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Comm. pari opportunità sollecita doppia preferenza di genere

17.01.2013
15:37
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/AB - Per sollecitare l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia, la presidente della Commissione regionale pari opportunità Santina Zannier ha inviato la seguente lettera al presidenti Tondo e Franz, e a tutti i consiglieri regionali: "La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna, che nel giugno 2012 ha consegnato al presidente del Consiglio regionale una raccolta di firme (circa 6000) per l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale del Friuli Venezia Giulia, intende ancora una volta sottolineare l'importanza della democrazia paritaria nella nostra regione, rappresentata per il 53% della popolazione da donne: non può esistere una democratica rappresentatività di tutti i cittadini se le donne non sono coinvolte laddove si prendono le decisioni. Situazione attuale: 59 consiglieri, di cui solo 3 donne.

È stato un piacere e un onore consegnare questa petizione, che però ha trovato grandi ostacoli nella V Commissione competente tanto da essere accantonata, nonostante i nostri ripetuti solleciti al suo presidente, per avviare una seria discussione in merito.

Contemporaneamente era stato depositato anche un disegno di legge a firma delle consigliere Menosso e Piccin che purtroppo non ha avuto maggior successo, essendo mancata la volontà di farlo arrivare in Aula. Non è stata recepita la legge 215 del 23 novembre 2012 per l'applicazione della doppia preferenza di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali. La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna chiede al presidente della Regione, al presidente del Consiglio regionale e a tutti i Consiglieri regionali di farsi carico di inserire tale richiesta nelle prossime sedute prima della fine della legislatura.

Le donne elettrici del Friuli Venezia Giulia saranno debitamente informate sull'esito di questa nostra richiesta e sul suo eventuale percorso. Ignorare una petizione di 6000 persone non è sicuramente facile e potrebbe solo inasprire posizioni che risulterebbero assolutamente legittime in una democrazia rappresentativa. Il mondo femminile presterà molta attenzione alle decisioni degli organismi regionali in merito, soprattutto al momento di recarsi alle urne per l'elezione del nuovo Consiglio regionale".