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CR: Fieste Patrie dal Friul, relatore Lauri (2)

04.03.2015
10:54
(ACON) Trieste, 4 mar - RCM - La pluralità di lingue e culture nella nostra regione è ormai un vero e proprio bene comune dell'intera comunità regionale - ha detto all'Aula il relatore unico di minoranza, Giulio Luari (SEL), in merito alla proposta di legge sulla Fieste de Patrie dal Friul.

A questo approdo istituzionale e simbolico, e alle leggi di valorizzazione e tutela delle lingue parlate in queste terre hanno contribuito con convinzione tutte le culture politiche rappresentate in questo Consiglio regionale, a cominciare dalla sinistra - ha ricordato Lauri -, che è stata motore della maggioranza proprio nella legislatura che ha discusso lo Statuto e che ha varato il più importante di quei provvedimenti.

Lo rivendichiamo con orgoglio in premessa alla discussione di una legge, questa, con cui si propone al Consiglio regionale di istituire una nuova festività di tutta la Regione con la finalità di 'celebrare l'identità del popolo friulano', che però è soltanto una - ma non a caso quella numericamente maggioritaria - delle specificità culturali e linguistiche che abitano il nostro territorio. Ma va posta una domanda: la stessa lingua e la stessa storia sono i soli tratti che definiscono l'identità delle genti che abitano un territorio? E una sola parte di quelle genti può essere definita come un solo popolo? E nel caso in cui quelle stesse genti parlino più lingue, può un'istituzione rappresentativa di tutte quelle genti, come questo Consiglio, arrogarsi il diritto di definire l'identità di una parte di esse in un unicum simbolico?

Con questa legge viene proposto al Consiglio, che rappresenta le genti dell'intera regione e che dovrebbe essere il primo garante della loro coesione, un atto simbolico di estrema rilevanza, e cioè l'introduzione nell'ordinamento del Friuli Venezia Giulia della nozione di 'popolo friulano' e, insieme a questo, la celebrazione della sua sola identità a partire da una supposta identicità di lingua - quella friulana - e di storia, in una parte del territorio regionale, quello ricompreso nei 180 Comuni individuati dalla legge 15 del 1996.

Come gruppo di Sinistra Ecologia Libertà respingiamo questa pdl. Non riteniamo, infatti, questa legge emendabile: il giudizio su di essa non può cambiare sostituendo il termine 'identità' con 'cultura e storia', come è avvenuto in Commissione, o aggiungendo un riferimento alla legge 482 del 1999, o sollevando l'Amministrazione regionale dall'obbligo di acquisto di due bandiere per ogni Comune e ogni amministrazione pubblica o il presidente del Consiglio regionale dall'obbligo di conferire borse di studio, con tutte le risorse che queste scelte assorbirebbero in un momento di grave crisi come quello attraversato in questo momento dall'intera comunità regionale.

(immagini tv)

(segue)