Pdl: Ziberna, fare chiarezza su moria api e utilizzo pesticidi
(ACON) Trieste, 21 set - COM/AB - "Qual è lo stato della moria
delle api nella nostra regione e quali effetti potrebbe avere la
moratoria di alcuni pesticidi imposta per due anni dall'Unione
europea?"
A porre il quesito è il vicecapogruppo Pdl in Consiglio regionale
Rodolfo Ziberna in un'interpellanza alla Giunta.
"Negli ultimi anni - rileva Ziberna - si è assistito a un aumento
della sindrome da spopolamento delle api, o meglio della drastica
riduzione di questi insetti essenziali per l'impollinazione delle
piante da fiore, ma anche di molte coltivazioni e di piante da
frutto come mandorli, meli e mirtilli. La prima causa del
fenomeno va sicuramente attribuita agli insetticidi usati per
proteggere le coltivazioni. Si tratta di pesticidi, in
particolare i neonicotinoidi, che agiscono sul sistema nervoso
degli insetti e che, secondo studi approfonditi europei e
nazionali, sono i principali responsabili di una moria che non ha
precedenti, nonostante i colossi della chimica agricola neghino
ogni imputazione".
"Per questo lo scorso aprile la Commissione dell'UE, sulla base
di un rapporto dell'EFSA, l'Autorità per la sicurezza alimentare,
ha messo al bando tre pesticidi a base di neonicotinoidi,
considerati colpevoli di decimare le colonie di api che, in certe
regioni, si sono ridotte del 30%. Esami scientifici parlano,
infatti, di un'azione sui sistemi nervosi degli insetti da parte
di queste sostanze, oltre ad ammettere (minori) effetti sui
mammiferi, mentre alcuni esperti sono più pessimisti nel
convincimento che i neonicotinoidi uccidono le api e si
disperdono nell'aria e inquinano le falde, trasformandosi in un
potenziale problema anche per l'uomo".
"Nel FVG un'indagine di alcuni anni fa condotta dal Laboratorio
apistico regionale - prosegue l'esponente del Pdl - aveva
evidenziato come, in corrispondenza della semina del mais, ci
siano stati spopolamenti degli alveari e una mortalità del 72%
delle colonie soggette a indagine. In Italia erano, invece,
50.000 gli alveari contaminati e risultava dimezzata la
popolazione delle api, con una perdita di miele che variava dal
40% al 60%, con un conseguente danno economico stimato
dall'Associazione apicoltori italiani in 250 milioni di euro".
"Vista la gravità del fenomeno - conclude Ziberna - sarebbe utile
conoscere lo stato del fenomeno in FVG e quali effetti potrebbero
avere i pesticidi interessati sulla salute dell'uomo".