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CR: ddl sanità, relatore maggioranza Rotelli (5)

30.09.2014
12:44
(ACON) Trieste, 30 set - RCM - L'ultimo relatore di maggioranza e presidente della III Commissione consiliare, Franco Rotelli (Pd), ha difeso il bisogno di un sistema integrato di cure domiciliari o extra ospedaliere, ricordando che 20 anni fa ospedale e territorio erano uniti.

Ci si ostina a ritenere, a detta del consigliere, che le facoltà di medicina debbano essere incardinate solo dentro Aziende ospedaliere. E ciò avviene solo per interessi personali. Ben poco finora è stato fatto - ha dunque affermato Rotelli - per far sì che formazione, ricerca e innovazione clinica mettessero in campo, anche nei e con i territori, le loro vere potenzialità (così come, più in generale, quelle dell'Università tutta). C'è, invece, un importante complesso di imprese e di centri scientifici che deve essere messo in rete con il Sistema sanitario regionale per gli importanti sviluppi tecnologici e scientifici che può produrre, anche sotto il profilo economico.

A fronte del fallito (e abbandonato via via da tutti) sistema della distinzione tra erogatore e committente e che era finalizzato non tanto nascostamente ad aprire alla privatizzazione e all'entrata in massa delle assicurazioni nel sistema, l'esperienza - rincara l'esponente del Pd - ci indica la strada dell'integrazione del sistema sociosanitario come unica via sensata di governo del bene sanità. E questa cooperazione ha bisogno di un'unica governance con le idee chiare: rafforzare davvero il territorio per poter anche rendere efficiente l'ospedale.

Per Rotelli, poi, anche sostenere che il privato, in questa regione, ha un ruolo marginale in sanità è lontano dalla realtà e a sua difesa ricorda l'assistenza domiciliare appaltata a una società privata in aree friulane; gli ibridi costruiti attorno alla regionalizzazione del CUP; gli appalti di global service e i costi del projet financing di Udine; la presenza di un IRCSS privato. Questa legge, allora, è costretta a muoversi tra restrizioni legislative nazionali e poteri regionali sclerotizzati.

Ecco che questa legge vuole dare continuità alle cure, recuperare l'importanza dell'assistenza extra-ospedaliera di lunga durata, valorizzare la cosiddetta assistenza primaria, rivedere radicalmente il ruolo dei medici di base, ridefinire i dipartimenti territoriali, rafforzare il ruolo dei distretti anche per rendere efficienti e non più pletorici i presidi ospedalieri, predisporre un nuovo unico protocollo di intesa con le due università.

(segue)