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IV Comm: portualità, audizioni con Serracchiani e scali regionali

24.09.2015
17:59
(ACON) Trieste, 24 set - AB - Una serie di questioni sulla portualità regionale evidenziate dal capogruppo Ncd Alessandro Colautti hanno trovato puntuale risposta in IV Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Vittorino Boem (Pd), dalla presidente della Regione Debora Serracchiani, assieme all'assessore Mariagrazia Santoro, ma anche da parte del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Trieste Zeno D'Agostino, dal presidente dell'Azienda speciale per il porto di Monfalcone Gianluca Madriz e, per Porto Nogaro, dal presidente del Consorzio Aussa-Corno Giorgio Cudicio.

Authority regionale, concessioni portuali, nuova governance e nuovo sistema portuale, infrastrutture, intermodalità, traffici, investimenti europei: sono questi gli argomenti che Colautti ha chiesto di approfondire e che hanno avuto una prima risposta da D'Agostino.

Il traffico container del porto di Trieste ha avuto un calo a dicembre 2014 quantificabile nell'8,7%, ma il dato peggiore si è registrato a giugno 2015, con un meno 16% sul mese. Il mese dopo, invece, con oltre 54mila contenitori c'è stato il record storico per lo scalo Giuliano e a settembre il trend positivo sta proseguendo. Ma ciò che a D'Agostino sta più a cuore non sono i semplici numeri, ma i fatti: se è vero che il traffico container vale mezzo milione di TEU, è altrettanto vero che c'è un altro mezzo milione di semirimorchi del traffico turco che, se potessero essere convertiti in TEU, farebbero del porto di Trieste il primo scalo dell'Adriatico.

"Questa conversione non è formalmente fattibile - ha osservato D'Agostino - ma è importante dal punto di vista strategico perché i due dati aggregati fanno un numero superiore al milione".

Va inoltre considerato un altro dato fondamentale, ossia il numero lavorato di contenitori pieni e vuoti: se a Trieste su 354.000 contenitori movimentati quelli vuoti sono solo 61.000, a Venezia su 300.000 sono oltre un terzo, 120.000. Preferisco lavorare sui pieni che sui numeri, ha chiosato D'Agostino.

Il porto di Monfalcone, ha poi sottolineato il presidente Madriz - conferma la sua volontà di fare sistema e di voler lavorare in rete. Lo scalo ha passato un momento molto difficile, ma ha mantenuto la sua produttività, così oggi si registra una netta ripresa. Agosto ha fatto registrare un più 12,5%, legato ai tre filoni principali di traffico: merci in colli (cellulosa), rinfuse solide (prodotti siderurgici), Ro-Ro (automobili). Per il definitivo salto di qualità - ha concluso Madriz - va completato quanto prima l'escavo del canale. Il punto sull'iter del piano regolatore del porto è stato quindi fatto dall'assessore Santoro, che ha anticipato come esso sia in dirittura d'arrivo.

Porto Nogaro - ha reso quindi noto il presidente Cudicio - nel 2014 è sceso per la prima volta sotto il milione di tonnellate lavorate, contro una media di 1,25 milioni. Oggi abbiamo ancora fondali di 6 metri, ma con il completamento dei dragaggi raggiungeremo i 7,5 metri e potremo così far attraccare alle banchine navi da nove, diecimila tonnellate.

Un approfondimento soprattutto giuridico è giunto dalla presidente Serracchiani, che ha ripercorso le tappe della riforma della portualità a livello nazionale, abbozzata dal ministro Lupi e che ha poi preso corpo con il ministro Delrio. La volontà è di intervenire sui temi delicati della governance degli scali marittimi (la riduzione delle 24 autorità portuali dovrebbe portarle a 14), ma si stanno studiando anche le migliori soluzioni per questioni come la disciplina dei dragaggi, che sarà contenuta nell'allegato ambiente, i servizi nautici, le competenze.

Il primo nodo sciolto riguarda le priorità: quelle italiane coincideranno con quelle europee. Nulla di eclatante, potrà pensare qualcuno, invece la questione è dirimente perché avere obiettivi comuni è fondamentale per uno sviluppo armonico di questo settore. Dopo la riforma degli aeroporti, che oggettivamente aveva la priorità, la riforma dei porti è stata il secondo step.

La presidente Serracchiani ha quindi affermato che uno degli obiettivi è di valorizzare al meglio quel che già esiste, ossia porti, servizi ferroviari, aeroportuali, interporti. E creare le condizioni giuridiche per una sinergia molto forte tra i nostri tre porti. Quanto agli interventi dell'Unione europea - ha concluso - i progetti sono diversi e siamo messi abbastanza bene, nel senso che hanno superato la fase di filtro della Commissione.

Sono seguiti gli interventi dei consiglieri.

Riccardo Riccardi (FI) ha parlato di Authority regionale, ma soprattutto ha invitato tutti a riflettere su Trieste Città metropolitana, perché questo status non le darebbe la competenza sul porto, rendendo inutile questa operazione e retrocedendo il territorio a una semplice UTI.

Pietro Paviotti (Citt) ha auspicato il rilancio dell'Interporto di Cervignano, struttura strategica oggi sotto utilizzata, mente Giulio Lauri (Sel) ha chiesto se vi sarà mai una collaborazione tra i porti di Trieste e Capodistria.

Roberto Dipiazza (AR) ha invitato a spostare gli obiettivi di concorrenza che mettono oggi nel mirino Amburgo e Rotterdam e pensare a una migliore sinergia tra i porti vicini. Trieste, ha ricordato a quanti non lo sapessero, ha una galleria ferroviaria sotterranea che collega Campo Marzio a Barcola, bypassando l'intera città. Cerchiamo almeno - ha affermato - di far funzionare quello che abbiamo: già questo non sarebbe poco.

Andamento dei flussi, intermodalità, piano regolatore del porto di Monfalcone nell'intervento conclusivo di Andrea Ussai (M5S).

(foto, immagini tv)