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CR: legge difesa suolo e uso acque, relatore maggioranza Boem (3)

14.04.2015
11:15
(ACON) Trieste, 14 apr - RCM - Si è colta l'opportunità di riordinare la disciplina in materia di difesa del suolo e di utilizzo delle acque attraverso un testo unico, che tenda a innovare la gestione delle aree fluviali, che semplifichi le procedure per la difesa del suolo e che delinei un quadro di riferimento normativo chiaro e semplificato in merito all'utilizzo delle risorse naturali.

Lo ha affermato Vittorino Boem (PD), relatore di maggioranza per il disegno di legge in materia di difesa del suolo e utilizzo delle acque al vaglio dell'Aula.

Innanzitutto - ha dunque spiegato Boem - si propone una classificazione di tutti i corsi d'acqua e delle opere di regimazione idraulica della regione che tenga conto sia della loro natura, sia della possibilità di una loro gestione efficace e ordinaria. Tale gestione viene affidata a tre soggetti principali, che già ora concorrono (seppur in maniera disorganica) alla difesa del suolo: la Regione, i Consorzi di bonifica, i Comuni. Viene, poi, approntato un sistema informativo finalizzato alla rilevazione di dati in materia di risorse idriche e monitoraggio del suolo che mette a sistema gli attuali sistemi informativi e ne amplia la capacità di alimentazione. I monitoraggi in tempo reale consentiranno alla Protezione civile di attivarsi celermente per la gestione delle emergenze. Anche per la gestione dei dissesti franosi, oltre alle situazioni d'emergenza che continueranno a essere affidate alla Protezione civile, saranno coinvolti la Regione o i Comuni, in base alla classificazione del fenomeno stesso.

Per la certezza interpretativa della natura degli interventi, vi è, all'articolo 3, un lungo elenco di definizioni precisando le differenze tra le manutenzioni ordinarie, le manutenzioni straordinarie e gli interventi in emergenza.

Per quanto concerne la regolazione dell'utilizzo delle risorse, il disegno di legge propone innovazioni e semplificazioni nelle procedure, in particolare sulle concessioni di derivazione d'acqua, soprattutto nella fase preliminare di confronto tra le proposte di derivazione concorrenti, sull'utilizzo di acque superficiali e sotterranee, sul prelievo del materiale litoide nei corsi d'acqua (sghiaiamenti) e sul taglio di vegetazione e legname da alvei, sponde e aree golenali demaniali.

La tutela e il miglioramento della qualità degli acquiferi sono oggetto di una pianificazione dedicata, corrispondente al Piano regionale di tutela delle acque, in fieri. È riconosciuta l'importanza della limitazione temporale delle concessioni di derivazione d'acqua, anche se si è convenuto di riportare i limiti massimi della loro durata alle previsioni della normativa sovraordinata. Si è inoltre deciso di lasciare per l'Aula un ulteriore approfondimento riguardo la disciplina della concessione delle grandi derivazioni, che vada nella direzione di precisarne la temporaneità.

Un altro tema oggetto di confronto in IV Commissione - ha concluso il suo presidente - è stato il taglio di vegetazione all'interno di alvei, sponde e aree golenali: l'esplicitazione in norma di un quadro preciso di riferimento entro il quale sia consentito l'intervento cerca di sottrarre a interpretazioni arbitrarie la disciplina del taglio di vegetazione in aree demaniali fluviali. Nella medesima direzione va la previsione che introduce la disciplina dei Contratti di fiume: questo strumento intende dare facoltà alle comunità locali di riappropriarsi di quei corpi idrici che insistono sui loro territori.

(immagini tv)

(segue)