V Comm: Paritetica, linee indirizzo componenti regionali
(ACON) Trieste, 11 feb - MPB - Prima riunione della V
Commissione - presieduta da Vincenzo Martines (PD), allargata ai
capigruppo delle forze consiliari, presenti il presidente del
Consiglio regionale Franco Iacop, mentre la Giunta era
rappresentata dall'assessore Gianni Torrenti - per lavorare alla
predispsizione del documento con le linee di indirizzo politico
da consegnare ai tre componenti regionali della Commissione
paritetica Stato-Regione per le norme di attuazione dello statuto
di autonomia del Friuli Venezia Giulia.
Oggi l'avvio di un percorso, statutariamente previsto, a partire
dal contributo elaborato dalla Giunta regionale sulle tematiche
riguardanti la Paritetica offerte a un primo dibattito della
Commissione regionale e che sfocerà in un testo che, sotto forma
di mozione, sarà portato all'approvazione dell'Assemblea
consiliare il 25 febbraio - ha spiegato Martines, indicando anche
le tappe intermedie. Infatti, prima della stesura del documento
definitivo, la bozza che sarà elaborata a partire dal dibattito
odierno sarà al centro dei lavori della nuova riunione che la V
Commissione ha già fissato per la prossima settimana, il 18
febbraio, quando incontrerà i tre componenti della Paritetica,
dando così seguito alla richiesta del consigliere Renzo Tondo
che, in qualità di portavoce della coalizione del centrodestra in
Consiglio regionale, l'aveva avanzata per l'importanza di tali
indirizzi nel rapporto con lo Stato per i prossimi anni se non
per l'intera XI legislatura. Una data, quella del 18, stabilita
in funzione anche della prima riunione della Commissione
paritetica fissata per il 20 febbraio a Roma. E se la giornata
del 18 sarà interamente dedicata alla stersura definitiva del
testo della mozione, l'impegno in calendario per la Commissione è
anche quello di sentire il presidente della Paritetica Riccardo
Illy prima della seduta del Consiglio regionale il 25 febbraio.
Percorso e contenuti del dibattito non hanno potuto prescindere
dal contesto in cui si sta lavorando, con il dibattito aperto a
livello nazionale sul Titolo V della Costituzione (riguarda i
rapporti che intercorrono tra Stato e Autonomie locali) e che ha
riacceso in maniera stringente i riflettori sul tema del
regionalismo e della specialità regionale.
L'ha ricordato Martines, sottolineando che "sussidiarietà e
regionalimsmo sono temi che hanno un impianto europeo che non
vorremmo venissero messi in discussione", e ne ha parlato il
presidente del Consiglio Iacop, anche in veste di
neo-coordinatore delle Assemblee legislative delle Regioni a
Statuto speciale. Un atto di indirizzo che non può essere
considerato una formalità, ma che comporta una riflessione su
funzioni e competenze della nostra Regione rispetto allo Stato, e
anche rispetto alle altre Regioni speciali, tutte diverse e tutte
specifiche, e una valutazione sulla decennale esperienza derivata
dalla riforma del Titolo V e sulla sostenibilità di questo
modello. Nella definizione delle linee guida, pertanto, deve
rientrare anche una riflessione sulla capacità di gestione delle
competenze e su una specialità che è espressione non di
privilegio, ma di autonomia qualificata messa a servizio del
Paese.
E l'argomento è ritornato via via negli interventi dei
consiglieri, dopo che l'assessore Torrenti aveva riassunto i
punti qualificanti la traccia proposta dalla Giunta, precisando
il peso della Commissione paritetica che esprime pareri
definitivi, obbligatori ma non vincolanti, sugli schemi dei
decreti legislativi che il Governo si appresta defintivamente ad
adottare: pareri non vincolanti, ma che impediscono al Governo -
come ha chiarito la Corte costituzionale - di modificare o
integrare il testo su cui la Commissione abbia esercitato la sua
funzione consultiva.
Le tematiche trattate nel documento giuntale riguardano lingue
minoritarie, beni culturali e ambientali, demanio idrico, enti
locali, viabilità, Porto di Monfalcone, istruzione, sanità,
università, Foresta di Tarvisio, edilizia in zone sismiche,
statistica, giustizia, rapporti internazionali e comunitari,
concessioni idroelettriche, ammortizzatori sociali, federalismo
demaniale, federalismo fiscale.
