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V Comm: illustrazione ddl beni culturali

31.08.2015
12:28
(ACON) Trieste, 31 ago - RCM/AB - Lavori a ritmo serrato, per il disegno di legge n. 109 in materia di beni cultural, in V Commissione consiliare presieduta da Vincenzo Martines (Pd): oggi è stata sentita l'illustrazione dei contenuti da parte dell'assessore Gianni Torrenti, subito dopo e per l'intera giornata le audizioni dei soggetti maggiormente coinvolti. Mercoledì (2 settembre) si entrerà nel merito dei singoli 48 articoli per la loro approvazione in vista dell'Aula.

Due le fondamentali direttrici del ddl: riforma della legislazione ormai obsoleta relativa al settore museale e a quello degli incentivi per la conservazione e la valorizzazione delle diverse tipologie di beni, mobili e immobili, di valore storico, artistico e ambientale; riscrittura, peraltro in termini aggiornati e semplificati, della normativa concernente le biblioteche e agli archivi storici.

Sono coinvolte da questa generale revisione la legge sulla valorizzazione del patrimonio storico-culturale della Prima guerra mondiale (LR 11/2013), la disciplina riguardante gli ecomusei (LR 10/2006) e la legge sulla partecipazione della nostra Regione all'Istituto regionale per le Ville venete: lo scopo è fornire un quadro unitario ed esaustivo delle molteplici azioni regionali dedicate al patrimonio culturale.

Il testo dell'articolato è ripartito in quattro Titoli, a loro volta suddivisi in Capi. Nel Titolo I è riaffermato il ruolo svolto, nella programmazione e attuazione degli interventi promozionali e di sostegno e nella realizzazione di progetti integrati di sviluppo della cultura, dall'Istituto regionale per il patrimonio culturale, dall'Azienda speciale Villa Manin e dalla Fondazione Aquileia.

Il Titolo II contiene il settore dei musei (Capo I), dove è incoraggiata la cooperazione con le scuole, le Università, gli altri istituti culturali e il terzo settore, in un misto di funzione educativa e di capacità attrattive sul piano turistico. Perno della riforma di questo settore, l'istituzione del "Sistema museale regionale", del quale si prevede facciano parte tutti i musei pubblici (eccettuati, ovviamente, quelli statali) e i musei privati presenti in Friuli Venezia Giulia, che risultino in possesso di una serie di requisiti funzionali di base, da definirsi con successivo regolamento. A essa si accompagna la collaborazione con gli organi statali per costituire il "Sistema museale integrato", del quale fanno già parte i musei e i luoghi della cultura compresi nel Polo museale del Friuli Venezia Giulia.

Secondo elemento fortemente innovativo, l'individuazione, all'interno del Sistema, di una cerchia più ristretta di "musei e reti museali a rilevanza regionale". Si tratta di una vera e propria qualifica, che potrà essere acquisita solo dai musei e dalle reti che risulteranno in possesso sia di requisiti funzionali analoghi a quelli necessari per l'inserimento nel Sistema, ma di grado superiore, sia di ulteriori requisiti dimensionali e qualitativi. Solo il conseguimento di tale qualifica consentirà di accedere ai finanziamenti.

Il Capo II del Titolo II riguarda le azioni dedicate alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale regionale nel suo complesso: beni archeologici, beni dell'architettura fortificata e dell'archeologia industriale, dimore e giardini storici, edifici di pregio artistico e architettonico. Qui si introduce una disciplina unitaria semplificata.

Nel campo dell'archeologia industriale è introdotta anche una seconda linea di intervento: la promozione di rilevanti progetti di investimento per la conservazione, il riuso e l'aumento e miglioramento della fruizione pubblica di siti di particolare rilievo e significato nella storia dello sviluppo economico-sociale della comunità regionale. A tale riguardo si prevede di utilizzare gli accordi di collaborazione fra pubbliche amministrazioni.

La linea contributiva già prevista per il sostegno dei programmi di attività degli enti e associazioni statutariamente preposti alla valorizzazione turistico-culturale del patrimonio dell'architettura fortificata è estesa anche al sostegno dei programmi di attività degli organismi operanti per la valorizzazione dell'archeologia industriale e delle dimore e dei giardini storici.

Inoltre, si impegna la Regione a concedere finanziamenti a favore dei siti Unesco presenti in Friuli Venezia Giulia

Il Capo III del Titolo II è dedicato alle biblioteche e agli archivi, tuttora disciplinato dalla LR 25/2006 che si intende razionalizzare. Sono pertanto mantenuti: il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai sistemi bibliotecari e delle biblioteche di interesse regionale per la diffusione della lettura e della conoscenza, per la promozione della cultura e per la conservazione e la catalogazione del patrimonio librario e documentario; le modalità previste dalla citata legge per il finanziamento dei sistemi e delle biblioteche riconosciute; il coinvolgimento, nella programmazione di settore, di un organo con funzioni propositive e consultive in materia (la Conferenza regionale per i sistemi bibliotecari, ridenominata Conferenza della rete bibliotecaria regionale); il sostegno ai poli del Sistema bibliotecario regionale; la possibilità di promuovere e co-finanziare progetti per la valorizzazione delle raccolte librarie antiche rare e di pregio mediante accordi di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni, utilizzati anche per il finanziamento di investimenti nell'ambito dell'edilizia bibliotecaria, a differenza di quanto previsto dalla LR 25/2006.

Ma le più significative innovazioni rispetto alla normativa attuale consistono nell'obbligo, per i sistemi bibliotecari, di adeguarsi al nuovo assetto delle Unioni territoriali intercomunali, costituitesi ai sensi della LR 26/2014, nella semplificazione delle procedure per la costituzione dei sistemi stessi, nell'assunzione diretta, da parte della Regione, del servizio di prestito inter-bibliotecario, sinora affidato alle Province, e nell'attuazione degli interventi di valorizzazione degli archivi storici ed ecclesiastici sulla base di bandi, da emanarsi qualora le necessarie risorse vengano stanziate con la legge finanziaria o di assestamento del bilancio.

Il Titolo III contiene disposizioni di coordinamento e di attuazione. Tra le prime, il necessario ampliamento degli elementi del Documento triennale di politica culturale e dell'Osservatorio regionale della cultura; l'integrazione della Commissione regionale per la cultura, nella quale si prevede di inserire anche il direttore del Servizio competente in materia di beni culturali e alcuni rappresentanti di enti e organismi operanti nella materia medesima. Tra le seconde, la possibilità di cumulo dei contributi e le spese ammissibili a rendicontazione, nonché l'obbligo per l'Amministrazione regionale di provvedere, nel caso di finanziamenti che si configurino come di aiuti di Stato, a tutti gli adempimenti richiesti dalla normativa europea in tale materia.

Infine, il Titolo IV reca le disposizioni transitorie e finali, necessarie per non interrompere i flussi finanziari oggi attivi e fissare la decorrenza dell'efficacia della legge, stabilita al primo gennaio 2016.

Prima di dar corso alle audizioni, le opposizioni - Ziberna (FI) e Dipiazza (AR) - hanno contestato l'urgenza che viene attribuita al provvedimento e hanno invitato l'assessore Torrenti e la Giunta ad affrontare i problemi veramente impellenti, quello dei profughi richiedenti asilo e delle strutture di accoglienza su tutti. Avrebbero anche voluto un sopralluogo immediato al Silos di Trieste per conoscere il numero e le condizioni in cui versano quelli che lì hanno trovato un luogo dove rifugiarsi, ma la richiesta non è stata accolta, così Ziberna ha affermato che sarebbe andato comunque di persona a verificare la situazione.

(immagini tv)