PD: mozione per riformare legislazione sulla cittadinanza
(ACON) Trieste, 24 ott - COM/AB - La presenza degli stranieri
nel nostro Paese supera ormai la soglia dei 5 milioni (dossier
statistico Caritas e Migrantes 2012), e rappresenta l'8,2% della
popolazione. Il 22% di queste persone ha meno di 18 anni e molti
sono bambini e ragazzi nati o cresciuti nel nostro Paese.
Nell'anno scolastico 2011-2012 si contavano 752.000 alunni
stranieri, di cui ben 334.000 nati in Italia, ovvero il 44% del
totale.
Sono i dati riportati nella mozione presentata in Consiglio
regionale dal gruppo PD sulla riforma delle norme di
cittadinanza, proprio per illustrare l'importanza del problema.
Le migliaia di bambini nati in Italia da genitori stranieri non
possono accedere alla cittadinanza se non con modalità molto
ristrette e dopo un lungo periodo burocratico. Infatti, la legge
nazionale vigente prevede che questi ragazzi possano diventare
cittadini italiani solamente dopo il compimento del 18° anno di
età e con la dimostrazione di avere risieduto regolarmente e
ininterrottamente in Italia, anche se di fatto hanno frequentato
i nostri asili e le nostre scuole, conoscono la lingua, le
tradizioni, i costumi.
"In Friuli Venezia Giulia il fenomeno è notevole - precisa Franco
Codega, primo firmatario della mozione - e nel passato anno
scolastico si registravano 18.000 alunni stranieri nelle nostre
scuole, di cui ben 7.700 nati in Italia. Si tratta, quindi, di
una realtà di cui non si può non tenere conto".
La mozione, sottoscritta anche dal capogruppo Shaurli e dai
consiglieri Da Giau, Zecchinon e Travanut, rileva come la
mancanza di pari diritti per i bambini nati in Italia da genitori
stranieri e bambini nati da genitori italiani sia in contrasto
con l'articolo 3 della nostra Costituzione, che garantisce pari
dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge senza alcuna
distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni
politiche, condizioni personali e sociali.
Nel documento, che verrà portato al voto del Consiglio, si
ricordano la decisa presa di posizione del presidente della
Repubblica a favore dello "Ius soli" e le numerose proposte di
legge di modifica dell'attuale normativa sulla cittadinanza
depositate in Parlamento.
Inoltre si fa riferimento ai risultati della Campagna "L'Italia
sono anch'io", promossa da una trentina di associazioni e
organizzazioni nazionali con centinaia di migliaia di firme e gli
atti di indirizzo approvati da Enti Locali e Consigli regionali
in tutta Italia a favore della revisione della legislazione sulla
cittadinanza.
La mozione auspica che il Parlamento approvi la riforma
introducendo il principio dello "Ius Soli" e a questo proposito
chiede che i presidenti del Consiglio e della Giunta si attivino
in tal senso presso i presidenti della Camera dei deputati e del
Senato.