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Citt: Paviotti, va migliorata legge incompatibilità e ineleggibilità

29.07.2015
16:52
(ACON) Trieste, 29 lug - COM/AB - Il Tavolo politico sul conflitto di interessi ha visto i Cittadini protagonisti nell'affrontare concretamente il tema, evitando dichiarazioni di principio utili alla comunicazione ma insignificanti da un punto di vista pratico e politico.

"Il nostro Gruppo - ha spiegato il consigliere Pietro Paviotti - ha ribadito la necessità di migliorare da subito la legge regionale 21/2004 in materia di ineleggibilità e incompatibilità, adottando una serie di atti per incrementare la trasparenza dei dati riferiti ai singoli consiglieri in carica".

"Le nostre proposte possono essere riassunte in quattro punti: - allineare la legge regionale 21/2004, in particolare sul piano terminologico, alla normativa nazionale per superare una serie di dubbi interpretativi (chiarendo ad esempio cosa sia un Ente regionale) e per avvalersi di una giurisprudenza consolidata; - modificare il regolamento consiliare per consolidare e rendere più efficace il lavoro di verifica della Giunta elezioni; - facilitare l'accesso alle informazioni riguardanti i consiglieri regionali aggiungendo alcuni dati rilevanti (per esempio le sovvenzioni pubbliche erogate a enti in cui i consiglieri ricoprano cariche) nel sito "Amministrazione trasparente" del Consiglio regionale".

"In aggiunta a queste prime - ha sottolineato Paviotti - abbiamo avanzato e sostenuto con decisione un'altra proposta che, a nostro avviso, andrebbe a completare una riforma che deve puntare a limitare il più possibile il rischio di eventuali condotte scorrette nell'ottica di un'etica della politica oggi più che mai necessaria. Si tratta, in buon sostanza, di ridurre per legge il limite massimo di mandati per ogni consigliere regionale, passando dagli attuali tre a due, cosa che del resto il nostro Movimento civico al suo interno ha già messo in pratica da sempre".

"Il nostro Gruppo ha previsto nella pdl n.40 depositata in Consiglio nel marzo 2014 la riduzione del numero massimo dei mandati: ciò permetterebbe un maggiore ricambio della classe dirigente regionale. Riteniamo che dieci anni siano un periodo sufficiente per espletare il proprio mandato e per attuare il proprio progetto politico. L'esperienza insegna come una permanenza più lunga in un ruolo importante e assorbente come quello del consigliere regionale possa creare assuefazione e ridurre gli stimoli. Il ricambio e il ringiovanimento del personale politico - ha concluso il capogruppo dei Cittadini - è una pratica politica sana, che giova alla sempre necessaria azione riformatrice che il ruolo di consigliere impone".