Dagli interventi dei consiglieri gli approfondimenti sul tema
della specialità e sull'approccio metodologico nel fornire le
indicazioni di indirizzo alla Commissione, trovando un
coordinamento politico su alcuni obiettivi, con anche una azione
propria del Consiglio regionale in quanto espressione di una
comunità che in esso si riconosce che, senza sovrapporsi alla
Paritertica, esprima con unità di intenti un indirizzo politico
che vada a integrare le linee guida della Giunta.
Un auspicio formulato da Iacop e condiviso da Martines, al
termine del dibattito aperto da Renzo Tondo (Misto), che aveva
posto una questione di metodo invitando a puntare su alcuni
obiettivi su cui trovare un coordinamento politico per evitare di
affondare nella palude romana. E se per Pietro Paviotti
(Cittadini) oltre alla sanità anche l'istruzione è un campo
importante per gestire in autonomia un servizio, Alessandro
Colautti (NCD) sottolineando che quella del Titolo V è una
riforma incompiuta che ha lasciato troppe zone grige, ha
sollecitato a trovare condivisoni politiche per accompagnare il
lavoro della Commissione paritetica appunto con una presa di
posizione, per esempio un ordine del giorno del Consiglio
regionale. Riccardo Riccardi (FI), soffermandosi sulle
prospettive di una revisione dell'architettua istituzionale, ha
evidenziato come l'attacco alla specialità possa concretizzarsi o
per via costituzionale o finanziaria e ha invitato a porre
attenzione ai trasferimenti di competenze.
Per Giulio Lauri (SEL), le questioni prioritarie sono fiscalità
di vantaggio, rapporti internazionali e sanità, e in parallelo il
Consiglio regionale istituzionalmente deve difendere la
specialità del Friuli Venezia Giulia e il regionalismo contro il
neocentralismo. Luca Ciriani (NCD) ha invitato a concentrare
l'attenzione sulla leva finanziaria, poichè - ha detto - non
siamo a chiedere privilegi ma di poter amministrare risorse
certe in modo libero, ovvero l'autonomia finanziaria di un
bilancio meno rigido. Roberto Dipiazza (FI), ricordando
l'esperienza del sisma in cui si diede prova di efficacia e
autonomia, mentre oggi per ogni cosa si corre a Roma, ha invitato
a un chiarimento sull'avere l'autonomia e la capacità di
risolvere i nostri problemi.
Per la riforma del Titolo V non possiamo contare sulla
Paritetica, ma solo sul Consiglio regionale - ha detto Cristiano
Shaurli (PD) evidenziando che i primi nostri antagonisti sono
proprio le Regioni ordinarie. Sul tema della specialità e del
regionalismo occorre la capacità di dimostrare l'esperienza
positiva, e in questo è importante anche il ruolo del presidente
Iacop in quanto coordinatore dei Consigli delle Regioni speciali.
Ma su questi temi occorre trasversalità con le forse politiche e
con le Regioni, non ci possono essere maggioranza e minoranza;
quanto al Titolo V, quando la riforma sarà declinata, atto utile
sarà la creazione di una Commissione speciale sull'argomento.
Elena Bianchi (M5S) ha invitato a un approccio pragmatico per
quanto concerne la Paritetica e ha indicato come temi su cui
concentrare l'attenzione il federalismo demaniale in generale e,
in particolare, il completamento dell'assetto del demanio idrico,
aggiungendo poi il recupero delle caserme dismesse. Infine,
Claudio Violino (LN), che ha sottolineato come la nostra
specialità sia la più debole, la più vicina alle ordinarie: per
questo occorre far valere che lo Statuto del 1963 è un patto
costituzionale con lo Stato, è un'intesa per cui ogni cosa che
riguarda il Friuli Venezia Giulia deve essere condivisa; dunque
d'accordo con l'appello per l'unità di intenti, e anche con le
altre Regioni; come Consiglio regionale - ha concluso - non siamo
autoreferenziali, ma espressione di una comunità che nella
specialità crede.
(immagini tv)