Convegno 50° specialità: pres. Consiglio regionale, Franz (1)
(ACON) Udine, 8 mar - COM/RC - Si è svolto a Udine,
nell'Auditorium del palazzo della Regione, in via Sabbadini, il
convegno "La specialità del Friuli Venezia Giulia a 50 anni dalla
nascita dello Statuto", organizzato dal Consiglio regionale con
la collaborazione dell'Associazione consiglieri. Obiettivo
prefisso: proporre una riflessione sull'autonomia della nostra
Regione e sulle sue prospettive future. A collaborare per la
piena riuscita dell'evento, che segue quello svoltosi il 31
gennaio scorso nell'Aula consiliare di Trieste, le Università di
Udine e di Trieste attraverso i docenti di diritto Paolo
Giangaspero e Leopoldo Coen.
È stato il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, ad
avviare i lavori. Le ragioni storiche - ha esordito - che hanno
determinato il nostro particolare assetto istituzionale (la
delicata situazione confinaria a Est sul piano internazionale a
seguito delle vicende belliche; l'arretratezza economica di
larghe porzioni del territorio; la presenza di minoranze
linguistiche; la presenza di marcate diversità territoriali) sono
radicalmente cambiate rispetto al 1963. E lo stesso dicasi per la
situazione economica, che non è più quella difficile dei primi
anni '60.
Alla Cortina di ferro della Guerra fredda si è sostituito un
confine fra Stati appartenenti all'Unione europea, per cui la
Regione si trova al centro di relazioni economiche, sociali e
culturali destinate a intensificarsi. Anche la questione delle
minoranze storiche presenti sul territorio è cambiata, ora
riconducibile alla necessità di valorizzare un forte pluralismo
linguistico e culturale.
La domanda che ha quindi posto Franz è se la nostra specialità
abbia ancora un senso. E la risposta, per il presidente, è
affermativa, seppure dovendo dare una nuova chiave di lettura
alle tre minoranze storico-linguistiche e al nuovo flusso
insediativo, nonché a un allargamento a Est dell'Unione europea
dopo l'eliminazione dei residui ostacoli alla circolazione di
beni e fattori produttivi, che espongono questa Regione, molto
più di altre, ai rischi di un declino economico se non saprà
reggere la concorrenza delle nuove aree produttive.
L'Assemblea costituente volle dare alla nostra Regione una
accentuata autonomia in materia economica, assegnandole la
competenza in molti settori produttivi non previsti dall'articolo
117 della Costituzione per le Regioni ordinarie, come l'industria
e il commercio, la pesca, l'economia montana, la cooperazione, le
miniere, l'ordinamento delle Casse di risparmio e rurali, nella
convinzione, come effettivamente accadde - ha rimarcato - che le
politiche economiche regionali potessero far decollare lo
sviluppo del Friuli Venezia Giulia.
Ed è proprio sfruttando la specialità, che per Franz si devono
ricreare le condizioni per la ripresa economica e sociale di
questa terra. Questo convegno - ha detto - ha, tra le sue
finalità, anche il compito di indagare i possibili margini di
intervento del legislatore regionale, stretto fra la normativa
statale e quella comunitaria, per attuare una politica di
crescita. In tal senso, come previsto nell'ambito del Protocollo
d'intesa in materia finanziaria del 29 ottobre 2010 recepito
dalla legge di stabilità 2011, auspico che si dia rapida
attuazione ai nuovi poteri in materia di autonomia tributaria
attribuiti alla Regione. Si tratta dell'opportunità di avere
maggiore manovrabilità sul prelievo fiscale del sistema
produttivo regionale.
Si è arrivati ad affermare che la specialità si risolve in un
privilegio finanziario soprattutto dalla fine degli anni '90, a
seguito dell'entrata in vigore delle leggi Bassanini con le quali
si è realizzato il massimo decentramento possibile a Costituzione
invariata; successivamente, con la revisione costituzionale del
1999 che ha inaugurato una nuova stagione statutaria; infine con
la riforma, nel 2001, del Titolo V della Costituzione che ha
ridefinito gli ambiti di competenza legislativa delle Regioni,
ampliandoli significativamente.
Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, ritengo che non si
possa assolutamente parlare di "privilegio finanziario" dal
momento che la nostra Regione continua a sobbarcarsi importanti
funzioni, fra cui la sanità, l'ordinamento locale e il suo
finanziamento, la viabilità e i trasporti, utilizzando risorse di
molto inferiori rispetto a quelle attribuite alle altre Regioni
speciali.
La riforma federalista prevista dalla legge n. 42 del 2009 - ha
aggiunto il presidente Franz - avrebbe dovuto avviare un percorso
di ridefinizione dell'assetto dei rapporti economici e finanziari
tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, volto a completare il
processo di valorizzazione del sistema delle autonomie
territoriali. La delega, conferita al Governo, rispondeva a un
più ampio e coerente disegno evolutivo in senso autonomistico e
federalistico dell'ordinamento della Repubblica e rappresentava
un'occasione storica per una razionalizzazione del sistema
finanziario pubblico, in cui il federalismo fiscale è considerato
un fattore di responsabilizzazione delle Amministrazioni.
Purtroppo tale percorso, a mio giudizio virtuoso, ha subito un
repentino arresto e, come auspicato dal presidente della Corte
costituzionale Franco Gallo ospite del Consiglio regionale in
occasione della cerimonia solenne del 31 gennaio scorso, dovrebbe
essere ripreso.
Al contrario, per Franz si sono delineate nuove tendenze
centraliste che hanno messo in discussione il lungo percorso
fatto sinora. Invece, si dovrebbero responsabilizzare le realtà
più vicine ai cittadini imponendo che rispondessero direttamente
su come impiegano le risorse pubbliche.
A suo dire, non è necessario solo rafforzare la nostra
specialità, ma adoperarsi affinché anche le altre Regioni possano
ottenere maggiori margini di autonomia, in particolar modo
finanziaria.
Quanto alle sfide che attendono la nostra Regione, si va da nuovi
rapporti con lo Stato per attuare la fiscalità di vantaggio alla
necessità di contrattare un patto di stabilità sostenibile da
parte delle Autonomie locali. Le ultime leggi di stabilità (2011,
2012 e 2013) e i decreti legge di risanamento finanziario
stabiliscono unilateralmente l'obiettivo, imponendo riduzioni
crescenti delle spese finali, sia in termini di impegni che di
pagamenti, correlate a riduzioni crescenti del livello delle
entrate previste dallo Statuto a titolo di compartecipazione ai
tributi erariali. Tali disposizioni, assieme alla legge di
stabilità 2013, sono ora al centro di un complesso contenzioso
costituzionale fra Stato e Regione che Franz auspica possa
trovare una rapida soluzione a favore dell'autonomia finanziaria
regionale.
Il presidente del Consiglio regionale ritiene, infine, di
assoluta importanza una riforma dell'ordinamento degli Enti
locali della Regione volta alla razionalizzazione dell'apparato
amministrativo, per la riduzione dei costi e la semplificazione
burocratica. In tal senso ha ricordato la proposta di legge
costituzionale, voluta dall'attuale Consiglio regionale, di
modifica dello Statuto di autonomia approvata dal Parlamento a
fine gennaio, in virtù della quale i consiglieri regionali sono
stati ridotti da 59 a 49.
(foto; immagini tv)
(segue)