IV Comm: portualità, audizioni con Serracchiani e scali regionali
(ACON) Trieste, 24 set - AB - Una serie di questioni sulla
portualità regionale evidenziate dal capogruppo Ncd Alessandro
Colautti hanno trovato puntuale risposta in IV Commissione del
Consiglio regionale, presieduta da Vittorino Boem (Pd), dalla
presidente della Regione Debora Serracchiani, assieme
all'assessore Mariagrazia Santoro, ma anche da parte del
commissario straordinario dell'Autorità portuale di Trieste Zeno
D'Agostino, dal presidente dell'Azienda speciale per il porto di
Monfalcone Gianluca Madriz e, per Porto Nogaro, dal presidente
del Consorzio Aussa-Corno Giorgio Cudicio.
Authority regionale, concessioni portuali, nuova governance e
nuovo sistema portuale, infrastrutture, intermodalità, traffici,
investimenti europei: sono questi gli argomenti che Colautti ha
chiesto di approfondire e che hanno avuto una prima risposta da
D'Agostino.
Il traffico container del porto di Trieste ha avuto un calo a
dicembre 2014 quantificabile nell'8,7%, ma il dato peggiore si è
registrato a giugno 2015, con un meno 16% sul mese. Il mese dopo,
invece, con oltre 54mila contenitori c'è stato il record storico
per lo scalo Giuliano e a settembre il trend positivo sta
proseguendo. Ma ciò che a D'Agostino sta più a cuore non sono i
semplici numeri, ma i fatti: se è vero che il traffico container
vale mezzo milione di TEU, è altrettanto vero che c'è un altro
mezzo milione di semirimorchi del traffico turco che, se
potessero essere convertiti in TEU, farebbero del porto di
Trieste il primo scalo dell'Adriatico.
"Questa conversione non è formalmente fattibile - ha osservato
D'Agostino - ma è importante dal punto di vista strategico perché
i due dati aggregati fanno un numero superiore al milione".
Va inoltre considerato un altro dato fondamentale, ossia il
numero lavorato di contenitori pieni e vuoti: se a Trieste su
354.000 contenitori movimentati quelli vuoti sono solo 61.000, a
Venezia su 300.000 sono oltre un terzo, 120.000. Preferisco
lavorare sui pieni che sui numeri, ha chiosato D'Agostino.
Il porto di Monfalcone, ha poi sottolineato il presidente Madriz
- conferma la sua volontà di fare sistema e di voler lavorare in
rete. Lo scalo ha passato un momento molto difficile, ma ha
mantenuto la sua produttività, così oggi si registra una netta
ripresa. Agosto ha fatto registrare un più 12,5%, legato ai tre
filoni principali di traffico: merci in colli (cellulosa),
rinfuse solide (prodotti siderurgici), Ro-Ro (automobili). Per il
definitivo salto di qualità - ha concluso Madriz - va completato
quanto prima l'escavo del canale. Il punto sull'iter del piano
regolatore del porto è stato quindi fatto dall'assessore Santoro,
che ha anticipato come esso sia in dirittura d'arrivo.
Porto Nogaro - ha reso quindi noto il presidente Cudicio - nel
2014 è sceso per la prima volta sotto il milione di tonnellate
lavorate, contro una media di 1,25 milioni. Oggi abbiamo ancora
fondali di 6 metri, ma con il completamento dei dragaggi
raggiungeremo i 7,5 metri e potremo così far attraccare alle
banchine navi da nove, diecimila tonnellate.
Un approfondimento soprattutto giuridico è giunto dalla
presidente Serracchiani, che ha ripercorso le tappe della riforma
della portualità a livello nazionale, abbozzata dal ministro Lupi
e che ha poi preso corpo con il ministro Delrio. La volontà è di
intervenire sui temi delicati della governance degli scali
marittimi (la riduzione delle 24 autorità portuali dovrebbe
portarle a 14), ma si stanno studiando anche le migliori
soluzioni per questioni come la disciplina dei dragaggi, che sarà
contenuta nell'allegato ambiente, i servizi nautici, le
competenze.
Il primo nodo sciolto riguarda le priorità: quelle italiane
coincideranno con quelle europee. Nulla di eclatante, potrà
pensare qualcuno, invece la questione è dirimente perché avere
obiettivi comuni è fondamentale per uno sviluppo armonico di
questo settore. Dopo la riforma degli aeroporti, che
oggettivamente aveva la priorità, la riforma dei porti è stata il
secondo step.
La presidente Serracchiani ha quindi affermato che uno degli
obiettivi è di valorizzare al meglio quel che già esiste, ossia
porti, servizi ferroviari, aeroportuali, interporti. E creare le
condizioni giuridiche per una sinergia molto forte tra i nostri
tre porti. Quanto agli interventi dell'Unione europea - ha
concluso - i progetti sono diversi e siamo messi abbastanza bene,
nel senso che hanno superato la fase di filtro della Commissione.
Sono seguiti gli interventi dei consiglieri.
Riccardo Riccardi (FI) ha parlato di Authority regionale, ma
soprattutto ha invitato tutti a riflettere su Trieste Città
metropolitana, perché questo status non le darebbe la competenza
sul porto, rendendo inutile questa operazione e retrocedendo il
territorio a una semplice UTI.
Pietro Paviotti (Citt) ha auspicato il rilancio dell'Interporto
di Cervignano, struttura strategica oggi sotto utilizzata, mente
Giulio Lauri (Sel) ha chiesto se vi sarà mai una collaborazione
tra i porti di Trieste e Capodistria.
Roberto Dipiazza (AR) ha invitato a spostare gli obiettivi di
concorrenza che mettono oggi nel mirino Amburgo e Rotterdam e
pensare a una migliore sinergia tra i porti vicini. Trieste, ha
ricordato a quanti non lo sapessero, ha una galleria ferroviaria
sotterranea che collega Campo Marzio a Barcola, bypassando
l'intera città. Cerchiamo almeno - ha affermato - di far
funzionare quello che abbiamo: già questo non sarebbe poco.
Andamento dei flussi, intermodalità, piano regolatore del porto
di Monfalcone nell'intervento conclusivo di Andrea Ussai (M5S).
(foto, immagini tv)