News


CR: Fieste Patrie dal Friul, relatori Martines, Ziberna, Violino (1)

04.03.2015
10:28
(ACON) Trieste, 4 mar - RCM - Unico punto all'ordine del giorno, il Consiglio regionale presieduto da Franco Iacop ha ascoltato la relazione di Vincenzo Martines (Pd) sulla legge che va a istituire la "Fieste de patrie dal Friul".

Il tema della valorizzazione delle identità linguistiche e culturali che caratterizzano la nostra realtà regionale - ha così spiegato Martines - di primo acchito suscita ancora sentimenti di diffidenza, dovuti principalmente al timore di riaprire contrapposizioni mai definitivamente risolte. Ritengo, invece, che la prospettiva con cui si debba affrontare tale argomento non sia quella condizionata dai conflitti passati, quanto quella della difficoltà e della responsabilità di traghettare il patrimonio che deriva dalla nostra storia in una dimensione futura. Non dobbiamo, infatti, rendere il termine "differenze" sinonimo di "divisioni".

La nostra stessa potestà legislativa differenziata, la nostra stessa specialità, trova fondamento e si qualifica per la vocazione a far convivere le differenze al fine della realizzazione di una moderna e aperta società multiculturale. L'istituzione della "Fieste de Patrie dal Friul" deve essere considerata quale tassello di un quadro di riferimento, storico prima di tutto, ma che ha avuto riconoscimento anche da parte del legislatore nazionale, che afferma e sviluppa l'esistenza e il ruolo delle minoranze linguistiche nel nostro Paese e quindi anche nella Regione autonoma.

A seguire, anche Rodolfo Ziberna (FI), secondo relatore di maggioranza, ha ribadito la chiusura che suscitano spesso argomenti come l'appartenenza linguistica, etnica o riferita comunque a una specialità rispetto al resto del contesto. Gli scopi della proposta di legge con cui si propone di istituire la festa della Patria del Friuli non sono assolutamente quelli di creare situazioni di privilegio o tutelare e difendere status, bensì portare un arricchimento a tutta la comunità regionale.

Nato a Gorizia, figlio di esuli istriani - ha detto Ziberna -, non appartengo alla comunità linguistica friulana, ma ho chiesto, dopo averla votata con convinzione, di essere relatore di maggioranza di questa pdl per gli scopi, assolutamente condivisibili, che essa si propone. Con questa proposta non si obbliga nulla e nessuno, bensì si vuole offrire una opportunità di conoscenza.

Dobbiamo tenere presente che la Festa della Patria del Friuli già viene celebrata su iniziativa delle Province di Udine, Gorizia e Pordenone. A turnazione, come noto, il 3 aprile di ogni anno ha luogo un momento celebrativo in cui istituzioni pubbliche e private si riuniscono per guardarsi indietro e dalla nostra storia trarre anche insegnamento e giovamento per il futuro.

Da ultimo, Claudio Violino (Misto), già presentatore del provvedimento in V Commissione, ha ripercorso la storia del 3 aprile 1077 quando, a Pavia, l'imperatore Enrico IV donava al Patriarca di Aquileia, Sigeardo, il territorio compreso tra il Timavo e il Livenza, ottenendo il titolo di Duca del Friuli, Marchese d'Istria, costituendo così il Principato della Chiesa di Aquileia, feudo del Sacro Romano Impero. Nasceva il Patrimonium Ecclesiae Aquilejensis. Al di là del fatto in sé, al Patriarca, oltre al potere spirituale già esercitato da molti secoli, veniva conferito anche il potere temporale. L'investitura, e dunque quella data, viene da sempre interpretata come l'inizio della Patria del Friuli.

Il patriarcato - così ancora Violino - costituirà una forma di gestione particolare e autonoma del potere in queste terre poste nel cuore del continente e alla confluenza delle tre maggiori civiltà europee: slava, germanica e latino-mediterranea. Comunità ancor oggi qui rappresentate, e che ora come allora vogliono mantenere la propria identità convivendo in maniera pacifica, confrontandosi per risolvere i problemi quotidiani, ma senza perdere la consapevolezza storica delle proprie peculiarità. Se aggiungiamo poi che è in quel periodo che si consolida la lingua friulana assumendo una consistenza e una diffusione tali da riuscire a sopravvivere anche all'egemonia del veneto prima e dell'italiano poi, riusciamo a capire che il Patriarcato di Aquileia è centrale nella storia Friuli.

Per tutto questo - ha concluso - riteniamo doveroso, utile e di estrema attualità riconoscere e far conoscere il 3 aprile come Fieste de Patrie dal Friul.

(immagini tv)

(segue)