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50° Statuto FVG: interventi dei capigruppo consiliari (3)

31.01.2013
14:30
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Si sono quindi susseguiti gli interventi dei presidenti dei Gruppi consiliari.

Per Stefano Alunni Barbarossa, capogruppo di Cittadini-Libertà Civica, oggi la specialità deve poter dare un nuovo impulso economico alla nostra regione, in un rinnovato contesto europeo, attraverso l'uso flessibile degli strumenti fiscali a carico del sistema produttivo, favorendo l'innovazione e la piccola e media impresa; inoltre, va portata avanti con la massima determinazione la valorizzazione del pluralismo linguistico e culturale, ben sapendo che l'allargamento dei confini premierà le regioni che sapranno anticipare uno sviluppo economico e sociale integrato fra i territori circostanti.

Per Alessandro Corazza, capogruppo di Italia dei valori, l'anniversario deve far riflettere sul senso della specialità e sulle prospettive che può offrire ai giovani, su quanto si è riusciti a fare in tema di competitività e quanto per coniugare economia con responsabilità. Oggi pertanto - ha affermato -sento di chiedere che la nostra autonomia sia esercitata non per difesa ma per cogliere le opportunità, per promuovere scelte strutturali, puntando sugli start cup e a una rivoluzione culturale, poiché in una democrazia rappresentativa anche i cittadini hanno una grande responsabilità.

Igor Kocjiancic, capogruppo di Sinistra Arcobaleno, esordendo in sloveno per sottolineare - ha spiegato - uno degli aspetti fondanti della specialità, ovvero la presenza delle minoranze linguistiche, ha anche invitato a valutare quanto si sia veramente valorizzato questo aspetto nelle dieci legislature. Questa specificità rimane, anche in condizioni nuove e mutate, uno degli aspetti dell'autonomia ancora di forte attualità e da implementare. Occorre impostare il confronto, più che sull'abbattimento dei costi, sui modelli di efficienza ed efficacia come fanno in Europa, ha aggiunto evidenziando la contraddizione in atto tra il dibattito italiano e la realtà europea.

Edoardo Sasco (capogruppo UDC,) che ha ricordato i presidenti della regione Alfredo Berzanti, Antonio Comelli e Adriano Biasutti per riassumere storia della specialità e autonomia regionale, ha sottolineato che, di fronte agli interrogativi su come mantenerla e difenderla, vale la capacità dimostrata di svolgere funzioni utili per l'intero sistema: sanità, trasporti, protezione civile, emblemi di una virtuosità che torna utile non solo a noi, ma all'Italia. E ricordando la riduzione dei consiglieri regionali, ha sottolineato che servono nuove modifiche statutarie, che siano di natura pattizia e non unilaterali: non siamo a chiedere la difesa dell'esistente, ma un'autonomia, per pensare localmente e agire globalmente.

Il Friuli Venezia Giulia speciale e autonomo mi ha dato più benessere e più libertà - ha affermato il presidente del Gruppo Misto Roberto Asquini sottolineando che senza autonomia e senza specialità saremmo senza respiro: sono i nostri valori centrali, per noi significano responsabilità e risultato; nessuno ha costruito e ricostruito come noi, nessuno come noi in Italia si paga la sanità, le autostrade, le autonomie locali e i trasporti. Senza specialità tutto questo non ci sarebbe. E c'è responsabiltà anche nei tagli, si impari da noi a farlo - ha sottolineato alludendo al taglio del numero dei consiglieri e affermando che attribuendo alla Regione più poteri istituzionali ci guadagna anche lo Stato.

Questo è un punto di partenza - ha detto Danilo Narduzzi (Lega Nord-Padania) senza indulgere alla nostalgia, pur considerando l'esercizio virtuoso delle nostre competenze e il fatto che la Regione è sempre stata governata bene. L'autonomia non può essere la difesa dell'esistente, ma il far sì che anche le altre Regioni possano avere libertà e autonomia come noi e possano trattenere almeno il 75% delle risorse. Non c'è libertà per noi se non c'è per gli altri - ha affermato sottolineando che oggi l'attacco del centralismo è frontale. L'affossamento del federalismo è emblematica, un modo classico per svuotare i concetti. Per Mauro Travanut, capogruppo del Partito Democratico, questi 50 anni sono stati densi di avvenimenti ben presenti non solo nella memoria e ma anche nel dibattito politico attuale; per questo il significato della giornata non è solo celebrativo. In tutte le regioni incide la crisi del Paese; se è vero che le Regioni possono aver deluso, e non tutte in egual misura, non si deve indulgere al pessimismo sulle sorti dell'istituzione, perché non sappiamo quale sarebbe stato l'ordinamento senza e perchè il risultato è irreversibile. È giusto riconoscere che rispetto al '63 le ragioni che portarono al riconoscimento alla nostra specialità sono in parte mutate e in parte superate, ma restano pur sempre la base, e determinanti.

Infine Daniele Galasso, capogruppo del Pdl, proponendo una verifica se la nostra autonomia sia stata utile al Paese e alla regione, fa parlare i fatti: siamo la meno speciale fra le speciali; gli errori non sono mancati; si è copiato troppo il modello statale, c'è stata troppo autoreferenzialità, si poteva fare di più; ma la nostra specialità ha forgiato qui la cultura della responsabilità, un sistema di sostegno alle imprese, un servizio sanitario sanitario che non ha un euro di debito, un sistema di autonomie indebitato solo per opere di investimento, una protezione civile modello; abbiamo affrontato le crisi positivamente, è stato ridotto il picco di debito della regione, tutto questo disturbando il meno possibile lo Stato. Davanti a questo sforzo, il Governo centrale ci ha mandato la grandine sul raccolto e ci lascia il simulacro dello Statuto.

(segue)