Goriziano e specialità regionale:pres.Iacop a convegno su M.Martina
(ACON) Trieste, 13 apr - AB - Il presidente del Consiglio
regionale del FVG Franco Iacop è intervenuto, nella sala del
Consiglio comunale di Gorizia, al dibattito "Il Goriziano e la
specialità regionale", organizzato nell'ambito del convegno
"Michele Martina: protagonista del Goriziano verso l'Europa".
L'iniziativa è stata promossa dal Centro studi politici,
economici, sociali "sen. Antonio Rizzatti" e dall'Istituto per
gli incontri culturali mitteleuropei di Gorizia, in
collaborazione con Nuova iniziativa Isontina; Forum za Gorisko di
Nova Gorica; Concordia et Pax; Istituto di storia sociale e
religiosa e Associazione culturale Libertà Territorio Solidarietà.
Iacop ha sottolineato il valore dell'assise: "È di grande valenza
storica ricordare Michele Martina - ha affermato - sindaco di
Gorizia negli anni '70, parlamentare a 32 anni e poi senatore,
uno degli artefici e precursori dei rapporti con la ex Jugoslavia
e per il superamento di quel confine che aveva tagliato la città
in due, interrotto strade e ferrovie, portato alla costruzione di
muri e recinzioni per superare i quali uomini e donne che
anelavano all'Italia persero la vita. Oggi non stiamo soltanto
ripercorrendo i tratti di una personalità importante di questa
città e di queste terre, stiamo facendo un atto doveroso per
ricordare gesti, fatti, avvenimenti che hanno segnato un periodo,
che hanno tracciato una strada".
"La Regione Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto - deve molto a
uomini di questa terra, anche in riferimento alla sua specialità:
uomini come Martina, Cian, Calderini, Peri, Cocianni, Macor e
altri (assieme ai triestini Botteri, e Belci e ai friulani
Bressani, Tonutti, Fioret) diedero, infatti, un contributo
decisivo alla nascita della Regione e alla costruzione del suo
Statuto di specialità. Non è un caso, dunque, se nella prima
Assemblea di eletti in Regione figurarono ben 7 consiglieri
espressi dall'Isontino e addirittura tre divennero assessori
regionali, su dodici componenti, della prima Giunta regionale, a
testimonianza di come questo territorio, che aveva portato sulle
proprie spalle più di altri il fardello del dopo guerra, avesse
poi saputo far convivere pacificamente culture, tradizioni,
lingue e superare le contrapposizioni al punto che, anche grazie
a questo, oggi sono diventate patrimonio di tutta la regione.
"Del resto - così ancora Iacop - dove meglio di Gorizia e
dell'Isontino trovavano ragion d'essere i motivi che il
legislatore nazionale riconosceva come elementi di specialità
legati all'essere area di confine, avere forte la presenza di
minoranze, essere area marginale, anche economicamente, anche a
causa delle mutilazioni subite? E non credo sia stato un caso se
proprio a Gorizia si tenne la prima riunione della Giunta
regionale.
"Certo, guardando a ritroso - ha riconosciuto Iacop - la Regione
non ha saputo talvolta cogliere quegli aspetti che avrebbero
potuto valorizzare Gorizia e il suo territorio, da uno specifico
ruolo in campo culturale e essere sede per le politiche
internazionali. A questo proposito Iacop ha evidenziato la
vivacità culturale e la vocazione internazionale citando il
Centro studi sen. Rizzatti, la rivista "Iniziativa Isontina", il
settimanale diocesano "Voce Isontina", l'Istituto per gli
incontri mitteleuropei, l'ISIG e l'Istituto di Storia sociale e
religiosa, la Corale Seghizzi che per prima, nel 1966, ospitò un
coro sloveno, con grande scalpore locale e nazionale, ma anche la
nascita nel 1919, ancora a Gorizia, della Società Filologica
Friulana, intitolata a Graziadio Isaia Ascoli, fondatore nel XIX
secolo degli studi di glottologia in Italia. Senza dimenticare
che nel 1967, a Berlino, il borgomastro Willy Brandt diede la
parola al giovane sindaco di Gorizia Michele Martina nella
Kongresshalle, davanti agli Stati generali d'Europa,
rappresentati da duemila delegati.
"Andando all'oggi - così Iacop - va detto che molte delle
motivazioni che furono alla base della specialità regionale sono
venute meno: il confine non esiste più, anzi, Slovenia e Croazia
sono in Europa al pari nostro; la minoranza slovena ha visto
riconosciuti con leggi dello Stato e della Regione i diritti e le
ambizioni a cui da tempo aspirava; sul piano economico, pur nelle
sue difficoltà attuali, il Friuli Venezia Giulia non è più area
depressa e terra di emigrazione, ma è una delle Regioni collocate
ai vertici dello sviluppo economico, in Italia e in Europa.
"Sono dunque altri, oggi, i connotati per confermare e rafforzare
la specialità della nostra Regione - ha concluso Iacop: su tutti
- accanto ad alcuni elementi storico-culturali - la sua funzione
nel processo di costruzione e consolidamento dell'Europa
attraverso una politica di rapporti internazionali e di
cooperazione internazionale con il Centro e l'Est del Vecchio
Continente, assieme alla sua collocazione baricentrica in Europa,
punto di riferimento per una funzione logistica e
infrastrutturale al suo servizio".