Citt: Paviotti, va migliorata legge incompatibilità e ineleggibilità
(ACON) Trieste, 29 lug - COM/AB - Il Tavolo politico sul
conflitto di interessi ha visto i Cittadini protagonisti
nell'affrontare concretamente il tema, evitando dichiarazioni di
principio utili alla comunicazione ma insignificanti da un punto
di vista pratico e politico.
"Il nostro Gruppo - ha spiegato il consigliere Pietro Paviotti -
ha ribadito la necessità di migliorare da subito la legge
regionale 21/2004 in materia di ineleggibilità e incompatibilità,
adottando una serie di atti per incrementare la trasparenza dei
dati riferiti ai singoli consiglieri in carica".
"Le nostre proposte possono essere riassunte in quattro punti:
- allineare la legge regionale 21/2004, in particolare sul piano
terminologico, alla normativa nazionale per superare una serie di
dubbi interpretativi (chiarendo ad esempio cosa sia un Ente
regionale) e per avvalersi di una giurisprudenza consolidata;
- modificare il regolamento consiliare per consolidare e rendere
più efficace il lavoro di verifica della Giunta elezioni;
- facilitare l'accesso alle informazioni riguardanti i
consiglieri regionali aggiungendo alcuni dati rilevanti (per
esempio le sovvenzioni pubbliche erogate a enti in cui i
consiglieri ricoprano cariche) nel sito "Amministrazione
trasparente" del Consiglio regionale".
"In aggiunta a queste prime - ha sottolineato Paviotti - abbiamo
avanzato e sostenuto con decisione un'altra proposta che, a
nostro avviso, andrebbe a completare una riforma che deve puntare
a limitare il più possibile il rischio di eventuali condotte
scorrette nell'ottica di un'etica della politica oggi più che mai
necessaria. Si tratta, in buon sostanza, di ridurre per legge il
limite massimo di mandati per ogni consigliere regionale,
passando dagli attuali tre a due, cosa che del resto il nostro
Movimento civico al suo interno ha già messo in pratica da
sempre".
"Il nostro Gruppo ha previsto nella pdl n.40 depositata in
Consiglio nel marzo 2014 la riduzione del numero massimo dei
mandati: ciò permetterebbe un maggiore ricambio della classe
dirigente regionale. Riteniamo che dieci anni siano un periodo
sufficiente per espletare il proprio mandato e per attuare il
proprio progetto politico. L'esperienza insegna come una
permanenza più lunga in un ruolo importante e assorbente come
quello del consigliere regionale possa creare assuefazione e
ridurre gli stimoli. Il ricambio e il ringiovanimento del
personale politico - ha concluso il capogruppo dei Cittadini - è
una pratica politica sana, che giova alla sempre necessaria
azione riformatrice che il ruolo di consigliere impone".