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VI Comm: illustrata la "Strategia di specializzazione intelligente"

15.01.2015
15:59
(ACON) Trieste, 15 gen - RCM - In linea con il Progetto europeo Smart Specialisation Strategy (Strategia di specializzazione intelligente - S3) per il supporto alla definizione e attuazione delle politiche regionali di ricerca e innovazione, anche il Friuli Venezia Giulia sta predisponendo la propria programmazione 2014-2020 in tal senso. Per farlo, non si è mancato di coinvolgere l'intera comunità attraverso un questionario da compilare on line, dal 18 novembre 2014 al 12 dicembre 2014, e da cui è nato un documento di analisi dei dati emersi dalla consultazione.

È quanto è emerso dall'incontro tra l'assessore Loredana Panariti e i consiglieri regionali della VI Commissione, presieduta da Franco Codega (Pd), in occasione dell'illustrazione dei contenuti della S3.

Cinque i componenti della Strategia: analisi del contesto regionale per la ricerca e l'innovazione; governance e partenariato; visione di insieme della strategia che identifica le priorità; piano d'azione e quindi gli strumenti e le tempistiche; modalità di monitoraggio e valutazione nell'ottica di una politica che punta al risultato.

Poi ci sono le quattro priorità della S3, tutte finalizzate una all'altra: eccellere nell'ambito del settore della ricerca e sviluppo; innovare e integrare le imprese, innalzare il loro livello tecnologico anche verso bisogni emergenti dalle sfide globali per sostenere la loro competitività; qualificare e orientare l'offerta verso mercati e nicchie promettenti anche attraverso un mercato pubblico esigente e incentivante verso prodotti e servizi declinati sulle tematiche sociali e ambientali; rafforzare il territorio e il tessuto produttivo rispetto ai diversi assetti anche per sostenere l'occupazione, sia in termini di mantenimento del livello occupazionale che di incentivazione a nuova occupazione altamente qualificata.

Il documento doveva essere pronto già lo scorso anno - è stato il commento di Codega -, comunque ciò che ci viene presentato è una stesura ormai quasi definitiva; la conclusione dovrebbe essere per aprile prossimo, pur essendo un lavoro dinamico, aperto, ovvero che sarà possibile implementare sino al 2020.

Si tratta - ha quindi spiegato la Panariti - di un metodo di lavoro definito e coordinato dalla Commissione europea con cui, in tutta l'Ue, le Regioni e gli Stati concentrano i propri sforzi per l'innovazione dei sistemi produttivi e la contestuale valorizzazione del sistema scientifico in un'ottica di reciproca sinergia. In particolare, la S3 promuove l'eccellenza locale e mette a sistema ricerca e innovazione per evitare frammentazioni e sovrapposizioni degli interventi.

Per il Friuli Venezia Giulia, la S3 rappresenta un pilastro cruciale della propria politica di sviluppo - così ancora l'assessore. Principali strumenti attuativi saranno rappresentati dai Programmi operativi regionali (POR), rispettivamente relativi ai Fondi strutturali FESR, FSE e FEASR. È necessario sia imboccato un processo di specializzazione delle imprese regionali verso una più elevata tecnologia, per conseguire un aumento della competitività sui mercati internazionali. La Commissione europea ha voluto un rapporto sinergico tra le strategie intelligenti, ovvero ogni Regione europea ha la propria S3 ma può dialogare con le altre Regioni.

Nel documento della S3 si trovano anche alcuni dati comparativi inerenti la nostra regione dal punto di vista delle imprese che introducono innovazioni di prodotto o di processo. In questo caso, il Friuli Venezia Giulia consegue il miglior risultato giacché le imprese innovatrici rappresentano poco più del 40% del totale, contro una media nazionale del 31,5% e un valore del 36,7% della ripartizione Nord-orientale. Scostamenti significativi si hanno anche rispetto a contesti quali Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Peraltro, il Friuli Venezia Giulia non è solamente caratterizzato dalla più alta quota di imprese che introducono innovazioni di prodotto e/o di processo, ma anche dalla variazione più sostenuta rispetto al 2004; infatti, si registra una differenza di 8,5 punti percentuali, mentre si ha un +0,8 punti a livello di contesto italiano e un +1,6 punti per il Nord-Est.

Se dal lato dell'incidenza delle imprese innovatrici il Friuli Venezia Giulia consegue la più elevata performance, lo stesso non si può dire se si considera la spesa media per addetto destinata all'innovazione nel totale delle imprese. Tale indicatore, nel 2010, si attesta a 4.200 euro, un dato di poco superiore alla media italiana ma distante nei confronti della regione che può vantare il primato con 5.100 euro, vale a dire l'Emilia-Romagna.

L'intensità brevettuale (i brevetti registrati allo European Patent Office per milione di abitanti) evidenzia una forte disparità tra le regioni italiane: al primo posto si posiziona l'Emilia Romagna con 128,9 brevetti, seguita dalla Lombardia con 115,3 e dal Friuli Venezia Giulia con 114,1, mentre nelle regioni meridionali non si raggiungono neppure i 20 brevetti per milione di abitanti. Rispetto al 2004, però, da noi l'indicatore è in calo: -5,2%.

Il ricorso a forme di cooperazione nella gestione delle attività di innovazione ha interessato quasi un quinto delle nostre imprese, valore più elevato della media nazionale, pari al 13%. I partner principali delle imprese regionali sono stati i fornitori e le società di consulenza (scelti, in particolare, rispettivamente dal 78% e dal 70% delle imprese dell'industria che hanno definito accordi di cooperazione), seguiti dai clienti e dalle università. A questi ultimi due partner sono ricorse più frequentemente le imprese dell'industria di minori dimensioni (con meno di 20 addetti). La cooperazione con soggetti europei è stata più frequente tra le grandi imprese dell'industria: 20% dei casi.

A seguire, i commenti dei consiglieri: Armando Zecchinon (Pd) ha detto che i dati devono far riflette la VI Commissione su come intervenire con leggi adeguate quanto a offerta formativa e universitaria; Roberto Novelli (FI) ha affermato che si deve lavorare per abbattere la difficoltà che hanno le aziende di produrre in sinergia, ed è bene sostenere le specializzazioni; Codega si è chiesto come mai ci siano delle debolezze che perdurano da sempre, si veda la limitata collaborazione tra imprese e mondo universitario, la scarsa conoscenza degli incentivi regionali denunciata dagli imprenditori, il calo dell'autoimprenditorialità rispetto al passato; Silvana Cremaschi (Pd) ha puntato il dito sull'offerta universitaria regionale, ovvero se sia adeguata in rapporto alle esigenze del mondo del lavoro, e verso il bisogno di apportare innovazione e competitività a nuovi settori produttivi.

(immagini tv)