CR: pdl Dat e donazione organi, relatori Pustetto e Cremaschi (3)
(ACON) Trieste, 3 mar - RCM - Approvata a larga maggioranza
dalla III Commissione, arriva in Aula la proposta di legge
sull'istituzione del registro regionale per le dichiarazioni
anticipate di trattamento sanitario (Dat) e sulle disposizioni
per favorire la raccolta delle volontà di donazione degli organi
e dei tessuti, presentata dal gruppo di SEL, primo firmatario
Pustetto, con i consiglieri del Pd Bagatin, Cremaschi, Da Giau,
Liva, Martines, Rotelli e Travanut, ma anche con il gruppo M5S,
con Paviotti e Gregoris dei Cittadini, Colautti di NCD, Ziberna e
Novelli di FI, Tondo, Sibau e Santarossa di AR.
Il provvedimento - ha spiegato Pustetto quale relatore di
maggioranza - si propone di rendere facilmente accessibili ai
medici i documenti con i quali una persona esprime la propria
volontà sui trattamenti ai quali desidererebbe essere sottoposta
oppure no, nel caso in cui non fosse più in grado di esprimersi.
Il dibattito sviluppatosi in Commissione - così ancora il
consigliere - ha portato a implementare il testo iniziale con il
deposito della volontà dei cittadini in merito alla donazione di
organi e tessuti. Questa esigenza è stata avvertita perché la
legge 91/1999, che disciplina la donazioni di organi e tessuti,
tuttora è stata attuata solo in modo parziale e frammentario.
Questa pdl non vuole minimamente entrare nel merito delle scelte
che ogni singolo individuo desidera fare in un campo così
delicato - ha ribadito una volta di più Pustetto -, ma si propone
che la raccolta delle Dat sia codificata e omogenea in tutta la
regione. Perciò, volendo utilizzare strumenti e strutture già
presenti su tutto il territorio, ma anche per rendere facilmente
accessibile la volontà del paziente agli aventi diritto, si
prevede che le Dat siano depositate presso le Aziende sanitarie e
conservate nella tessera sanitaria regionale.
Pur considerando che nella Dat ciascuno può scrivere ciò che
vuole, proprio per non urtare nessuna sensibilità è previsto che
il deposito o meno di tali dichiarazioni sia facoltativo.
Nell'articolato, perciò, si legge che la Regione garantisce a
ogni suo cittadino la possibilità di depositare, presso l'Azienda
per l'assistenza sanitaria che provvederà a inserirle nella
apposita Banca dati, la propria Dat e la propria volontà di
donazione di organi e tessuti post mortem. Si prevede la
possibilità di revoca e modifica di tali decisioni, così come si
garantisce la gratuità della registrazione. Si stabiliscono le
modalità di accesso e conservazione della Banca dati, nonché
adeguate misure di informazione e sensibilizzazione dei cittadini
sull'argomento.
Seconda relatrice di maggioranza, Silvana Cremaschi (Pd) è
convinta che un concetto esasperato di cura rischi di portare
all'accanimento terapeutico, alla trasformazione in malati dei
sani. Le degenerazioni possono portare alla "medicina difensiva"
in cui il medico o l'operatore attuano interventi anche non utili
a garantire un miglioramento delle condizioni di salute, ma che
servono a salvaguardare l'operatore da possibili rivendicazioni
da parte del paziente, delle assicurazioni, degli avvocati.
Ecco, dunque, il passaggio da una visione paternalistica a una
visione circolare del percorso di cura - ha spiegato la Cremaschi
-, in cui medico/operatore/paziente/contesto sono una squadra
coinvolta nelle scelte relative alla vita. Gli operatori sanitari
accompagnano la persona fornendo tutte le informazioni utili, ma
senza sostituirsi alla persona stessa nelle scelte relative alle
cure che la riguardano; si prendono cura della persona con la sua
malattia e non della malattia al di là della persona. In questa
ottica nasce il concetto di consenso informato alla cura.
Operatori e servizi, infine, accompagnano la persona nel suo
percorso di vita che comprende anche la morte.
Non bisogna, però, confondere le Dat con l'eutanasia. Il mondo
cattolico - ha aggiunto la consigliera del Pd - appare timoroso
nell'affrontare questo tema per il rischio di autorizzare
sospensioni di cure che possano trasformarsi in forme di
eutanasia passiva e di mancato rispetto della sacralità della
vita. Per chiarire eventuali dubbi riprendo quanto è scritto nel
Catechismo della Chiesa Cattolica, nelle versioni dal 1889 al
1992: "L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose,
straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può
essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento
terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di
non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal
paziente, se ne ha la competenza e la capacità o, altrimenti, da
coloro che ne hanno legittimamente il diritto, rispettando sempre
la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente."
Perciò la proposta di legge n. 55 offre la possibilità, non
l'obbligo, di esprimere le proprie Dat nonché di dichiarare il
consenso alla donazione post mortem di propri organi o tessuti.
Questa opportunità - ha spiegato da ultimo la relatrice -
permette di ottemperare in modo semplice ed efficace a quanto
richiesto dalla legge 91/1999 che afferma che i cittadini,
ricevuta la richiesta di manifestazione delle proprie volontà e
le adeguate informazioni, sono tenuti a dichiarare la propria
libera volontà in ordine alla donazione di organi o di tessuti
del proprio corpo successivamente alla morte.
(immagini tv)
(segue)