V Comm: illustrazione ddl beni culturali
(ACON) Trieste, 31 ago - RCM/AB - Lavori a ritmo serrato, per
il disegno di legge n. 109 in materia di beni cultural, in V
Commissione consiliare presieduta da Vincenzo Martines (Pd): oggi
è stata sentita l'illustrazione dei contenuti da parte
dell'assessore Gianni Torrenti, subito dopo e per l'intera
giornata le audizioni dei soggetti maggiormente coinvolti.
Mercoledì (2 settembre) si entrerà nel merito dei singoli 48
articoli per la loro approvazione in vista dell'Aula.
Due le fondamentali direttrici del ddl: riforma della
legislazione ormai obsoleta relativa al settore museale e a
quello degli incentivi per la conservazione e la valorizzazione
delle diverse tipologie di beni, mobili e immobili, di valore
storico, artistico e ambientale; riscrittura, peraltro in termini
aggiornati e semplificati, della normativa concernente le
biblioteche e agli archivi storici.
Sono coinvolte da questa generale revisione la legge sulla
valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima
guerra mondiale (LR 11/2013), la disciplina riguardante gli
ecomusei (LR 10/2006) e la legge sulla partecipazione della
nostra Regione all'Istituto regionale per le Ville venete: lo
scopo è fornire un quadro unitario ed esaustivo delle molteplici
azioni regionali dedicate al patrimonio culturale.
Il testo dell'articolato è ripartito in quattro Titoli, a loro
volta suddivisi in Capi. Nel Titolo I è riaffermato il ruolo
svolto, nella programmazione e attuazione degli interventi
promozionali e di sostegno e nella realizzazione di progetti
integrati di sviluppo della cultura, dall'Istituto regionale per
il patrimonio culturale, dall'Azienda speciale Villa Manin e
dalla Fondazione Aquileia.
Il Titolo II contiene il settore dei musei (Capo I), dove è
incoraggiata la cooperazione con le scuole, le Università, gli
altri istituti culturali e il terzo settore, in un misto di
funzione educativa e di capacità attrattive sul piano turistico.
Perno della riforma di questo settore, l'istituzione del "Sistema
museale regionale", del quale si prevede facciano parte tutti i
musei pubblici (eccettuati, ovviamente, quelli statali) e i musei
privati presenti in Friuli Venezia Giulia, che risultino in
possesso di una serie di requisiti funzionali di base, da
definirsi con successivo regolamento. A essa si accompagna la
collaborazione con gli organi statali per costituire il "Sistema
museale integrato", del quale fanno già parte i musei e i luoghi
della cultura compresi nel Polo museale del Friuli Venezia
Giulia.
Secondo elemento fortemente innovativo, l'individuazione,
all'interno del Sistema, di una cerchia più ristretta di "musei e
reti museali a rilevanza regionale". Si tratta di una vera e
propria qualifica, che potrà essere acquisita solo dai musei e
dalle reti che risulteranno in possesso sia di requisiti
funzionali analoghi a quelli necessari per l'inserimento nel
Sistema, ma di grado superiore, sia di ulteriori requisiti
dimensionali e qualitativi. Solo il conseguimento di tale
qualifica consentirà di accedere ai finanziamenti.
Il Capo II del Titolo II riguarda le azioni dedicate alla
conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale
regionale nel suo complesso: beni archeologici, beni
dell'architettura fortificata e dell'archeologia industriale,
dimore e giardini storici, edifici di pregio artistico e
architettonico. Qui si introduce una disciplina unitaria
semplificata.
Nel campo dell'archeologia industriale è introdotta anche una
seconda linea di intervento: la promozione di rilevanti progetti
di investimento per la conservazione, il riuso e l'aumento e
miglioramento della fruizione pubblica di siti di particolare
rilievo e significato nella storia dello sviluppo
economico-sociale della comunità regionale. A tale riguardo si
prevede di utilizzare gli accordi di collaborazione fra pubbliche
amministrazioni.
