V Comm: illustrati provvedimenti cultura
(ACON) Trieste, 15 lug - RCM - Le attività culturali arrivano
all'attenzione della V Commissione consiliare presieduta da
Vincenzo Martines (Pd), e lo fanno con due progetti di legge e
una lunga serie di audizioni già in calendario per domani: 41 i
soggetti chiamati a esprimere un'opinione sulla materia. Se le
due giornate non dovessero bastare per votare il provvedimento
finale, è già stato programmato che la Commissione si riunisca
anche giovedì 17.
Due i progetti, dunque. Il primo, datato 7 luglio 2014, è della
Giunta regionale, presentato dall'assessore Gianni Torrenti e
farà da testo base ai lavori consiliari; il secondo, depositato
già il 3 settembre 2013, è del centrodestra, primo firmatario
Elio De Anna (FI), che sarà "assorbito" dal ddl della Giunta. In
entrambi si legge l'ambizione di offrire un nuovo impianto
programmatorio alle attività culturali, un sistema di erogazione
del finanziamento pubblico diverso dal passato attraverso la
selettività della spesa e una semplificazione normativa. Il primo
lascia però a un diverso momento l'aspetto dei beni culturali, il
secondo invece lo include già nel titolo, pur non volendo essere
un Testo unico di tutto il mondo culturale.
Così i contenuti dei quattro Titoli del disegno giuntale, per 35
articoli: il primo prevede le norme sulle finalità e i principi;
il secondo riguarda gli obiettivi generali degli interventi e gli
strumenti per la programmazione, tra cui il Documento triennale
di politica culturale e l'Osservatorio regionale (articoli 4 e 5,
definiti molto importanti dallo stesso Torrenti); il terzo
individua come specifici settori lo spettacolo dal vivo,
l'attività cinematografica e audiovisiva, le arti figurative,
visive, della fotografia e della multimedialità, la divulgazione
della cultura umanistica, storica, scientifica, giuridica,
economica e delle scienze sociali e politiche e il mantenimento
della memoria storica, prevedendo altresì la promozione e il
sostegno dell'attività di cooperazione e di partenariato,
regionale, interregionale e internazionale. Infine l'introduzione
innovativa delle residenze multidisciplinari e dei distretti
culturali; il quarto contiene disposizioni di tipo tecnico sulla
rendicontazione delle spese, l'avanzo, gli aiuti di Stato, le
quote di partecipazione della Regione, le norme finanziarie e
prevede che la legge abbia effetto dal primo gennaio 2015.
Dal punto di vista delle modalità di finanziamento, sono state
proposte quattro diverse tipologie: il finanziamento previsto dal
decreto ministeriale FUS nazionale di alcuni fra i
maggiori soggetti operanti nel panorama culturale regionale; il
finanziamento annuale per la gestione triennale di alcuni
soggetti; il finanziamento annuale a progetti triennali di
rilevanza internazionale, nazionale e regionale; la concessione
di incentivi annuali per progetti regionali previa procedura
valutativa delle domande.
Il ddl volontariamente non interviene sul conferimento di
funzioni agli Enti locali, in particolare alle Province; ciò
avverrà in un altro momento.
Le premesse della proposta di legge del centrodestra, invece, si
trovano negli Stati Generali della cultura indetti nel 2011 - ha
spiegato De Anna. Ciò che emerse fu la necessità di una chiara
programmazione regionale triennale avente un altrettanto chiaro
budget; la consapevolezza che la cultura è un fattore strategico
di sviluppo della società; presentare sempre più progetti
culturali per un finanziamento pubblico che sappia selezionare
sulla base di precisi criteri di qualità, anche con l'obiettivo
di un forte partenariato pubblico-privato; sfruttare la
programmazione comunitaria.
Di fatto, la proposta è costituita da quattro mega-settori per 50
articoli. Tra le varie disposizioni, la definizione del Documento
programmatico a proiezione triennale (art. 4), la Conferenza
regionale della cultura (art. 5) e l'Osservatorio regionale della
cultura (art. 6), ripresi anche nel ddl giuntale.
Degno di particolare considerazione appare anche l'articolo 12
sui centri pubblici socio-culturali denominati "Spazio cultura".
Si tratta di Servizi d'interesse economico generale (SIEG) - ha
detto De Anna - ovvero servizi che l'ordinamento italiano
generalmente chiama "servizi pubblici aventi rilevanza
economica". In quanto tali, sono attività economiche vere e
proprie soggette al divieto degli aiuti di Stato, ma essendo
anche servizio pubblico di interesse generale per i cittadini, si
distinguono dai comuni servizi economici. Rispetto alla formula
contributiva tradizionale, che considera l'attività culturale da
finanziare un'attività esclusivamente economica alla stregua di
una qualsiasi attività aziendale, l'impostazione di un SIEG per
la gestione di uno "spazio cultura" attribuisce alla stessa lo
status di servizio pubblico e di interesse generale, dandole
conseguentemente la possibilità di un finanziamento di tutti i
cosiddetti "maggiori costi" che l'imposizione di un obbligo di
servizio necessariamente comporta. La proposta vuole essere
un'opportunità, per gli Enti locali, di organizzare sul
territorio centri di servizi culturali integrati, mediante
operatori qualificati e selezionati.
Degno di nota anche l'articolo 19, sugli organismi primari
teatrali e di rilevanza regionale. Tra le norme finali di cui al
Titolo VI, l'articolo 43 che prevede la presentazione delle
domande di finanziamento esclusivamente on line, attraverso il
sistema informatico regionale.
(immagini tv)