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Pres. Iacop a presentazione volume "I sindaci della Liberazione"

31.05.2013
17:27
(ACON) Udine, 31 mag - MPB - "Il libro di Giannino Angeli e Amos D'Antoni 'I Sindaci della liberazione' è un saggio che si qualifica come uno straordinario contributo storico messo a disposizione degli amministratori di oggi e di tutti i cittadini con il racconto della vita e delle difficoltà incontrate dalle Autonomie locali, in particolare nei primi anni del dopoguerra. Un pezzo della storia contemporanea del Friuli Venezia Giulia tracciato con rigore scientifico e una passione civile che approfondisce questioni di carattere più generale entrando anche nell'analisi sociologica, antropologica e culturale. Senza trascurare cenni biografici di diversi dei 185 sindaci della Liberazione e aneddoti che restituiscono uno spaccato della nostra storia recente, rendendo quel tempo più vicino e il confronto con l'attualità ancor più stringente".

Il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha così espresso il plauso per il volume, la cui pubblicazione è stata promossa dall'Associazione dei già sindaci del Friuli Venezia Giulia di cui fanno parte i due autori, presentato a Udine nel salone d'onore della Provincia davanti a una folta platea di amministratori di ieri e di oggi.

"Numerosi dei nomi di quei sindaci sono nella memoria di molti di noi, le loro vicende sono un patrimonio importante per approfondire la storia dei nostri paesi: l'auspico è che il lavoro dei due autori sia un'eredità feconda e possa trovare continuità in altre iniziative, magari portate avanti da giovani ricercatori" - ha concluso Iacop.

La stagione storica analizzata parte indicativamente dall'ottobre del '45, anche se non mancano i riferimenti alla nascita delle Autonomie locali in tempi remoti e lo scenario geografico è la provincia di Udine che, all'epoca, comprendeva anche il territorio che nel 1968 divenne la provincia di Pordenone: dai sindaci "provvisori" indicati dai CLN e nominati, tramite i Prefetti, dal Governatore militare, alle prime elezioni comunali, dopo vent'anni di dittatura, svoltesi - in una decina di turni - tra il marzo del '46 e il luglio dell'anno dopo. Sullo sfondo, la preparazione del referendum monarchia-repubblica e le vicende dei governi nazionali guidati da Bonomi, Parri e per quattro volte da De Gasperi, ma anche il confronto fra le forze politiche in campo e i primi appelli a Udine da parte di Tessitori per la Regione autonoma.

Nell'elenco dei 185 sindaci si incontrano molti sconosciuti scomparsi dalla scena dopo pochi mesi, ma anche personaggi noti, che hanno fatto da garanti con il loro nome e in alcuni casi hanno proseguito nella carriera politica. Per esempio, Giovanni Cosattini a Udine, Luciano Fantoni a Gemona, Giovanni Brosadola a Cividale, Pietro Tonchia a Tarcento, Zeffirino Tomé a Casarsa, due uomini di scuola come Giobatta Passone a Bertiolo e Angelo Filipuzzi a San Giorgio della Richinvelda, i nobili Mangilli a Talmassons e Panciera a Zoppola. Il Sindaco della Liberazione più giovane risultò Mario De Paoli, 22 anni, di Andreis, operaio tornitore; il più anziano il professor Augusto Lizier, 76 anni, già provveditore agli studi di Venezia, eletto sindaco a Travesio, dove risiedeva. Non mancano le annotazioni circa i mestieri e le professioni di quei sindaci della prima ora: agricoltori per il 18%; insegnanti (15%); tecnici (ingegneri, geometri, periti e ragionieri - 14%); operai (12%); artigiani (9%); impiegati(8%); possidenti e liberi professionisti (avvocati, medici, farmacisti - 7%); commercianti ed esercenti (6%); il 4% industriali.

Tra i personaggi, a Udine troviamo ancora l'avvocato Giovanni Cosattini, socialista, eletto alla Costituente e dal '48 anche senatore della Repubblica, e a Pordenone l'ingegner Giuseppe Garlato, democristiano, sindaco e parlamentare fino al 1969. A Gemona confermato dal voto l'avvocato Fantoni (poi presidente della Provincia e senatore) e a Cividale l'avvocato Brosadola. A Buttrio primo sindaco eletto è stato l'ingegner Luigi Danieli, fondatore delle omonime Acciaierie, mentre a Fagagna nasceva la ventennale esperienza di Aldo Pecile, sindaco e amministratore esemplare della località collinare.

Un altro Sindaco della Liberazione che fece molto, ma poi sparì come una meteora, fu quello di Tolmezzo, Livio Pesce, socialista, 36 anni, commerciante, figlio di Anna Braidotti Coccolo, nota agli udinesi perché aveva una fabbrica di fiammiferi in piazzale Chiavris, dove ora c'è il giardino pubblico. Pesce riavviò i buoni rapporti con la Carinzia, interrotti dalla guerra, e propose iniziative non da poco (spiaggia e piscina sul But, un progetto per l'emigrazione carnica in Paraguay) che non riuscì a far proseguire per la brevità del suo mandato.