CR: legge difesa suolo e uso acque, relatore minoranza Revelant (5)
(ACON) Trieste, 14 apr - RCM - "Credo che siamo tutti d'accordo
sulla necessità dell'intervento di riordino istituzionale e
organizzativo del sistema di governance della difesa del suolo e
della sicurezza idraulica", ha detto Roberto Revelant nel suo
discorso da relatore di minoranza del ddl n. 82.
Però - è la critica del consigliere di AR - il provvedimento
tratta in maniera solo marginale la difesa del suolo, ponendo in
secondo piano la geologia, la geomorfologia e la geomeccanica
delle rocce, concentrandosi in prevalenza sulla classificazione
delle acque e sul loro utilizzo. Non è dato il dovuto rilievo
alla prevenzione attraverso una precisa definizione delle
competenze e delle funzioni delegate, comportando una priorità
all'emergenza rispetto alla prevenzione.
La difesa del suolo, per Revelant, non può e non deve basarsi
solo sulla sicurezza idraulica, ma deve essere considerata
attraverso una strategia globale che parta dalla conoscenza del
suolo e delle sue criticità, nonché dal monitoraggio e dalla
classificazione delle aree a rischio per definire regole,
strumenti, programmi e risorse per la definizione di un'efficace
politica di prevenzione applicata alle peculiarità del
territorio. La difesa del suolo deve integrare norme e strumenti
di pianificazione come il Piano regionale di tutela delle acque
(PRTA), il Progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico
dei bacini regionali (PAIR), il Piano di bacino, tutti ancora in
fase di definizione.
Corretta, invece, l'impostazione degli interventi sulla rete
idrografica, dove è fondamentale la manutenzione ordinaria degli
alvei. L'auspicio è che il sistema così riorganizzato migliori il
raccordo tra i soggetti di parte pubblica e privata interessati,
per delegare quanto più possibile la manutenzione dei corsi
d'acqua ai soggetti privati ed evitare interventi pubblici se non
strettamente necessari, e che tale processo di
responsabilizzazione della parte privata non sia ostacolato, come
purtroppo avviene troppo spesso, da logiche estreme di protezione
della flora e della fauna e da un eccessivo richiamo alla
Direttiva "Habitat" 92/43/CEE.
Approfittando della parte dedicata all'utilizzazione delle acque,
il consigliere ha poi fatto dei ragionamenti sul tema delle
derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, a cui - ha reso noto -
è dedicato uno specifico emendamento volto a impegnare la Giunta
regionale a elaborare in 18 mesi un disegno di legge recante la
disciplina delle concessioni di derivazione d'acqua a scopo
idroelettrico. Per Revelant, va considerata la creazione di una
società a prevalente partecipazione regionale, che abbia a
oggetto l'organizzazione dei mezzi tecnici, economici, finanziari
e umani per le attività di ricerca, produzione, trasporto,
distribuzione, dispacciamento e vendita di energia per
raggiungere l'autonomia energetica del Friuli Venezia Giulia
tutelando nel contempo l'ambiente e le risorse idriche.
(immagini tv)
(segue)