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Convegno 50° specialità: pres. Consiglio regionale, Franz (1)

08.03.2013
10:49
(ACON) Udine, 8 mar - COM/RC - Si è svolto a Udine, nell'Auditorium del palazzo della Regione, in via Sabbadini, il convegno "La specialità del Friuli Venezia Giulia a 50 anni dalla nascita dello Statuto", organizzato dal Consiglio regionale con la collaborazione dell'Associazione consiglieri. Obiettivo prefisso: proporre una riflessione sull'autonomia della nostra Regione e sulle sue prospettive future. A collaborare per la piena riuscita dell'evento, che segue quello svoltosi il 31 gennaio scorso nell'Aula consiliare di Trieste, le Università di Udine e di Trieste attraverso i docenti di diritto Paolo Giangaspero e Leopoldo Coen.

È stato il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, ad avviare i lavori. Le ragioni storiche - ha esordito - che hanno determinato il nostro particolare assetto istituzionale (la delicata situazione confinaria a Est sul piano internazionale a seguito delle vicende belliche; l'arretratezza economica di larghe porzioni del territorio; la presenza di minoranze linguistiche; la presenza di marcate diversità territoriali) sono radicalmente cambiate rispetto al 1963. E lo stesso dicasi per la situazione economica, che non è più quella difficile dei primi anni '60.

Alla Cortina di ferro della Guerra fredda si è sostituito un confine fra Stati appartenenti all'Unione europea, per cui la Regione si trova al centro di relazioni economiche, sociali e culturali destinate a intensificarsi. Anche la questione delle minoranze storiche presenti sul territorio è cambiata, ora riconducibile alla necessità di valorizzare un forte pluralismo linguistico e culturale.

La domanda che ha quindi posto Franz è se la nostra specialità abbia ancora un senso. E la risposta, per il presidente, è affermativa, seppure dovendo dare una nuova chiave di lettura alle tre minoranze storico-linguistiche e al nuovo flusso insediativo, nonché a un allargamento a Est dell'Unione europea dopo l'eliminazione dei residui ostacoli alla circolazione di beni e fattori produttivi, che espongono questa Regione, molto più di altre, ai rischi di un declino economico se non saprà reggere la concorrenza delle nuove aree produttive.

L'Assemblea costituente volle dare alla nostra Regione una accentuata autonomia in materia economica, assegnandole la competenza in molti settori produttivi non previsti dall'articolo 117 della Costituzione per le Regioni ordinarie, come l'industria e il commercio, la pesca, l'economia montana, la cooperazione, le miniere, l'ordinamento delle Casse di risparmio e rurali, nella convinzione, come effettivamente accadde - ha rimarcato - che le politiche economiche regionali potessero far decollare lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia.

Ed è proprio sfruttando la specialità, che per Franz si devono ricreare le condizioni per la ripresa economica e sociale di questa terra. Questo convegno - ha detto - ha, tra le sue finalità, anche il compito di indagare i possibili margini di intervento del legislatore regionale, stretto fra la normativa statale e quella comunitaria, per attuare una politica di crescita. In tal senso, come previsto nell'ambito del Protocollo d'intesa in materia finanziaria del 29 ottobre 2010 recepito dalla legge di stabilità 2011, auspico che si dia rapida attuazione ai nuovi poteri in materia di autonomia tributaria attribuiti alla Regione. Si tratta dell'opportunità di avere maggiore manovrabilità sul prelievo fiscale del sistema produttivo regionale.

Si è arrivati ad affermare che la specialità si risolve in un privilegio finanziario soprattutto dalla fine degli anni '90, a seguito dell'entrata in vigore delle leggi Bassanini con le quali si è realizzato il massimo decentramento possibile a Costituzione invariata; successivamente, con la revisione costituzionale del 1999 che ha inaugurato una nuova stagione statutaria; infine con la riforma, nel 2001, del Titolo V della Costituzione che ha ridefinito gli ambiti di competenza legislativa delle Regioni, ampliandoli significativamente.

Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, ritengo che non si possa assolutamente parlare di "privilegio finanziario" dal momento che la nostra Regione continua a sobbarcarsi importanti funzioni, fra cui la sanità, l'ordinamento locale e il suo finanziamento, la viabilità e i trasporti, utilizzando risorse di molto inferiori rispetto a quelle attribuite alle altre Regioni speciali.

La riforma federalista prevista dalla legge n. 42 del 2009 - ha aggiunto il presidente Franz - avrebbe dovuto avviare un percorso di ridefinizione dell'assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, volto a completare il processo di valorizzazione del sistema delle autonomie territoriali. La delega, conferita al Governo, rispondeva a un più ampio e coerente disegno evolutivo in senso autonomistico e federalistico dell'ordinamento della Repubblica e rappresentava un'occasione storica per una razionalizzazione del sistema finanziario pubblico, in cui il federalismo fiscale è considerato un fattore di responsabilizzazione delle Amministrazioni. Purtroppo tale percorso, a mio giudizio virtuoso, ha subito un repentino arresto e, come auspicato dal presidente della Corte costituzionale Franco Gallo ospite del Consiglio regionale in occasione della cerimonia solenne del 31 gennaio scorso, dovrebbe essere ripreso.

Al contrario, per Franz si sono delineate nuove tendenze centraliste che hanno messo in discussione il lungo percorso fatto sinora. Invece, si dovrebbero responsabilizzare le realtà più vicine ai cittadini imponendo che rispondessero direttamente su come impiegano le risorse pubbliche.

A suo dire, non è necessario solo rafforzare la nostra specialità, ma adoperarsi affinché anche le altre Regioni possano ottenere maggiori margini di autonomia, in particolar modo finanziaria.

Quanto alle sfide che attendono la nostra Regione, si va da nuovi rapporti con lo Stato per attuare la fiscalità di vantaggio alla necessità di contrattare un patto di stabilità sostenibile da parte delle Autonomie locali. Le ultime leggi di stabilità (2011, 2012 e 2013) e i decreti legge di risanamento finanziario stabiliscono unilateralmente l'obiettivo, imponendo riduzioni crescenti delle spese finali, sia in termini di impegni che di pagamenti, correlate a riduzioni crescenti del livello delle entrate previste dallo Statuto a titolo di compartecipazione ai tributi erariali. Tali disposizioni, assieme alla legge di stabilità 2013, sono ora al centro di un complesso contenzioso costituzionale fra Stato e Regione che Franz auspica possa trovare una rapida soluzione a favore dell'autonomia finanziaria regionale.

Il presidente del Consiglio regionale ritiene, infine, di assoluta importanza una riforma dell'ordinamento degli Enti locali della Regione volta alla razionalizzazione dell'apparato amministrativo, per la riduzione dei costi e la semplificazione burocratica. In tal senso ha ricordato la proposta di legge costituzionale, voluta dall'attuale Consiglio regionale, di modifica dello Statuto di autonomia approvata dal Parlamento a fine gennaio, in virtù della quale i consiglieri regionali sono stati ridotti da 59 a 49.

(foto; immagini tv)

(segue)