PD: Lupieri, su riforma sanità sostanziale parere negativo
(ACON) Trieste, 18 ott - COM/AB - La III Commissione del
Consiglio regionale ha terminato le tre giornate di audizioni
sulla riforma della sanità targata Tondo, che hanno evidenziato
per la maggior parte un sostanziale parere negativo.
Lo mette in evidenza il consigliere regionale del PD Sergio
Lupieri, vicepresidente della III Commissione, che aggiunge.
Se si possono condividere le finalità del riordino, non si
condivide l'operazione chirurgica di architettura istituzionale
senza che ne siano esplicitati i motivi e i miglioramenti, non si
coglie alcuna valutazione dei costi dell'operazione e la
previsione di risparmio, mentre appare dannoso il proposito di
dimensionare i distretti a 100.000 abitanti, impedendo di fatto
la coincidenza ambito-distretto, con criticità sui Piani di zona.
Manca un riordino della rete ospedaliera regionale e, in un
momento in cui cresce la domanda di salute sul territorio, si
riduce il sistema delle cure primarie.
Da più parti è stata richiamata la mancanza di contenuti sulla
prevenzione (stili di vita, abitudini alimentari, screening),
appropriatezza delle prestazioni e dei servizi erogati,
integrazione tra i vari attori del servizio sanitario, ospedali
di rete che rispondano al territorio in una dimensione che
garantisca qualità, sicurezza, professionalità.
Criticata la mancanza di una sperimentazione della riforma, che
demanda invece tutto al 2014/2015, lasciando a chi verrà ogni
responsabilità a gestire quanto già deciso e rimandando al futuro
una risposta agli attuali bisogni di salute dei cittadini.
Da ricordare, inoltre, le considerazioni espresse dalla
Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e
sociosanitaria regionale, sulla necessità di un ampio e
articolato confronto preventivo, di come non vengano esaurite le
problematiche presenti che vengono anzi rinviate a successivi
provvedimenti attuativi, la preoccupazione per il dimensionamento
prospettato per il distretto, e di come possa essere compromesso
il ruolo dei Comuni da un ampliamento abnorme del numero degli
abitanti per distretto e quindi degli ambiti e, conseguentemente,
del numero delle municipalità convergenti all'interno di una
unica assemblea dei sindaci.