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III Comm: audizione Telesca e parere regolamento tatuaggi

06.03.2014
16:53
(ACON) Trieste, 6 mar - MPB - La III Commissione del Consiglio reginale, presieduta da Franco Rotelli (PD) - dopo aver espresso all'unanimità parere favorevole alla delibera della Giunta sul regolamento che reca le disposizioni di attuazione della legge 7 del 2012 su piercing, tatuaggi e pratiche correlate - ha ascoltato dall'assessore Maria Sandra Telesca le linee di indirizzo dell'Amministrazione regionale nel settore delle politiche sociali.

Una prima relazione per delineare il quadro di un mondo complesso, che ha bisogno di risposte e per sviluppare una riflessione aperta al contributo della Commissione che, come aveva detto in apertura il suo presidente Rotelli, per la prima volta affronta in modo diretto l'argomento. Un settore, la sanità, nel quale non si può prescindere dai cambiamenti che si registrano nel contesto con l'identificazione di categorie di soggetti fragili, portatori di disagio, molti dei quali fino a poco tempo fa neppure contemplati, ma che spesso portano con sè famiglie intere con ricadute in campo sociale e della salute che si riflettono sulla realtà dei Comuni.

E un settore, quello delle politiche sociali, con 15 mila operatori, dove la pianificazione attualmente si esprime nei Piani di zona ma per il quale, proprio a partire dall'esperienza positiva seppur migliorabile dei Piani, l'obiettivo - in analogia con la sanità - è arrivare nel 2015 a un Piano sociale regionale. Rafforzare la pianificazione, però, per Telesca non basta. Accanto a un buon sistema di programmazione ne serve anche uno di controllo e valutazione, per capire la qualità della spesa e degli investimenti. E i risultati devono poter essere conosciuti da tutti, così l'impegno è di realizzare ogni anno un Rapporto sociale. Perchè - ha detto ancor Telesca - dopo i tagli bisogna ragionare in termini di riqualificazione della spesa facendo chiarezza sull'integrazione tra sanità e sociale.

Sulle tematiche sociali si incrociano le competenze anche di altri assessorati - lavoro, infrastrutture e politiche abitative in primis - con i quali si condividono progetti e programmi anche nella programmazione europea, innanzitutto nel campo delle politiche di contrasto alla povertà e per l'inclusione sociale. Un campo di intervento sul quale siamo impegnati insieme con i Comuni e con altri soggetti del privato sociale e i centri di ascolto delle Caritas a intercettare soprattutto i nuovi fenomeni di bisogno.

Telesca, anche per dare un quadro economico dell'impegno a contrastare la povertà, ha ricordato i 12,5 milioni di euro del Fondo di solidarietà, i 3 milioni con cui la Regione integra la Social card e la settantina di milioni del Fondo sociale trasferiti ai Comuni: quasi 90 milioni al settore che corrispondono a un intervento importante nel bilancio.

E se in fatto di casa si sta mettendo in piedi un sistema di politiche dell'abitare su cui c'è la speranza di convogliare risorse europee, l'assessore si è poi soffermata su altri temi: la famiglia, con circa 9 milioni euro tra Carta famiglia e bonus energia, ma anche sostegno a iniziative non onerose che generano buoni risultati pressochè a costo zero, come i 600mila euro per l'associazionismo familiare che sta dando risultati significativi e che per questo si spera di potenziare; l'infanzia, con 4 milioni finalizzati all'abbattimento delle rette dei nidi; i minori in disagio e loro famiglie, e a questo proposito Telesca ha sottolineato l'importanza di predisporre linee guida in materia di affido e adozione e ha toccato quella che considera non solo una criticità, ma un vero buco nero, ovvero il problema dell'istituzionalizzazione con 488 minori passati in comunità nel 2012 e di questi 109 fuori regione, con un costo di circa 200 euro al giorno (in tutto 10 milioni i costi sostenuti dalla Regione per i minori istituzionalizzati).

Per quanto riguarda il capitolo anziani, 24% gli ultrasessantacinquenni in Friuli Venezia Giulia contro una media nazionale del 20%. In Giunta è stata portata la bozza di regolamento per la riclassificazione delle case di riposo (11mila i posti letto nelle strutture): un documento corposo e non indolore, che sarà pronto in aprile; altro punto la domiciliarità e il Fondo per l'autonomia possibile (FAP). In Commissione approderà presto la nuova versione del FAP con le novità in tema di ISEE. Ma in un quadro più ampio di strategia di prevenzione si pensa anche a un intervento legislativo con disposizioni per favorire l'invecchiamento attivo.

Infine il capitolo disabilità, su cui interviene il FAB, e in cui evidenziare la questione dei livelli di assistenza e delle disomogenietà degli interventi previsti in regione, che possono essere percepiti come disparità.

Molti gli interventi dei consiglieri, che hanno sviluppato considerazioni e chiesto chiarimenti, alcuni lamentando la mancanza di pronunciamento sul reddito di cittadinanza. Il primo a sottolinearlo è stato il consigliere Colautti (NCD) che ha, tra l'altro, parlato anche della necessità di fare il bilancio sociale e di recuperare il ruolo regionale nei confronti dello Stato. E sul reddito di cittadinanza sono intervenuti anche Codega (PD) e Ussai (M5S), chiedendo chiarimenti il primo sui Piani di zona per il triennio 2013-2015 e sui fondi europei, il secondo sui criteri per le case di riposo e le tempistiche FAP.

Sul volontariato sociale è intervenuta Bagatin (PD), mentre della necessità di togliere i gravami burocratici ai Comuni ha parlato Gregoris (Cittadini) e dei controlli e del tema casa Novelli (FI) sottolineando la necessità di dare risposta, magari prevedendo un fondo apposito, anche a chi ha esigenze abitative momentanee. L'importanza del controllo di gestione nelle parole di Boem (PD), mentre Cremaschi (PD) ha evidenziato il ruolo della rete di comunità per la lettura dei bisogni e l'identificazione dei destinatari di intervento, ma si è anche soffermata sui nidi sperimentali e le comunità semi residenziali per i bambini con famiglie problematiche. Pustetto (SEL) ha rivendicato più autonomia e più controllo, e una strategia politica sociale ampia e, infine, lo stesso presidente Rotelli si è soffermato sugli aspetti relativi ai minori e sui servizi dati in delega.

Nessuna conclusione da trarre ma raccogliere la sfida emersa dalla riflessione, per l'assessore che, sottolineando come ognuno in questa fase dia una interpretazione personale del reddito di cittadinanza, ha anche ricordato come - in tema di Fondi europei - si stia lavorando sulla priorità di interventi per l'inclusione attiva, su come favorire la domiciliarità rispetto alla istituzionalizzione, su come individuare le soluzioni tecniche per accorpare vari finanziamenti. Una sfida - ha detto infine Telesca - è anche pensare a una revisione complessiva della normativa sociale che attraversa tanti assessorati: un testo unico potrebbe essere un punto di arrivo importante, e la Commissione è il luogo deputato per aprire riflessioni e approfondimenti in tal senso.

(immagini tv)