CR: Fieste Patrie dal Friul, relatori Martines, Ziberna, Violino (1)
(ACON) Trieste, 4 mar - RCM - Unico punto all'ordine del
giorno, il Consiglio regionale presieduto da Franco Iacop ha
ascoltato la relazione di Vincenzo Martines (Pd) sulla legge che
va a istituire la "Fieste de patrie dal Friul".
Il tema della valorizzazione delle identità linguistiche e
culturali che caratterizzano la nostra realtà regionale - ha così
spiegato Martines - di primo acchito suscita ancora sentimenti di
diffidenza, dovuti principalmente al timore di riaprire
contrapposizioni mai definitivamente risolte. Ritengo, invece,
che la prospettiva con cui si debba affrontare tale argomento non
sia quella condizionata dai conflitti passati, quanto quella
della difficoltà e della responsabilità di traghettare il
patrimonio che deriva dalla nostra storia in una dimensione
futura. Non dobbiamo, infatti, rendere il termine "differenze"
sinonimo di "divisioni".
La nostra stessa potestà legislativa differenziata, la nostra
stessa specialità, trova fondamento e si qualifica per la
vocazione a far convivere le differenze al fine della
realizzazione di una moderna e aperta società multiculturale.
L'istituzione della "Fieste de Patrie dal Friul" deve essere
considerata quale tassello di un quadro di riferimento, storico
prima di tutto, ma che ha avuto riconoscimento anche da parte del
legislatore nazionale, che afferma e sviluppa l'esistenza e il
ruolo delle minoranze linguistiche nel nostro Paese e quindi
anche nella Regione autonoma.
A seguire, anche Rodolfo Ziberna (FI), secondo relatore di
maggioranza, ha ribadito la chiusura che suscitano spesso
argomenti come l'appartenenza linguistica, etnica o riferita
comunque a una specialità rispetto al resto del contesto. Gli
scopi della proposta di legge con cui si propone di istituire la
festa della Patria del Friuli non sono assolutamente quelli di
creare situazioni di privilegio o tutelare e difendere status,
bensì portare un arricchimento a tutta la comunità regionale.
Nato a Gorizia, figlio di esuli istriani - ha detto Ziberna -,
non appartengo alla comunità linguistica friulana, ma ho chiesto,
dopo averla votata con convinzione, di essere relatore di
maggioranza di questa pdl per gli scopi, assolutamente
condivisibili, che essa si propone. Con questa proposta non si
obbliga nulla e nessuno, bensì si vuole offrire una opportunità
di conoscenza.
Dobbiamo tenere presente che la Festa della Patria del Friuli già
viene celebrata su iniziativa delle Province di Udine, Gorizia e
Pordenone. A turnazione, come noto, il 3 aprile di ogni anno ha
luogo un momento celebrativo in cui istituzioni pubbliche e
private si riuniscono per guardarsi indietro e dalla nostra
storia trarre anche insegnamento e giovamento per il futuro.
Da ultimo, Claudio Violino (Misto), già presentatore del
provvedimento in V Commissione, ha ripercorso la storia del 3
aprile 1077 quando, a Pavia, l'imperatore Enrico IV donava al
Patriarca di Aquileia, Sigeardo, il territorio compreso tra il
Timavo e il Livenza, ottenendo il titolo di Duca del Friuli,
Marchese d'Istria, costituendo così il Principato della Chiesa di
Aquileia, feudo del Sacro Romano Impero. Nasceva il Patrimonium
Ecclesiae Aquilejensis. Al di là del fatto in sé, al Patriarca,
oltre al potere spirituale già esercitato da molti secoli, veniva
conferito anche il potere temporale. L'investitura, e dunque
quella data, viene da sempre interpretata come l'inizio della
Patria del Friuli.
Il patriarcato - così ancora Violino - costituirà una forma di
gestione particolare e autonoma del potere in queste terre poste
nel cuore del continente e alla confluenza delle tre maggiori
civiltà europee: slava, germanica e latino-mediterranea. Comunità
ancor oggi qui rappresentate, e che ora come allora vogliono
mantenere la propria identità convivendo in maniera pacifica,
confrontandosi per risolvere i problemi quotidiani, ma senza
perdere la consapevolezza storica delle proprie peculiarità. Se
aggiungiamo poi che è in quel periodo che si consolida la lingua
friulana assumendo una consistenza e una diffusione tali da
riuscire a sopravvivere anche all'egemonia del veneto prima e
dell'italiano poi, riusciamo a capire che il Patriarcato di
Aquileia è centrale nella storia Friuli.
Per tutto questo - ha concluso - riteniamo doveroso, utile e di
estrema attualità riconoscere e far conoscere il 3 aprile come
Fieste de Patrie dal Friul.
(immagini tv)
(segue)