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Pdl: Ziberna, fare chiarezza su moria api e utilizzo pesticidi

21.09.2013
14:20
(ACON) Trieste, 21 set - COM/AB - "Qual è lo stato della moria delle api nella nostra regione e quali effetti potrebbe avere la moratoria di alcuni pesticidi imposta per due anni dall'Unione europea?"

A porre il quesito è il vicecapogruppo Pdl in Consiglio regionale Rodolfo Ziberna in un'interpellanza alla Giunta.

"Negli ultimi anni - rileva Ziberna - si è assistito a un aumento della sindrome da spopolamento delle api, o meglio della drastica riduzione di questi insetti essenziali per l'impollinazione delle piante da fiore, ma anche di molte coltivazioni e di piante da frutto come mandorli, meli e mirtilli. La prima causa del fenomeno va sicuramente attribuita agli insetticidi usati per proteggere le coltivazioni. Si tratta di pesticidi, in particolare i neonicotinoidi, che agiscono sul sistema nervoso degli insetti e che, secondo studi approfonditi europei e nazionali, sono i principali responsabili di una moria che non ha precedenti, nonostante i colossi della chimica agricola neghino ogni imputazione".

"Per questo lo scorso aprile la Commissione dell'UE, sulla base di un rapporto dell'EFSA, l'Autorità per la sicurezza alimentare, ha messo al bando tre pesticidi a base di neonicotinoidi, considerati colpevoli di decimare le colonie di api che, in certe regioni, si sono ridotte del 30%. Esami scientifici parlano, infatti, di un'azione sui sistemi nervosi degli insetti da parte di queste sostanze, oltre ad ammettere (minori) effetti sui mammiferi, mentre alcuni esperti sono più pessimisti nel convincimento che i neonicotinoidi uccidono le api e si disperdono nell'aria e inquinano le falde, trasformandosi in un potenziale problema anche per l'uomo".

"Nel FVG un'indagine di alcuni anni fa condotta dal Laboratorio apistico regionale - prosegue l'esponente del Pdl - aveva evidenziato come, in corrispondenza della semina del mais, ci siano stati spopolamenti degli alveari e una mortalità del 72% delle colonie soggette a indagine. In Italia erano, invece, 50.000 gli alveari contaminati e risultava dimezzata la popolazione delle api, con una perdita di miele che variava dal 40% al 60%, con un conseguente danno economico stimato dall'Associazione apicoltori italiani in 250 milioni di euro".

"Vista la gravità del fenomeno - conclude Ziberna - sarebbe utile conoscere lo stato del fenomeno in FVG e quali effetti potrebbero avere i pesticidi interessati sulla salute dell'uomo".