III Comm: audizione Telesca e parere regolamento tatuaggi
(ACON) Trieste, 6 mar - MPB - La III Commissione del Consiglio
reginale, presieduta da Franco Rotelli (PD) - dopo aver espresso
all'unanimità parere favorevole alla delibera della Giunta sul
regolamento che reca le disposizioni di attuazione della legge 7
del 2012 su piercing, tatuaggi e pratiche correlate - ha
ascoltato dall'assessore Maria Sandra Telesca le linee di
indirizzo dell'Amministrazione regionale nel settore delle
politiche sociali.
Una prima relazione per delineare il quadro di un mondo
complesso, che ha bisogno di risposte e per sviluppare una
riflessione aperta al contributo della Commissione che, come
aveva detto in apertura il suo presidente Rotelli, per la prima
volta affronta in modo diretto l'argomento. Un settore, la
sanità, nel quale non si può prescindere dai cambiamenti che si
registrano nel contesto con l'identificazione di categorie di
soggetti fragili, portatori di disagio, molti dei quali fino a
poco tempo fa neppure contemplati, ma che spesso portano con sè
famiglie intere con ricadute in campo sociale e della salute che
si riflettono sulla realtà dei Comuni.
E un settore, quello delle politiche sociali, con 15 mila
operatori, dove la pianificazione attualmente si esprime nei
Piani di zona ma per il quale, proprio a partire dall'esperienza
positiva seppur migliorabile dei Piani, l'obiettivo - in analogia
con la sanità - è arrivare nel 2015 a un Piano sociale regionale.
Rafforzare la pianificazione, però, per Telesca non basta.
Accanto a un buon sistema di programmazione ne serve anche uno di
controllo e valutazione, per capire la qualità della spesa e
degli investimenti. E i risultati devono poter essere conosciuti
da tutti, così l'impegno è di realizzare ogni anno un Rapporto
sociale. Perchè - ha detto ancor Telesca - dopo i tagli bisogna
ragionare in termini di riqualificazione della spesa facendo
chiarezza sull'integrazione tra sanità e sociale.
Sulle tematiche sociali si incrociano le competenze anche di
altri assessorati - lavoro, infrastrutture e politiche abitative
in primis - con i quali si condividono progetti e programmi
anche nella programmazione europea, innanzitutto nel campo delle
politiche di contrasto alla povertà e per l'inclusione sociale.
Un campo di intervento sul quale siamo impegnati insieme con i
Comuni e con altri soggetti del privato sociale e i centri di
ascolto delle Caritas a intercettare soprattutto i nuovi fenomeni
di bisogno.
Telesca, anche per dare un quadro economico dell'impegno a
contrastare la povertà, ha ricordato i 12,5 milioni di euro del
Fondo di solidarietà, i 3 milioni con cui la Regione integra la
Social card e la settantina di milioni del Fondo sociale
trasferiti ai Comuni: quasi 90 milioni al settore che
corrispondono a un intervento importante nel bilancio.
E se in fatto di casa si sta mettendo in piedi un sistema di
politiche dell'abitare su cui c'è la speranza di convogliare
risorse europee, l'assessore si è poi soffermata su altri temi:
la famiglia, con circa 9 milioni euro tra Carta famiglia e bonus
energia, ma anche sostegno a iniziative non onerose che generano
buoni risultati pressochè a costo zero, come i 600mila euro per
l'associazionismo familiare che sta dando risultati significativi
e che per questo si spera di potenziare; l'infanzia, con 4
milioni finalizzati all'abbattimento delle rette dei nidi; i
minori in disagio e loro famiglie, e a questo proposito Telesca
ha sottolineato l'importanza di predisporre linee guida in
materia di affido e adozione e ha toccato quella che considera
non solo una criticità, ma un vero buco nero, ovvero il problema
dell'istituzionalizzazione con 488 minori passati in comunità nel
2012 e di questi 109 fuori regione, con un costo di circa 200
euro al giorno (in tutto 10 milioni i costi sostenuti dalla
Regione per i minori istituzionalizzati).
Per quanto riguarda il capitolo anziani, 24% gli
ultrasessantacinquenni in Friuli Venezia Giulia contro una media
nazionale del 20%. In Giunta è stata portata la bozza di
regolamento per la riclassificazione delle case di riposo (11mila
i posti letto nelle strutture): un documento corposo e non
indolore, che sarà pronto in aprile; altro punto la domiciliarità
e il Fondo per l'autonomia possibile (FAP). In Commissione
approderà presto la nuova versione del FAP con le novità in tema
di ISEE. Ma in un quadro più ampio di strategia di prevenzione si
pensa anche a un intervento legislativo con disposizioni per
favorire l'invecchiamento attivo.
Infine il capitolo disabilità, su cui interviene il FAB, e in
cui evidenziare la questione dei livelli di assistenza e delle
disomogenietà degli interventi previsti in regione, che possono
essere percepiti come disparità.
Molti gli interventi dei consiglieri, che hanno sviluppato
considerazioni e chiesto chiarimenti, alcuni lamentando la
mancanza di pronunciamento sul reddito di cittadinanza. Il primo
a sottolinearlo è stato il consigliere Colautti (NCD) che ha, tra
l'altro, parlato anche della necessità di fare il bilancio
sociale e di recuperare il ruolo regionale nei confronti dello
Stato. E sul reddito di cittadinanza sono intervenuti anche
Codega (PD) e Ussai (M5S), chiedendo chiarimenti il primo sui
Piani di zona per il triennio 2013-2015 e sui fondi europei, il
secondo sui criteri per le case di riposo e le tempistiche FAP.
Sul volontariato sociale è intervenuta Bagatin (PD), mentre della
necessità di togliere i gravami burocratici ai Comuni ha parlato
Gregoris (Cittadini) e dei controlli e del tema casa Novelli (FI)
sottolineando la necessità di dare risposta, magari prevedendo un
fondo apposito, anche a chi ha esigenze abitative momentanee.
L'importanza del controllo di gestione nelle parole di Boem (PD),
mentre Cremaschi (PD) ha evidenziato il ruolo della rete di
comunità per la lettura dei bisogni e l'identificazione dei
destinatari di intervento, ma si è anche soffermata sui nidi
sperimentali e le comunità semi residenziali per i bambini con
famiglie problematiche. Pustetto (SEL) ha rivendicato più
autonomia e più controllo, e una strategia politica sociale ampia
e, infine, lo stesso presidente Rotelli si è soffermato sugli
aspetti relativi ai minori e sui servizi dati in delega.
Nessuna conclusione da trarre ma raccogliere la sfida emersa
dalla riflessione, per l'assessore che, sottolineando come ognuno
in questa fase dia una interpretazione personale del reddito di
cittadinanza, ha anche ricordato come - in tema di Fondi europei
- si stia lavorando sulla priorità di interventi per l'inclusione
attiva, su come favorire la domiciliarità rispetto alla
istituzionalizzione, su come individuare le soluzioni tecniche
per accorpare vari finanziamenti. Una sfida - ha detto infine
Telesca - è anche pensare a una revisione complessiva della
normativa sociale che attraversa tanti assessorati: un testo
unico potrebbe essere un punto di arrivo importante, e la
Commissione è il luogo deputato per aprire riflessioni e
approfondimenti in tal senso.
(immagini tv)