LN: Zilli, su immigrazione Torrenti evasivo nelle risposte
(ACON) Trieste, 14 set - COM/RCM - Audizione, in VI Commissione
consiliare, per l'assessore Gianni Torrenti, su un tema delicato
come quello dell'immigrazione.
Delle risposte che l'assessore ha dato in seguito ai consiglieri,
non si ritiene soddisfatta Barbara Zilli (LN), che sottolinea
quali sono le zone d'ombra ancora da affrontare e chiede alla
Regione di prendere posizione sul tema.
Puntuali le domande dei consiglieri, evasive le risposte - dice
la Zilli, che sta già preparando un'interrogazione a riguardo -
soprattutto in merito al numero dei richiedenti asilo e alle
domande accolte, nonché riguardo alle iniziative che la Regione
intende adottare per il tanto decantato modello di accoglienza
diffusa.
La nostra Regione non può e non deve accettare supinamente
l'aumento delle quote di immigrati che il Governo nazionale
intende dare entro la fine dell'anno - così ancora l'esponente
del Carroccio -, anzi, si faccia sentire nelle sedi preposte per
scongiurare questo rischio. Vi è una chiara volontà di
sottovalutare il fenomeno. Torrenti non ha spiegato come
convincerà i Comuni all'accoglienza, né in base a quali criteri
verranno suddivisi gli immigrati nei territori.
La tabella che ci è stata data in Commissione - precisa la
consigliera della Lega Nord - non chiarisce quali saranno i
criteri del riparto: si terrà conto delle volontà dei sindaci,
sentinelle e conoscitori delle criticità dei territori, della
disponibilità di strutture parrocchiali e della tipologia delle
aree interessate? Rimane comunque un nodo importante da
sciogliere: quello relativo alla Commissione territoriale di
Gorizia che, pur evadendo circa 15 pratiche di richiesta di asilo
al giorno, è ancora troppo lenta. C'è l'urgente necessità di
trovare una soluzione più rapida.
L'assessore si è dimostrato preoccupato per l'immigrazione
"dequalificata" - conclude la Zilli - che comprende coloro che
poi rimarranno in Italia, e ha suggerito l'ipotesi di realizzare
progetti per impiegare queste persone lavorativamente. Ma non è
meglio che la Regione pensi prima alla formazione professionale
dei nostri giovani e dei nostri disoccupati?