VI Comm: illustrata la "Strategia di specializzazione intelligente"
(ACON) Trieste, 15 gen - RCM - In linea con il Progetto europeo
Smart Specialisation Strategy (Strategia di specializzazione
intelligente - S3) per il supporto alla definizione e attuazione
delle politiche regionali di ricerca e innovazione, anche il
Friuli Venezia Giulia sta predisponendo la propria programmazione
2014-2020 in tal senso. Per farlo, non si è mancato di
coinvolgere l'intera comunità attraverso un questionario da
compilare on line, dal 18 novembre 2014 al 12 dicembre 2014, e da
cui è nato un documento di analisi dei dati emersi dalla
consultazione.
È quanto è emerso dall'incontro tra l'assessore Loredana Panariti
e i consiglieri regionali della VI Commissione, presieduta da
Franco Codega (Pd), in occasione dell'illustrazione dei contenuti
della S3.
Cinque i componenti della Strategia: analisi del contesto
regionale per la ricerca e l'innovazione; governance e
partenariato; visione di insieme della strategia che identifica
le priorità; piano d'azione e quindi gli strumenti e le
tempistiche; modalità di monitoraggio e valutazione nell'ottica
di una politica che punta al risultato.
Poi ci sono le quattro priorità della S3, tutte finalizzate una
all'altra: eccellere nell'ambito del settore della ricerca e
sviluppo; innovare e integrare le imprese, innalzare il loro
livello tecnologico anche verso bisogni emergenti dalle sfide
globali per sostenere la loro competitività; qualificare e
orientare l'offerta verso mercati e nicchie promettenti anche
attraverso un mercato pubblico esigente e incentivante verso
prodotti e servizi declinati sulle tematiche sociali e
ambientali; rafforzare il territorio e il tessuto produttivo
rispetto ai diversi assetti anche per sostenere l'occupazione,
sia in termini di mantenimento del livello occupazionale che di
incentivazione a nuova occupazione altamente qualificata.
Il documento doveva essere pronto già lo scorso anno - è stato il
commento di Codega -, comunque ciò che ci viene presentato è una
stesura ormai quasi definitiva; la conclusione dovrebbe essere
per aprile prossimo, pur essendo un lavoro dinamico, aperto,
ovvero che sarà possibile implementare sino al 2020.
Si tratta - ha quindi spiegato la Panariti - di un metodo di
lavoro definito e coordinato dalla Commissione europea con cui,
in tutta l'Ue, le Regioni e gli Stati concentrano i propri sforzi
per l'innovazione dei sistemi produttivi e la contestuale
valorizzazione del sistema scientifico in un'ottica di reciproca
sinergia. In particolare, la S3 promuove l'eccellenza locale e
mette a sistema ricerca e innovazione per evitare frammentazioni
e sovrapposizioni degli interventi.
Per il Friuli Venezia Giulia, la S3 rappresenta un pilastro
cruciale della propria politica di sviluppo - così ancora
l'assessore. Principali strumenti attuativi saranno rappresentati
dai Programmi operativi regionali (POR), rispettivamente relativi
ai Fondi strutturali FESR, FSE e FEASR. È necessario sia
imboccato un processo di specializzazione delle imprese regionali
verso una più elevata tecnologia, per conseguire un aumento della
competitività sui mercati internazionali. La Commissione europea
ha voluto un rapporto sinergico tra le strategie intelligenti,
ovvero ogni Regione europea ha la propria S3 ma può dialogare con
le altre Regioni.
Nel documento della S3 si trovano anche alcuni dati comparativi
inerenti la nostra regione dal punto di vista delle imprese che
introducono innovazioni di prodotto o di processo. In questo
caso, il Friuli Venezia Giulia consegue il miglior risultato
giacché le imprese innovatrici rappresentano poco più del 40% del
totale, contro una media nazionale del 31,5% e un valore del
36,7% della ripartizione Nord-orientale. Scostamenti
significativi si hanno anche rispetto a contesti quali Piemonte,
Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Peraltro, il Friuli Venezia
Giulia non è solamente caratterizzato dalla più alta quota di
imprese che introducono innovazioni di prodotto e/o di processo,
ma anche dalla variazione più sostenuta rispetto al 2004;
infatti, si registra una differenza di 8,5 punti percentuali,
mentre si ha un +0,8 punti a livello di contesto italiano e un
+1,6 punti per il Nord-Est.
Se dal lato dell'incidenza delle imprese innovatrici il Friuli
Venezia Giulia consegue la più elevata performance, lo stesso non
si può dire se si considera la spesa media per addetto destinata
all'innovazione nel totale delle imprese. Tale indicatore, nel
2010, si attesta a 4.200 euro, un dato di poco superiore alla
media italiana ma distante nei confronti della regione che può
vantare il primato con 5.100 euro, vale a dire l'Emilia-Romagna.
L'intensità brevettuale (i brevetti registrati allo European
Patent Office per milione di abitanti) evidenzia una forte
disparità tra le regioni italiane: al primo posto si posiziona
l'Emilia Romagna con 128,9 brevetti, seguita dalla Lombardia con
115,3 e dal Friuli Venezia Giulia con 114,1, mentre nelle regioni
meridionali non si raggiungono neppure i 20 brevetti per milione
di abitanti. Rispetto al 2004, però, da noi l'indicatore è in
calo: -5,2%.
Il ricorso a forme di cooperazione nella gestione delle attività
di innovazione ha interessato quasi un quinto delle nostre
imprese, valore più elevato della media nazionale, pari al 13%. I
partner principali delle imprese regionali sono stati i fornitori
e le società di consulenza (scelti, in particolare,
rispettivamente dal 78% e dal 70% delle imprese dell'industria
che hanno definito accordi di cooperazione), seguiti dai clienti
e dalle università. A questi ultimi due partner sono ricorse più
frequentemente le imprese dell'industria di minori dimensioni
(con meno di 20 addetti). La cooperazione con soggetti europei è
stata più frequente tra le grandi imprese dell'industria: 20% dei
casi.
A seguire, i commenti dei consiglieri: Armando Zecchinon (Pd) ha
detto che i dati devono far riflette la VI Commissione su come
intervenire con leggi adeguate quanto a offerta formativa e
universitaria; Roberto Novelli (FI) ha affermato che si deve
lavorare per abbattere la difficoltà che hanno le aziende di
produrre in sinergia, ed è bene sostenere le specializzazioni;
Codega si è chiesto come mai ci siano delle debolezze che
perdurano da sempre, si veda la limitata collaborazione tra
imprese e mondo universitario, la scarsa conoscenza degli
incentivi regionali denunciata dagli imprenditori, il calo
dell'autoimprenditorialità rispetto al passato; Silvana Cremaschi
(Pd) ha puntato il dito sull'offerta universitaria regionale,
ovvero se sia adeguata in rapporto alle esigenze del mondo del
lavoro, e verso il bisogno di apportare innovazione e
competitività a nuovi settori produttivi.
(immagini tv)