La linea contributiva già prevista per il sostegno dei programmi
di attività degli enti e associazioni statutariamente preposti
alla valorizzazione turistico-culturale del patrimonio
dell'architettura fortificata è estesa anche al sostegno dei
programmi di attività degli organismi operanti per la
valorizzazione dell'archeologia industriale e delle dimore e dei
giardini storici.
Inoltre, si impegna la Regione a concedere finanziamenti a favore
dei siti Unesco presenti in Friuli Venezia Giulia
Il Capo III del Titolo II è dedicato alle biblioteche e agli
archivi, tuttora disciplinato dalla LR 25/2006 che si intende
razionalizzare. Sono pertanto mantenuti: il riconoscimento del
ruolo fondamentale svolto dai sistemi bibliotecari e delle
biblioteche di interesse regionale per la diffusione della
lettura e della conoscenza, per la promozione della cultura e per
la conservazione e la catalogazione del patrimonio librario e
documentario; le modalità previste dalla citata legge per il
finanziamento dei sistemi e delle biblioteche riconosciute; il
coinvolgimento, nella programmazione di settore, di un organo con
funzioni propositive e consultive in materia (la Conferenza
regionale per i sistemi bibliotecari, ridenominata Conferenza
della rete bibliotecaria regionale); il sostegno ai poli del
Sistema bibliotecario regionale; la possibilità di promuovere e
co-finanziare progetti per la valorizzazione delle raccolte
librarie antiche rare e di pregio mediante accordi di
collaborazione con altre pubbliche amministrazioni, utilizzati
anche per il finanziamento di investimenti nell'ambito
dell'edilizia bibliotecaria, a differenza di quanto previsto
dalla LR 25/2006.
Ma le più significative innovazioni rispetto alla normativa
attuale consistono nell'obbligo, per i sistemi bibliotecari, di
adeguarsi al nuovo assetto delle Unioni territoriali
intercomunali, costituitesi ai sensi della LR 26/2014, nella
semplificazione delle procedure per la costituzione dei sistemi
stessi, nell'assunzione diretta, da parte della Regione, del
servizio di prestito inter-bibliotecario, sinora affidato alle
Province, e nell'attuazione degli interventi di valorizzazione
degli archivi storici ed ecclesiastici sulla base di bandi, da
emanarsi qualora le necessarie risorse vengano stanziate con la
legge finanziaria o di assestamento del bilancio.
Il Titolo III contiene disposizioni di coordinamento e di
attuazione. Tra le prime, il necessario ampliamento degli
elementi del Documento triennale di politica culturale e
dell'Osservatorio regionale della cultura; l'integrazione della
Commissione regionale per la cultura, nella quale si prevede di
inserire anche il direttore del Servizio competente in materia di
beni culturali e alcuni rappresentanti di enti e organismi
operanti nella materia medesima. Tra le seconde, la possibilità
di cumulo dei contributi e le spese ammissibili a
rendicontazione, nonché l'obbligo per l'Amministrazione regionale
di provvedere, nel caso di finanziamenti che si configurino come
di aiuti di Stato, a tutti gli adempimenti richiesti dalla
normativa europea in tale materia.
Infine, il Titolo IV reca le disposizioni transitorie e finali,
necessarie per non interrompere i flussi finanziari oggi attivi e
fissare la decorrenza dell'efficacia della legge, stabilita al
primo gennaio 2016.
Prima di dar corso alle audizioni, le opposizioni - Ziberna (FI)
e Dipiazza (AR) - hanno contestato l'urgenza che viene attribuita
al provvedimento e hanno invitato l'assessore Torrenti e la
Giunta ad affrontare i problemi veramente impellenti, quello dei
profughi richiedenti asilo e delle strutture di accoglienza su
tutti. Avrebbero anche voluto un sopralluogo immediato al Silos
di Trieste per conoscere il numero e le condizioni in cui versano
quelli che lì hanno trovato un luogo dove rifugiarsi, ma la
richiesta non è stata accolta, così Ziberna ha affermato che
sarebbe andato comunque di persona a verificare la situazione.
(immagini tv)