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CR: ddl agricoltura, pesca e foreste, relazioni minoranza (5)

09.06.2014
13:20
(ACON) Trieste, 9 giu - MPB - Per la relatrice di minoranza Barbara Zilli (Lega Nord) si tratta di una vera e propria omnibus normativa che non modifica il vigente sistema di politiche agricole e forestali e i timori espressi riguardano l'approccio scelto nella gestione dell'utilizzo delle risorse forestali e il rischio che si arrestino delle corrette iniziative intraprese.

Una materia così eterogenea dovrebbe basarsi su una visione complessiva - afferma Zilli, indicando alcuni settori da valutare durante l'esame del ddl.

Fra questi l'apicoltura, anche qui toccata da ingenti morie di api fra le cui possibili cause figurano i prodotti utilizzati per la concia dei semi. Per Zilli va applicato il principio secondo cui "chi inquina paga", limitando gli indennizzi regionali ai soli casi di evidenti calamità naturali e non qualora il danno derivi dall'uso scorretto di neonicotinoidi. Alla luce anche di quanto stabilito dall'Ue, la Regione deve affiancare gli apicoltori fornendo misure di legge, affinché il costo e il ristoro dei danni subiti sia a carico di chi l'ha determinato.

Per quanto riguarda la materia della pesca andrebbero rivisitare le norme esistenti, ad esempio per quanto riguarda il Consiglio direttivo dell'Ente Tutela Pesca composto da ben 22 persone, e considerato che in FVG viene prodotto il 40% delle trote consumate a livello nazionale, andrebbe rivalutato il ruolo dell'ETP sia per la specifica assistenza tecnica a livello regionale riguardo la parte produttiva, sia per la promozione e valorizzazione della pesca interna.

Altro punto evidenziato quello relativo agli abbruciamenti in loco dei residui ligno-cellulosici derivanti da attività selvicolturali, da potature, ripuliture o da altri interventi agricoli e forestali. Con il ddl si abroga, in seguito all'impugnativa del Governo, la norma approvata da quest'Aula con L.R. 5/2014, che autorizzava la combustione controllata di materiale vegetale effettuata dagli imprenditori agricoli o dai privati proprietari di orti o giardini secondo le normali pratiche e consuetudini tradizionalmente osservate nell'attività di coltivazione, nonché garantiva una continuità della tradizione friulana dei falò. Ciò avrà ripercussioni economiche su agricoltori e privati cittadini che dovranno accollarsi gli oneri di smaltimento di rifiuti verdi. Auspicato un ripensamento in merito, considerando che da più parti a livello nazionale si è fatta istanza per una diversa valutazione delle specificità regionali che nulla hanno a che vedere con la "Terra dei fuochi".

In tema di risorse forestali, per una riforma equilibrata, occorre collocare nel giusto ambito il concetto di bosco, date le valenza di controllo idrogeologico, naturalistica, estetica e paesaggistica cui si aggiunge quella produttiva limitatamente alla quale il bosco, in quanto risorsa economica, è soggetto alla libera concorrenza di mercato. Corollario del tipo di scelta che il legislatore attua nella riforma forestale è, infine, la definizione del ruolo funzionale del Corpo forestale, ovvero, se meramente tecnico o di specifico controllo ambientale.

Il secondo relatore di minoranza, Ilaria Dal Zovo (M5S), ricordando l'impegno della Giunta a non lavorare più attraverso leggi omnibus, sottolinea che non è mai decollata in termini applicativi una vera politica regionale forestale e tuttora manca il Piano forestale regionale.

Una delle strategie europee è la lotta alla deforestazione: le norme che oggi discutiamo - evidenzia Dal Zovo - sono portatrici di effetti diretti e dirompenti nel rapporto fra il fattore ambientale e quello antropico, da far convivere in un utilizzo ordinato delle risorse, evitandone lo sfruttamento indiscriminato e di continuare nel progressivo depauperamento.

Pensavamo - afferma la relatrice - di avere una Giunta attenta alle esigenze del territorio. Dare sostegno alla filiera del legno non vuol dire spogliare una regione dalle sue difese e tantomeno trasformare il Carso in terrazzamenti, togliendo ossigeno e territorio alla popolazione umana ed animale. Riteniamo poi che legare la materia forestale alla materia urbanistica sia una mossa sbagliata. Sussiste infatti il concreto pericolo che una particella oggi identificata da un piano regolatore comunale in classe E2 venga, con la modifica al piano stesso (e venuto meno il bosco), trasformata in area edificabile. Se tutto ciò succedesse poi in una particella sulla quale non esiste nemmeno il vincolo idrogeologico, possiamo solo immaginare cosa potrebbe accadere alla zona interessata in caso di calamità naturale.

In tema di risorse agricole, pur essendo condivisibile il percorso di riassetto dell'ERSA, dietro al pretesto di una semplificazione si sono allentate nel disegno di legge le maglie per l'accesso all'esercizio dell'attività agrituristica, che sfuggirà ora da una puntuale autorizzazione comunale. La norma riguardante l'estensione dell'operatività del "Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura" alla superficie boschiva, potrebbe comportare effetti contrari all'intento dichiarato della legge; allo stesso modo, la disposizione che modifica la disciplina su alcune concessioni su beni idrici demaniali, avrebbe dovuto essere ricompresa in una ben più ampia riforma complessiva delle stesse.

Quanto ai Consorzi di bonifica, si è persa l'occasione per introdurre una necessaria moratoria all'indiscriminato rilascio di nuove derivazioni d'acqua che possano pregiudicare il deflusso minimo vitale nel nostro sistema idrico integrato regionale.

Ritenuti poi indispensabili dei miglioramenti agli articoli in materia di pesca professionale, tentando di giungere ad un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni di pesca presenti sul territorio regionale nel predisporre il regolamento riguardante l'esercizio della pesca di mestiere. La giunta, poi, deve fissare un termine entro il quale adottare il regolamento riguardante il rilascio della licenza di pesca. Contrarietà, inoltre, all'art. 37 che, di fatto, apre l'accesso al fondo di rotazione a favore della filiera agroindustriale alle grandi imprese, portando così via risorse ed aiuti fondamentali alle piccole e medie imprese del FVG.

Per il voto favorevole del Gruppo M5S - è la conclusione di Dal Zovo - sono necessarie modifiche radicali e sostanziali, che rimettano al centro dell'attenzione l'unicità ambientale del nostro territorio, cui va assicurata una tutela di gran lunga maggiore rispetto a quella prospettata con questo disegno di legge.

La seduta antimeridiana si è così conclusa. I lavori riprendono alle 14.00 con la discussione generale sul provvedimento.

(segue)

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