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Commissione regionale pari opportunità su omicidio di Basiliano

10.12.2012
15:01
(ACON) Trieste, 10 dic - COM/AB - La Commissione regionale pari opportunità vive con profondo turbamento e dolore la notizia dell'omicidio di Lisa. Cosa sta succedendo in questa nostra società? Sopruso e violenza sembrano diventati comportamenti abituali tra le persone e sono quasi sempre le donne a rimetterci la salute, ma troppo spesso, come nel caso di Villaorba di Basiliano, ci rimettono la vita.

La nostra Costituzione ha non solo riconosciuto, ma anche garantito il godimento dei diritti inviolabili a ogni cittadino e certamente tra questi il diritto alla vita e la tutela della salute alle donne. È vero che sono state introdotte norme a tutela della vita e dell'integrità delle donne e dei minori, ma ciò non toglie o diminuisce la verità dei fatti: le vittime di stalking in Italia stanno aumentando in modo esponenziale.

Tutti siamo informati sulla natura degli atti persecutori che realizzano il reato di stalking e che possono portare alla morte, ma siamo anche consapevoli, purtroppo, che la difesa delle vittime è del tutto inadeguata se non assente. Il Consiglio superiore della magistratura ha sottolineato come sia importante un livello di formazione capillare di tutti gli operatori che, in ragione della singola professionalità ricoperta, vengono a contatto con il fenomeno della violenza su soggetti, non deboli ma inermi, in particolare su donne e minori e ciò per eliminare ogni possibile improvvisazione sul piano dell'accoglienza, del colloquio e della protezione della vittima. Vorremmo essere assicurati che dalle buone intenzioni sono scaturiti fatti concreti e preparazione adeguata.

Il reato di stalking, prevedendo una pena massima fino a 4 anni di reclusione, consente l'adozione di misure restrittive a carico del persecutore e quindi dà la possibilità di prevedere un piano concreto di protezione della vittima. A questo punto non basta affermare che è impossibile proteggere tutte le vittime di stalking: cosa è successo nel caso di Lisa che viene considerato come una morte annunciata? Siamo d'accordo sul principio che le denunce di reati o delitti volontari contro la persona devono essere perseguiti immediatamente e con la massima severità? La violenza e i soprusi non devono appartenere ai comportamenti dei cittadini di questo nostro Paese.

Troppo spesso le denunce delle donne, siano esse madri, mogli, compagne, lavoratrici, non trovano adeguata attenzione da parte delle Istituzioni, viene loro a mancare la puntuale risposta nell'applicazione delle leggi. Pordenone e Trieste hanno sottoscritto un protocollo di intesa fra Prefettura, Tribunale, Questura, Comando provinciale Carabinieri e Guardia di finanza, Azienda per i servizi sanitari - gli Ambiti - Caritas e i Centri antiviolenza, e questo è sicuramente un esempio da seguire. Anche Udine ha recentemente sottoscritto un accordo tra le Istituzioni e i servizi locali, ma evidentemente non basta la dichiarazione di comunione di intenti per contrastare i comportamenti violenti e gli omicidi di donne ovvero femminicidi.

Nella nostra mente resta sempre un dubbio: per il caso di Basiliano è stato fatto tutto il possibile per aiutare questa donna?

La violenza sulle donne sta diventando un'emergenza ed è quindi da considerarsi un problema sociale la cui soluzione deve diventare dovere comune, responsabilità di tutti. Si devono diffondere e consolidare comportamenti che attuino principi costituzionali come la dignità della persona, il rispetto dell'altro, la libertà individuale. Quindi è necessaria un'azione a livello culturale, scuola e famiglia dovrebbero essere un veicolo fondamentale per l'innesto di questi principi. Dovere della Regione è agevolare con misure economiche e provvidenze il funzionamento di questi veicoli di formazione dei cittadini.

La Commissione regionale pari opportunità, per il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, ha fatto affiggere nei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti una serie di manifesti per sensibilizzare le donne sull'importanza della denuncia, mezzo per tentare di uscire dalla violenza, ma se le Istituzioni non rispondono all'appello coraggioso di queste donne dobbiamo piangerle come due volte vittime, cioè non solo della brutalità del carnefice, ma anche della mancata risposta alla loro coraggiosa e fiduciosa richiesta di aiuto.

Notizie dell'ultima riportano di altri quattro atti di violenza su donne, di cui tre mortali. Il nostro quindi vuole essere un grido di aiuto perché si faccia di più e meglio.