CR: Fieste Patrie dal Friul, relatore Lauri (2)
(ACON) Trieste, 4 mar - RCM - La pluralità di lingue e culture
nella nostra regione è ormai un vero e proprio bene comune
dell'intera comunità regionale - ha detto all'Aula il relatore
unico di minoranza, Giulio Luari (SEL), in merito alla proposta
di legge sulla Fieste de Patrie dal Friul.
A questo approdo istituzionale e simbolico, e alle leggi di
valorizzazione e tutela delle lingue parlate in queste terre
hanno contribuito con convinzione tutte le culture politiche
rappresentate in questo Consiglio regionale, a cominciare dalla
sinistra - ha ricordato Lauri -, che è stata motore della
maggioranza proprio nella legislatura che ha discusso lo Statuto
e che ha varato il più importante di quei provvedimenti.
Lo rivendichiamo con orgoglio in premessa alla discussione di una
legge, questa, con cui si propone al Consiglio regionale di
istituire una nuova festività di tutta la Regione con la finalità
di 'celebrare l'identità del popolo friulano', che però è
soltanto una - ma non a caso quella numericamente maggioritaria -
delle specificità culturali e linguistiche che abitano il nostro
territorio. Ma va posta una domanda: la stessa lingua e la stessa
storia sono i soli tratti che definiscono l'identità delle genti
che abitano un territorio? E una sola parte di quelle genti può
essere definita come un solo popolo? E nel caso in cui quelle
stesse genti parlino più lingue, può un'istituzione
rappresentativa di tutte quelle genti, come questo Consiglio,
arrogarsi il diritto di definire l'identità di una parte di esse
in un unicum simbolico?
Con questa legge viene proposto al Consiglio, che rappresenta le
genti dell'intera regione e che dovrebbe essere il primo garante
della loro coesione, un atto simbolico di estrema rilevanza, e
cioè l'introduzione nell'ordinamento del Friuli Venezia Giulia
della nozione di 'popolo friulano' e, insieme a questo, la
celebrazione della sua sola identità a partire da una supposta
identicità di lingua - quella friulana - e di storia, in una
parte del territorio regionale, quello ricompreso nei 180 Comuni
individuati dalla legge 15 del 1996.
Come gruppo di Sinistra Ecologia Libertà respingiamo questa pdl.
Non riteniamo, infatti, questa legge emendabile: il giudizio su
di essa non può cambiare sostituendo il termine 'identità' con
'cultura e storia', come è avvenuto in Commissione, o aggiungendo
un riferimento alla legge 482 del 1999, o sollevando
l'Amministrazione regionale dall'obbligo di acquisto di due
bandiere per ogni Comune e ogni amministrazione pubblica o il
presidente del Consiglio regionale dall'obbligo di conferire
borse di studio, con tutte le risorse che queste scelte
assorbirebbero in un momento di grave crisi come quello
attraversato in questo momento dall'intera comunità regionale.
(immagini tv)
(segue)