Comm. pari opportunità sollecita doppia preferenza di genere
(ACON) Trieste, 17 gen - COM/AB - Per sollecitare
l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema
elettorale del Friuli Venezia Giulia, la presidente della
Commissione regionale pari opportunità Santina Zannier ha inviato
la seguente lettera al presidenti Tondo e Franz, e a tutti i
consiglieri regionali:
"La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e
donna, che nel giugno 2012 ha consegnato al presidente del
Consiglio regionale una raccolta di firme (circa 6000) per
l'introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema
elettorale del Friuli Venezia Giulia, intende ancora una volta
sottolineare l'importanza della democrazia paritaria nella nostra
regione, rappresentata per il 53% della popolazione da donne: non
può esistere una democratica rappresentatività di tutti i
cittadini se le donne non sono coinvolte laddove si prendono le
decisioni. Situazione attuale: 59 consiglieri, di cui solo 3
donne.
È stato un piacere e un onore consegnare questa petizione, che
però ha trovato grandi ostacoli nella V Commissione competente
tanto da essere accantonata, nonostante i nostri ripetuti
solleciti al suo presidente, per avviare una seria discussione in
merito.
Contemporaneamente era stato depositato anche un disegno di legge
a firma delle consigliere Menosso e Piccin che purtroppo non ha
avuto maggior successo, essendo mancata la volontà di farlo
arrivare in Aula. Non è stata recepita la legge 215 del 23
novembre 2012 per l'applicazione della doppia preferenza di
genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali.
La Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna
chiede al presidente della Regione, al presidente del Consiglio
regionale e a tutti i Consiglieri regionali di farsi carico di
inserire tale richiesta nelle prossime sedute prima della fine
della legislatura.
Le donne elettrici del Friuli Venezia Giulia saranno debitamente
informate sull'esito di questa nostra richiesta e sul suo
eventuale percorso. Ignorare una petizione di 6000 persone non è
sicuramente facile e potrebbe solo inasprire posizioni che
risulterebbero assolutamente legittime in una democrazia
rappresentativa. Il mondo femminile presterà molta attenzione
alle decisioni degli organismi regionali in merito, soprattutto
al momento di recarsi alle urne per l'elezione del nuovo
Consiglio regionale".