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PD: Della Mea e Marsilio, riforma sanitaria dev'essere condivisa

23.04.2012
12:48
(ACON) Trieste, 23 apr - COM/AB - I primari dell'Azienda sanitaria dell'Alto Friuli intervengono sull'ipotesi di riforma della sanità regionale proposto dalla Giunta con un documento dove affermano che "una unica Azienda ospedaliera della Provincia di Udine renderà ancora più problematica la gestione dell'ospedale SMM e mortificherà la funzione dei nostri ospedali: d'altra parte è noto che gli esperti di sanità sostengono che, se ospedali troppo piccoli sono poco sicuri e poco efficienti, le istituzioni troppo grandi sono poco governabili". "È assolutamente condivisibile - commentano i consiglieri regionali del PD Sandro Della Mea e Enzo Marsilio - quanto segnalato dai primari degli ospedali di Tolmezzo e Gemona sui rischi e soprattutto sugli effetti nefasti che il disegno di legge proposto avrebbe sul sistema sanitario regionale. La sanità ha sicuramente bisogno di un lavoro continuo e costante di miglioria dei suoi impianti e delle sue strutture, ma risulta evidente come non serva una sua trasformazione radicale, soprattutto quando, come nel nostro caso, funziona, tanto da essere indicata in ambito nazionale come un modello da seguire".

"Restiamo dell'avviso - aggiungono - che uno dei motivi di eccellenza del nostro sistema sanitario è determinato dall'equilibrio attuale raggiunto tra Aziende territoriali, strutture ospedaliere di rete e quella ospedaliera di riferimento. Quel che è certo è che lo scardinamento proposto determinerà un depotenziamento delle politiche sociosanitarie del territorio, a scapito dei cittadini, soprattutto nelle aree più marginali come quelle montane, dove è facile prevedere una riduzione dei servizi essenziali". "Da parte nostra - concludono i consiglieri del PD - riteniamo opportuno prevedere sia un organo di area vasta su base provinciale che garantisca la mediazione fra il territorio e la struttura ospedaliera, sia un sistema di ottimizzazione dei centri di spesa per conseguire risparmi. Perché un processo di riforma possa essere efficace, non può essere calato dall'alto, né ricorrere, a strumenti coercitivi dalle ampie ricadute negative, come accaduto di recente con il commissariamento delle Comunità montane. L'auspicio è che almeno in questo caso, trattandosi di un argomento importante come quello della salute, si cerchi il coinvolgimento istituzionale e soprattutto il confronto con gli esperti e i portatori di interesse del settore".