CR: legge difesa suolo e uso acque, relatore maggioranza Boem (3)
(ACON) Trieste, 14 apr - RCM - Si è colta l'opportunità di
riordinare la disciplina in materia di difesa del suolo e di
utilizzo delle acque attraverso un testo unico, che tenda a
innovare la gestione delle aree fluviali, che semplifichi le
procedure per la difesa del suolo e che delinei un quadro di
riferimento normativo chiaro e semplificato in merito
all'utilizzo delle risorse naturali.
Lo ha affermato Vittorino Boem (PD), relatore di maggioranza per
il disegno di legge in materia di difesa del suolo e utilizzo
delle acque al vaglio dell'Aula.
Innanzitutto - ha dunque spiegato Boem - si propone una
classificazione di tutti i corsi d'acqua e delle opere di
regimazione idraulica della regione che tenga conto sia della
loro natura, sia della possibilità di una loro gestione efficace
e ordinaria. Tale gestione viene affidata a tre soggetti
principali, che già ora concorrono (seppur in maniera
disorganica) alla difesa del suolo: la Regione, i Consorzi di
bonifica, i Comuni. Viene, poi, approntato un sistema informativo
finalizzato alla rilevazione di dati in materia di risorse
idriche e monitoraggio del suolo che mette a sistema gli attuali
sistemi informativi e ne amplia la capacità di alimentazione. I
monitoraggi in tempo reale consentiranno alla Protezione civile
di attivarsi celermente per la gestione delle emergenze. Anche
per la gestione dei dissesti franosi, oltre alle situazioni
d'emergenza che continueranno a essere affidate alla Protezione
civile, saranno coinvolti la Regione o i Comuni, in base alla
classificazione del fenomeno stesso.
Per la certezza interpretativa della natura degli interventi, vi
è, all'articolo 3, un lungo elenco di definizioni precisando le
differenze tra le manutenzioni ordinarie, le manutenzioni
straordinarie e gli interventi in emergenza.
Per quanto concerne la regolazione dell'utilizzo delle risorse,
il disegno di legge propone innovazioni e semplificazioni nelle
procedure, in particolare sulle concessioni di derivazione
d'acqua, soprattutto nella fase preliminare di confronto tra le
proposte di derivazione concorrenti, sull'utilizzo di acque
superficiali e sotterranee, sul prelievo del materiale litoide
nei corsi d'acqua (sghiaiamenti) e sul taglio di vegetazione e
legname da alvei, sponde e aree golenali demaniali.
La tutela e il miglioramento della qualità degli acquiferi sono
oggetto di una pianificazione dedicata, corrispondente al Piano
regionale di tutela delle acque, in fieri. È riconosciuta
l'importanza della limitazione temporale delle concessioni di
derivazione d'acqua, anche se si è convenuto di riportare i
limiti massimi della loro durata alle previsioni della normativa
sovraordinata. Si è inoltre deciso di lasciare per l'Aula un
ulteriore approfondimento riguardo la disciplina della
concessione delle grandi derivazioni, che vada nella direzione di
precisarne la temporaneità.
Un altro tema oggetto di confronto in IV Commissione - ha
concluso il suo presidente - è stato il taglio di vegetazione
all'interno di alvei, sponde e aree golenali: l'esplicitazione in
norma di un quadro preciso di riferimento entro il quale sia
consentito l'intervento cerca di sottrarre a interpretazioni
arbitrarie la disciplina del taglio di vegetazione in aree
demaniali fluviali. Nella medesima direzione va la previsione che
introduce la disciplina dei Contratti di fiume: questo strumento
intende dare facoltà alle comunità locali di riappropriarsi di
quei corpi idrici che insistono sui loro territori.
(immagini tv)
(segue)