CR: ddl sanità, relatore maggioranza Rotelli (5)
(ACON) Trieste, 30 set - RCM - L'ultimo relatore di maggioranza
e presidente della III Commissione consiliare, Franco Rotelli
(Pd), ha difeso il bisogno di un sistema integrato di cure
domiciliari o extra ospedaliere, ricordando che 20 anni fa
ospedale e territorio erano uniti.
Ci si ostina a ritenere, a detta del consigliere, che le facoltà
di medicina debbano essere incardinate solo dentro Aziende
ospedaliere. E ciò avviene solo per interessi personali. Ben poco
finora è stato fatto - ha dunque affermato Rotelli - per far sì
che formazione, ricerca e innovazione clinica mettessero in
campo, anche nei e con i territori, le loro vere potenzialità
(così come, più in generale, quelle dell'Università tutta). C'è,
invece, un importante complesso di imprese e di centri
scientifici che deve essere messo in rete con il Sistema
sanitario regionale per gli importanti sviluppi tecnologici e
scientifici che può produrre, anche sotto il profilo economico.
A fronte del fallito (e abbandonato via via da tutti) sistema
della distinzione tra erogatore e committente e che era
finalizzato non tanto nascostamente ad aprire alla
privatizzazione e all'entrata in massa delle assicurazioni nel
sistema, l'esperienza - rincara l'esponente del Pd - ci indica la
strada dell'integrazione del sistema sociosanitario come unica
via sensata di governo del bene sanità. E questa cooperazione ha
bisogno di un'unica governance con le idee chiare: rafforzare
davvero il territorio per poter anche rendere efficiente
l'ospedale.
Per Rotelli, poi, anche sostenere che il privato, in questa
regione, ha un ruolo marginale in sanità è lontano dalla realtà e
a sua difesa ricorda l'assistenza domiciliare appaltata a una
società privata in aree friulane; gli ibridi costruiti attorno
alla regionalizzazione del CUP; gli appalti di global service e i
costi del projet financing di Udine; la presenza di un IRCSS
privato. Questa legge, allora, è costretta a muoversi tra
restrizioni legislative nazionali e poteri regionali
sclerotizzati.
Ecco che questa legge vuole dare continuità alle cure, recuperare
l'importanza dell'assistenza extra-ospedaliera di lunga durata,
valorizzare la cosiddetta assistenza primaria, rivedere
radicalmente il ruolo dei medici di base, ridefinire i
dipartimenti territoriali, rafforzare il ruolo dei distretti
anche per rendere efficienti e non più pletorici i presidi
ospedalieri, predisporre un nuovo unico protocollo di intesa con
le due università.
(segue)