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V Comm: Paritetica, linee indirizzo componenti regionali

11.02.2014
16:45
(ACON) Trieste, 11 feb - MPB - Prima riunione della V Commissione - presieduta da Vincenzo Martines (PD), allargata ai capigruppo delle forze consiliari, presenti il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, mentre la Giunta era rappresentata dall'assessore Gianni Torrenti - per lavorare alla predispsizione del documento con le linee di indirizzo politico da consegnare ai tre componenti regionali della Commissione paritetica Stato-Regione per le norme di attuazione dello statuto di autonomia del Friuli Venezia Giulia.

Oggi l'avvio di un percorso, statutariamente previsto, a partire dal contributo elaborato dalla Giunta regionale sulle tematiche riguardanti la Paritetica offerte a un primo dibattito della Commissione regionale e che sfocerà in un testo che, sotto forma di mozione, sarà portato all'approvazione dell'Assemblea consiliare il 25 febbraio - ha spiegato Martines, indicando anche le tappe intermedie. Infatti, prima della stesura del documento definitivo, la bozza che sarà elaborata a partire dal dibattito odierno sarà al centro dei lavori della nuova riunione che la V Commissione ha già fissato per la prossima settimana, il 18 febbraio, quando incontrerà i tre componenti della Paritetica, dando così seguito alla richiesta del consigliere Renzo Tondo che, in qualità di portavoce della coalizione del centrodestra in Consiglio regionale, l'aveva avanzata per l'importanza di tali indirizzi nel rapporto con lo Stato per i prossimi anni se non per l'intera XI legislatura. Una data, quella del 18, stabilita in funzione anche della prima riunione della Commissione paritetica fissata per il 20 febbraio a Roma. E se la giornata del 18 sarà interamente dedicata alla stersura definitiva del testo della mozione, l'impegno in calendario per la Commissione è anche quello di sentire il presidente della Paritetica Riccardo Illy prima della seduta del Consiglio regionale il 25 febbraio.

Percorso e contenuti del dibattito non hanno potuto prescindere dal contesto in cui si sta lavorando, con il dibattito aperto a livello nazionale sul Titolo V della Costituzione (riguarda i rapporti che intercorrono tra Stato e Autonomie locali) e che ha riacceso in maniera stringente i riflettori sul tema del regionalismo e della specialità regionale.

L'ha ricordato Martines, sottolineando che "sussidiarietà e regionalimsmo sono temi che hanno un impianto europeo che non vorremmo venissero messi in discussione", e ne ha parlato il presidente del Consiglio Iacop, anche in veste di neo-coordinatore delle Assemblee legislative delle Regioni a Statuto speciale. Un atto di indirizzo che non può essere considerato una formalità, ma che comporta una riflessione su funzioni e competenze della nostra Regione rispetto allo Stato, e anche rispetto alle altre Regioni speciali, tutte diverse e tutte specifiche, e una valutazione sulla decennale esperienza derivata dalla riforma del Titolo V e sulla sostenibilità di questo modello. Nella definizione delle linee guida, pertanto, deve rientrare anche una riflessione sulla capacità di gestione delle competenze e su una specialità che è espressione non di privilegio, ma di autonomia qualificata messa a servizio del Paese.

E l'argomento è ritornato via via negli interventi dei consiglieri, dopo che l'assessore Torrenti aveva riassunto i punti qualificanti la traccia proposta dalla Giunta, precisando il peso della Commissione paritetica che esprime pareri definitivi, obbligatori ma non vincolanti, sugli schemi dei decreti legislativi che il Governo si appresta defintivamente ad adottare: pareri non vincolanti, ma che impediscono al Governo - come ha chiarito la Corte costituzionale - di modificare o integrare il testo su cui la Commissione abbia esercitato la sua funzione consultiva.

Le tematiche trattate nel documento giuntale riguardano lingue minoritarie, beni culturali e ambientali, demanio idrico, enti locali, viabilità, Porto di Monfalcone, istruzione, sanità, università, Foresta di Tarvisio, edilizia in zone sismiche, statistica, giustizia, rapporti internazionali e comunitari, concessioni idroelettriche, ammortizzatori sociali, federalismo demaniale, federalismo fiscale.

