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CR: sicurezza lavori in quota e rischio cadute, i due relatori (4)

01.10.2015
12:06
(ACON) Trieste, 1 ott - RCM - Diego Moretti del Pd e Roberto Novelli di FI sono i due relatori - entrambi di maggioranza - della proposta di legge per la sicurezza dei lavori in quota e per la prevenzione degli infortuni conseguenti alle cadute dall'alto.

Gli infortuni legati alla caduta dall'alto - hanno spiegato all'Aula - rappresentano una delle principali cause d'infortunio grave o mortale. In Friuli Venezia Giulia, tale tipologia d'infortunio è al primo posto tra gli eventi disabilitanti: il 24% dei casi di infortunio sono causati da "scivolamento o inciampamento con caduta dall'alto". Inoltre, le cadute dall'alto rappresentano la prima causa di morte sul lavoro, se si escludono gli incidenti stradali, pari al 49% degli infortuni mortali.

Il problema riguarda l'accesso in quota, il transito e il lavoro sulla copertura. Questa tipologia di infortuni interessa non solo le fasi legate alla costruzione dell'edificio, ma anche tutte le attività di manutenzione. Questa pdl - hanno assicurato i due relatori - intende allineare la nostra Regione ai migliori standard di sicurezza circa la prevenzione delle cadute dall'alto nei lavori sulle coperture, già presente in altre Regioni italiane (Veneto, Toscana, Liguria). Non si vuole appesantire ulteriormente un sistema burocratico già complesso, quanto dare certezza circa gli adempimenti in materia e gli apprestamenti da adottare nei lavori sulle coperture, oltre a contribuire alla realizzazione di un patrimonio edilizio di qualità.

Se già nella fase di costruzione, di manutenzione straordinaria o nell'apposizione di pannelli solari, sono installati idonei sistemi di prevenzione contro le cadute dall'alto (linee vita, ganci di sicurezza) le future opere di manutenzione e installazione impiantistica risulteranno più sicure, contenendo i rischi (e quindi gli infortuni) e i costi.

Vi è inoltre da considerare - ha aggiunto Moretti - anche l'aspetto economico che detti interventi ingenerano: se da un lato vi sono costi diretti immediati per i committenti (che nel caso di semplici ganci di sicurezza si possono aggirare sulle centinaia di euro) e che, come detto, si traducono in ogni caso in minori spese future (si pensi soltanto alla necessità dell'allestimento di un ponteggio per "ripassare" un manto di copertura), dall'altra questi interventi ingenerano un nuovo mercato e nuove professionalità di qualità.

Non di minore importanza la questione della responsabilità che già oggi grava sui committenti (privato cittadino o impresa) e che investe sia l'ambito penale, essendo oggetto della tutela la salute, sia quello civile. Spesso il committente privato è ignaro di queste incombenze e le scopre amaramente nel caso di un evento infortunistico. La proposta di legge porta un contributo positivo in tal senso: da un lato indica le misure da adottare e ne assicura la presenza anche per le future manutenzioni, dall'altro richiama l'attenzione e aumenta la consapevolezza circa le incombenze a carico dei committenti.

Per evitare che la norma si traduca in meri adempimenti burocratici, o peggio non venga adeguatamente applicata - ha concluso Moretti -, è necessario allestire azioni per aumentare la cultura della sicurezza. Per questo è indispensabile accompagnare la sua applicazione con attività di formazione/informazione/assistenza verso tutti i soggetti coinvolti. I dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie hanno per mandato istituzionale il compito dell'educazione alla salute e sicurezza: hanno sostenuto convintamente questa proposta di legge, ora vanno investiti dalla responsabilità di renderla efficace. Non di meno, vanno coinvolte le associazioni di categoria e delle rappresentanze dei lavoratori.

La normativa proposta - ha poi rimarcato Novelli - nasce dall'esigenza di integrare con maggior chiarezza i contenuti del titolo IV del decreto legislativo 81/2008, soprattutto in riferimento alla necessità di una maggior responsabilizzazione dei committenti in materia di sicurezza sul lavoro. Lo sforzo comune a tutti i gruppi consiliari che hanno sostenuto l'iniziativa e hanno offerto il loro contributo in Commissione, è stato di evitare di produrre una normativa che fosse soltanto l'ennesimo appesantimento burocratico, l'ennesima carta da produrre destinata a finire in un cassetto. L'intento comune si è concentrato nel voler produrre una norma che supportasse in maniera efficace e concreta tutti i soggetti interessati nell'apprestare un sistema di reale prevenzione e protezione dai rischi già citati.

Novelli ha quindi ricordato che il dibattito in Commissione si è concentrato anche sul problema decisivo dei costi che il provvedimento poteva comportare sia per il committente privato, sia per le imprese. Trovare il giusto equilibrio fra costi e benefici, tutela della sicurezza e sostegno al comparto dell'edilizia, ma anche fra forma e sostanza su temi al tempo stesso così tecnici e così delicati è stato l'obbiettivo che si è cercato di raggiungere. Infine, estrema importanza è stata data al tema della formazione.

L'assessore Maria Sandra Telesca ha ringraziato i consiglieri per il lavoro fatto perchè - ha detto - questo ci permette di essere al passo con le norme più recenti e con le Regioni che sono già intervenute in materia. Qui è definita una volta per tutte la possibilità di usare i ricavi delle sanzioni per progetti in ambito di formazione e prevenzione nel campo degli infortuni sul lavoro.

L'Aula è poi entrata nel merito dei singoli articoli.

(immagini tv)

(segue)