50° Statuto FVG: interventi dei capigruppo consiliari (3)
(ACON) Trieste, 31 gen - MPB - Si sono quindi susseguiti gli
interventi dei presidenti dei Gruppi consiliari.
Per Stefano Alunni Barbarossa, capogruppo di Cittadini-Libertà
Civica, oggi la specialità deve poter dare un nuovo impulso
economico alla nostra regione, in un rinnovato contesto europeo,
attraverso l'uso flessibile degli strumenti fiscali a carico del
sistema produttivo, favorendo l'innovazione e la piccola e media
impresa; inoltre, va portata avanti con la massima determinazione
la valorizzazione del pluralismo linguistico e culturale, ben
sapendo che l'allargamento dei confini premierà le regioni che
sapranno anticipare uno sviluppo economico e sociale integrato
fra i territori circostanti.
Per Alessandro Corazza, capogruppo di Italia dei valori,
l'anniversario deve far riflettere sul senso della specialità e
sulle prospettive che può offrire ai giovani, su quanto si è
riusciti a fare in tema di competitività e quanto per coniugare
economia con responsabilità. Oggi pertanto - ha affermato -sento
di chiedere che la nostra autonomia sia esercitata non per difesa
ma per cogliere le opportunità, per promuovere scelte
strutturali, puntando sugli start cup e a una rivoluzione
culturale, poiché in una democrazia rappresentativa anche i
cittadini hanno una grande responsabilità.
Igor Kocjiancic, capogruppo di Sinistra Arcobaleno, esordendo in
sloveno per sottolineare - ha spiegato - uno degli aspetti
fondanti della specialità, ovvero la presenza delle minoranze
linguistiche, ha anche invitato a valutare quanto si sia
veramente valorizzato questo aspetto nelle dieci legislature.
Questa specificità rimane, anche in condizioni nuove e mutate,
uno degli aspetti dell'autonomia ancora di forte attualità e da
implementare. Occorre impostare il confronto, più che
sull'abbattimento dei costi, sui modelli di efficienza ed
efficacia come fanno in Europa, ha aggiunto evidenziando la
contraddizione in atto tra il dibattito italiano e la realtà
europea.
Edoardo Sasco (capogruppo UDC,) che ha ricordato i presidenti
della regione Alfredo Berzanti, Antonio Comelli e Adriano
Biasutti per riassumere storia della specialità e autonomia
regionale, ha sottolineato che, di fronte agli interrogativi su
come mantenerla e difenderla, vale la capacità dimostrata di
svolgere funzioni utili per l'intero sistema: sanità, trasporti,
protezione civile, emblemi di una virtuosità che torna utile non
solo a noi, ma all'Italia. E ricordando la riduzione dei
consiglieri regionali, ha sottolineato che servono nuove
modifiche statutarie, che siano di natura pattizia e non
unilaterali: non siamo a chiedere la difesa dell'esistente, ma
un'autonomia, per pensare localmente e agire globalmente.
Il Friuli Venezia Giulia speciale e autonomo mi ha dato più
benessere e più libertà - ha affermato il presidente del Gruppo
Misto Roberto Asquini sottolineando che senza autonomia e senza
specialità saremmo senza respiro: sono i nostri valori centrali,
per noi significano responsabilità e risultato; nessuno ha
costruito e ricostruito come noi, nessuno come noi in Italia si
paga la sanità, le autostrade, le autonomie locali e i trasporti.
Senza specialità tutto questo non ci sarebbe. E c'è responsabiltà
anche nei tagli, si impari da noi a farlo - ha sottolineato
alludendo al taglio del numero dei consiglieri e affermando che
attribuendo alla Regione più poteri istituzionali ci guadagna
anche lo Stato.
Questo è un punto di partenza - ha detto Danilo Narduzzi (Lega
Nord-Padania) senza indulgere alla nostalgia, pur considerando
l'esercizio virtuoso delle nostre competenze e il fatto che la
Regione è sempre stata governata bene. L'autonomia non può essere
la difesa dell'esistente, ma il far sì che anche le altre Regioni
possano avere libertà e autonomia come noi e possano trattenere
almeno il 75% delle risorse. Non c'è libertà per noi se non c'è
per gli altri - ha affermato sottolineando che oggi l'attacco del
centralismo è frontale. L'affossamento del federalismo è
emblematica, un modo classico per svuotare i concetti.
Per Mauro Travanut, capogruppo del Partito Democratico, questi 50
anni sono stati densi di avvenimenti ben presenti non solo nella
memoria e ma anche nel dibattito politico attuale; per questo il
significato della giornata non è solo celebrativo. In tutte le
regioni incide la crisi del Paese; se è vero che le Regioni
possono aver deluso, e non tutte in egual misura, non si deve
indulgere al pessimismo sulle sorti dell'istituzione, perché non
sappiamo quale sarebbe stato l'ordinamento senza e perchè il
risultato è irreversibile. È giusto riconoscere che rispetto al
'63 le ragioni che portarono al riconoscimento alla nostra
specialità sono in parte mutate e in parte superate, ma restano
pur sempre la base, e determinanti.
Infine Daniele Galasso, capogruppo del Pdl, proponendo una
verifica se la nostra autonomia sia stata utile al Paese e alla
regione, fa parlare i fatti: siamo la meno speciale fra le
speciali; gli errori non sono mancati; si è copiato troppo il
modello statale, c'è stata troppo autoreferenzialità, si poteva
fare di più; ma la nostra specialità ha forgiato qui la cultura
della responsabilità, un sistema di sostegno alle imprese, un
servizio sanitario sanitario che non ha un euro di debito, un
sistema di autonomie indebitato solo per opere di investimento,
una protezione civile modello; abbiamo affrontato le crisi
positivamente, è stato ridotto il picco di debito della regione,
tutto questo disturbando il meno possibile lo Stato. Davanti a
questo sforzo, il Governo centrale ci ha mandato la grandine sul
raccolto e ci lascia il simulacro dello Statuto.
(segue)