Dagli interventi dei consiglieri gli approfondimenti sul tema della specialità e sull'approccio metodologico nel fornire le indicazioni di indirizzo alla Commissione, trovando un coordinamento politico su alcuni obiettivi, con anche una azione propria del Consiglio regionale in quanto espressione di una comunità che in esso si riconosce che, senza sovrapporsi alla Paritertica, esprima con unità di intenti un indirizzo politico che vada a integrare le linee guida della Giunta.

Un auspicio formulato da Iacop e condiviso da Martines, al termine del dibattito aperto da Renzo Tondo (Misto), che aveva posto una questione di metodo invitando a puntare su alcuni obiettivi su cui trovare un coordinamento politico per evitare di affondare nella palude romana. E se per Pietro Paviotti (Cittadini) oltre alla sanità anche l'istruzione è un campo importante per gestire in autonomia un servizio, Alessandro Colautti (NCD) sottolineando che quella del Titolo V è una riforma incompiuta che ha lasciato troppe zone grige, ha sollecitato a trovare condivisoni politiche per accompagnare il lavoro della Commissione paritetica appunto con una presa di posizione, per esempio un ordine del giorno del Consiglio regionale. Riccardo Riccardi (FI), soffermandosi sulle prospettive di una revisione dell'architettua istituzionale, ha evidenziato come l'attacco alla specialità possa concretizzarsi o per via costituzionale o finanziaria e ha invitato a porre attenzione ai trasferimenti di competenze.

Per Giulio Lauri (SEL), le questioni prioritarie sono fiscalità di vantaggio, rapporti internazionali e sanità, e in parallelo il Consiglio regionale istituzionalmente deve difendere la specialità del Friuli Venezia Giulia e il regionalismo contro il neocentralismo. Luca Ciriani (NCD) ha invitato a concentrare l'attenzione sulla leva finanziaria, poichè - ha detto - non siamo a chiedere privilegi ma di poter amministrare risorse certe in modo libero, ovvero l'autonomia finanziaria di un bilancio meno rigido. Roberto Dipiazza (FI), ricordando l'esperienza del sisma in cui si diede prova di efficacia e autonomia, mentre oggi per ogni cosa si corre a Roma, ha invitato a un chiarimento sull'avere l'autonomia e la capacità di risolvere i nostri problemi.

Per la riforma del Titolo V non possiamo contare sulla Paritetica, ma solo sul Consiglio regionale - ha detto Cristiano Shaurli (PD) evidenziando che i primi nostri antagonisti sono proprio le Regioni ordinarie. Sul tema della specialità e del regionalismo occorre la capacità di dimostrare l'esperienza positiva, e in questo è importante anche il ruolo del presidente Iacop in quanto coordinatore dei Consigli delle Regioni speciali. Ma su questi temi occorre trasversalità con le forse politiche e con le Regioni, non ci possono essere maggioranza e minoranza; quanto al Titolo V, quando la riforma sarà declinata, atto utile sarà la creazione di una Commissione speciale sull'argomento.

Elena Bianchi (M5S) ha invitato a un approccio pragmatico per quanto concerne la Paritetica e ha indicato come temi su cui concentrare l'attenzione il federalismo demaniale in generale e, in particolare, il completamento dell'assetto del demanio idrico, aggiungendo poi il recupero delle caserme dismesse. Infine, Claudio Violino (LN), che ha sottolineato come la nostra specialità sia la più debole, la più vicina alle ordinarie: per questo occorre far valere che lo Statuto del 1963 è un patto costituzionale con lo Stato, è un'intesa per cui ogni cosa che riguarda il Friuli Venezia Giulia deve essere condivisa; dunque d'accordo con l'appello per l'unità di intenti, e anche con le altre Regioni; come Consiglio regionale - ha concluso - non siamo autoreferenziali, ma espressione di una comunità che nella specialità crede.

(immagini tv)