SEL: Pustetto su approvazione legge Dat
(ACON) Trieste, 3 mar - COM/AB - La legge sulle Dat approvata
dal Consiglio regionale rende facilmente accessibili ai medici i
documenti con i quali una persona, dotata di piena capacità di
intendere e volere, esprime la sua volontà circa i trattamenti ai
quali desidererebbe o no essere sottoposta nel caso in cui, nel
decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse
più in grado di esprimere il proprio consenso o dissenso
informato.
Ad affermarlo è il consigliere regionale di SEL Stefano Pustetto,
primo firmatario e relatore sul provvedimento, che aggiunge.
Questa legge, inoltre, mette ordine a quanto già avviene in
numerosi Comuni del Friuli Venezia Giulia, tra i quali Udine,
Trieste e Pordenone che da soli rappresentano il 40% della
popolazione regionale, che hanno istituito un registro per le
Dichiarazioni anticipate di trattamento. Analogamente hanno fatto
tantissimi cittadini che si sono invece rivolti al loro notaio di
fiducia perché garantisca e conservi le loro volontà sul tema.
Preso atto di questo fermento, si è deciso di dare omogeneità al
deposito e all'archiviazione delle dichiarazioni individuando
nell'Azienda sanitaria l'ente più idoneo ad espletare tale
attività.
È giusto ricordare come in tutti i sondaggi gli italiani si siano
espressi in maniera inequivoca a favore del Testamento biologico,
tanto che l'associazione "Per Eluana", nella nostra regione, ha
raccolto in breve tempo ben 5.500 firme a favore dell'istituzione
di un registro regionale delle Dat.
Pur non essendoci in Italia una norma giuridica che disciplini il
Testamento biologico, gli articoli 2, 3, 13 e 32 della Carta
costituzionale conferiscono a ogni individuo piena e libera
facoltà di decidere a quali trattamenti sanitari sottoporsi,
dimostrando un diritto all'autodeterminazione quale
specificazione del più ampio diritto alla dignità umana. La
convenzione di Oviedo, inoltre, dice che "un intervento nel campo
della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona
interessata abbia dato un consenso libero e informato". Anche
l'articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea conferma l'essenzialità del consenso informato così come
gli articoli 16, 35 e 38 del Codice di deontologia medica.
Tutti i campi del sapere e della tecnologia hanno registrato
nell'ultimo mezzo secolo un'accelerazione esponenziale delle
conoscenze che non ha precedenti nella storia dell'uomo. Di
concerto, in campo medico, le tecniche rianimatorie associate ad
apparecchiature sempre più sofisticate hanno strappato a morte
certa un gran numero di pazienti. Nel contempo, quando falliscono
hanno generato nuove forma di vita/non vita sconosciute in natura
e il fatto che tecnicamente si possa tenere insieme un complesso
di organi e cellule in una vita artificiale, non significa che lo
si debba fare eticamente.
È questo il terreno, delicato e scivoloso, in cui tutte le
nazioni più avanzate si sono dovute cimentare in legislazioni che
fossero rispettose delle diverse sensibilità, partendo dal
presupposto che solo il soggetto interessato potesse decidere a
quali terapie sottoporsi o quali rifiutare. Ecco che da anni e
per legge, a tutela dei pazienti, ma anche degli operatori, per
una visita o un intervento tutti siamo chiamati a firmare un
consenso informato a dimostrazione che, dopo adeguata
informazione da parte del medico, accettiamo le cure proposte.
Lo Stato, dovendo rappresentare e difendere tutti i sentire dei
suoi concittadini, è e deve essere laico e laicità significa che
nessuna convinzione religiosa o morale viene imposta per legge da
un gruppo di persone, per quanto ampio questo sia, alla totalità
dei cittadini. Questo è l'abc della laicità che quasi tutte le
nazioni europee hanno adottato per legiferare in campo medico.
Il Parlamento italiano, pressoché unico in Europa, con
considerazioni del tutto opposte a quelle sopracitate,
strattonato varie lobby, paralizzato dalla paura di perdere
consensi, è restato muto alla richiesta che saliva dal Paese e
non è riuscito a legiferare in materia.
Questa legge non vuole minimamente entrare nel merito delle
scelte che ogni singolo individuo desidera fare in un campo così
delicato, ma si propone che la raccolta delle Dat sia codificata
e omogenea in tutta la regione. Pur considerando che nella Dat
ciascuno può liberamente scrivere quello che vuole, proprio per
non urtare nessuna sensibilità, è previsto che il deposito o meno
di tali dichiarazioni sia del tutto facoltativo.
Un altro punto di forza della legge approvata è la
semplificazione del deposito della volontà dei cittadini in
merito alla donazione di organi e tessuti; tutto ciò nonostante
in questa nobile e del tutto particolare gara di solidarietà il
FVG già si collochi ai vertici delle regioni italiane per il
numero delle donazioni. Questa esigenza è stata avvertita perché
la legge del 91/1999, che disciplina la donazioni di organi e
tessuti, a tuttora è stata attuata solo in modo parziale e
frammentario.
Spero che l'approvazione di questa legge spinga altre Regioni a
legiferare in merito alle Dat così da consentirci di portare il
tema all'attenzione del Parlamento e sollecitare una legge
nazionale sul tema. A questo proposito SEL è già pronta a
impegnarsi in tutte le altre regioni italiane affinché si possa
avviare l'iter per simili proposte di legge, con l'unico scopo di
rispettare la libertà di scelta in punto di morte delle persone.