News


GM: Piccin, contributi alle Università solo se si mantiene Pordenone

26.02.2015
15:58
(ACON) Trieste, 26 feb - COM/RCM - Vincolare al mantenimento della didattica frontale in tutte le quattro Provincie i contributi regionali alle Università. È questa l'idea che la consigliera regionale del Gruppo misto, Mara Piccin, sottoporrà alla Giunta Serracchiani per salvaguardare la didattica anche a Pordenone.

Non è ammissibile - afferma la Piccin - che, dal prossimo settembre, l'unico territorio regionale con struttura universitaria ma priva di docenti sia il Pordenonese. Anche perché questo non è affatto lo spirito dell'articolo 9 dello Statuto di autonomia, che sancisce che la Regione ha facoltà di concorrere con propri contributi allo sviluppo dell'istruzione universitaria.

Lo Statuto - continua la consigliera pordenonese - ammette i contributi per le Università, ma nell'ambito regionale e non provinciale: perdere la didattica a Pordenone costituirebbe una sperequazione a livello territoriale. Nel 2013, l'Università degli Studi di Trieste ha beneficiato di 59 canali di finanziamento della spesa regionale, per un totale di oltre 4,5 milioni di euro, mentre sono 90 i canali per l'Università degli Studi di Udine, per un complessivo ammontare di oltre 5,2 milioni di euro. Con tutti questi contributi, non si riesce a garantire la didattica a Pordenone. Per operare risparmi si dovrebbe tagliare sulle facoltà-doppione presenti nei due Atenei regionali, non certo cancellare Pordenone.

La consigliera già si aspetta la risposta dalla Giunta: "So già che mi diranno che la Regione non può far nulla in merito alle decisioni didattiche delle Università, in quanto godono di legittima autonomia. È evidente, però, che tutti i rettori che sono passati dalla cattedra alla 'poltrona', sia essa di assessore, di sindaco o presidente di partecipata regionale, possono mettere in atto quella persuasione che tanto gioverebbe alla popolazione: tramite i loro buoni uffici potrebbero far comprendere agli attuali vertici delle Università l'importanza di mantenere la didattica a Pordenone".