Iacop: convegno Gorizia, Grande Guerra e crisi civiltà europea
(ACON) Trieste, 21 nov - MPB - Il presidente del Consiglio
regionale Franco Iacop è intervenuto a Gorizia al 48° convegno
internazionale di studi mitteleuropei, organizzato dall'ICM
(Istituto per gli incontri culturali mitteleuropei), che fino a
domani svilupperà, con molti contributi scientifici anche
stranieri e numerosi approcci tematici, un'articolata
riflessione su "La Grande Guerra e la crisi della civiltà
europea". Un appuntamento costruito sotto l'alto Patronato della
presidenza della repubblica, con il sostegno della Regione e del
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e al quale hanno
aderito anche le Ambasciate di Slovenia, Croazia, Austria,
Polonia e Ungheria.
E Iacop ha sottolineato il valore dell'iniziativa che - ha detto
- contribuisce a dare una lettura storica e civile della Grande
Guerra e degli avvenimenti in cui essa è maturata, in un periodo
significativamente definito "verso il suicidio d'Europa" e
inquadrato anche sotto profili culturali tesi a evidenziare sia
la voce della cultura tra guerra e pace, sia la cultura della
mediazione per la composizione pacifica dei conflitti, fino a un
confronto - domani - tra generazioni sull'interrogativo: mai più
la guerra?
"Mai come quest'anno, poi - ha aggiunto il presidente - ricordare
qui, a Gorizia, gli avvenienti della Grande Guerra e ciò che essi
hanno significato per questa città, per queste terre e per la sua
gente assume, oltre al valore storico in sè, il senso quasi della
riparazione e del debito che la comunità regionale e quella
nazionale devono non scordare di esercitare verso questa città
che ha pagato, come nessun altra, un prezzo altissimo per la
costruzione dell'Unità nazionale.
"Anche il Consiglio regionale, cogliendo l'occasione del suo 50°
di costituzione e di autonomia, ha voluto non a caso promuovere
quest'anno proprio qui a Gorizia due delle manifestazioni più
significative tra quelle organizzate sul territorio regionale per
ricordare l'avvenimento: una, a maggio, nell'ambito di "èStoria"
su "Una specialità in trincea, mezzo secolo di autonomia
regionale" l'altra, il mese scorso su "La Grande Guerra sulle
Alpi e la difesa dell'Adriatico".
"In questa parte della regione ove si consumarono con la Grande
Guerra vicende che divisero e lacerarono intere famiglie e
comunità, non di rado assurdamente finite su fronti opposti, e
dove la seconda Guerra mondiale incise ulteriormente sulle storie
familiari in particolare della città di Gorizia divisa a metà da
un confine tracciato senza logica umana, ecco, nel 1966,
l'intuizione lungimirante di un gruppo di giovani intellettuali,
amministratori pubblici ed esponenti del mondo dell'impresa, di
dar vita all'ICM, con l'obiettivo alto di ricomporre un tessuto
di rapporti umani, di valori, di tradizioni che le 2 Guerre
avevano disarticolato e scomposto: una scelta vincente perché ha
permesso, assieme ad altre istituzioni e associazioni create in
quel periodo, di fare di Gorizia il confine più aperto d'Europa,
pur insistendo su quella linea di demarcazione tra due mondi
ideologicamente contrapposti, in quella che tristemente era
chiamata la cortina di ferro.
"Onore dunque a uomini come il sen. Martina, recentemente
scomparso, che assieme ad altri fondarono questo Istituto e che
da sindaco di Gorizia seppe gettare le basi per costruire quel
ponte, oltre il confine, e che oggi è giustamente, a pieno
titolo, Europa - ha aggiunto Iacop sottolineando come il nome
dell'Istituito guardi all' "Europa di mezzo" per esprimere
simbolicamente il senso di appartenenza a un comune destino dei
popoli centro-europei, l'esigenza di fraternità, di circolazione
delle idee e del sapere e nella volontà di aspirare alla
costruzione di un modello democratico e di una progettualità
comune.
"Aspirazioni non venute meno dopo la caduta dei muri del 1989, né
con l'entrata in Europa di larga parte dei Paesi dell'Est
europeo, ma anzi rafforzate nella necessità di offrire una
continua interfaccia culturale, sul piano della elaborazione
scientifica e accademica e sulla progettualità
politico-istituzionale e della società civile, cose che l'ICM sta
egregiamente facendo e che deve continuare a fare per dare - è
stato l'invito di Iacop - per dare, in particolare alle nuove
generazioni, segnali diversi rispetto a sintomi di rinascita di
pericolosi nuovi nazionalismi.
"Un impegno importante ed economicamente oneroso per
associazioni come la vostra, che contano quasi esclusivamente
sulla buona volontà dei singoli e che le istituzioni pubbliche
devono sostenere premiando chi veramente fa cultura, poichè essa
è uno dei settori che generano, in rapporto alle risorse
investite, i maggiori profitti e i migliori ritorni".