
confronto con gli esperti e i portatori di interesse del settore".