CR: sicurezza lavori in quota e rischio cadute, i due relatori (4)
(ACON) Trieste, 1 ott - RCM - Diego Moretti del Pd e Roberto
Novelli di FI sono i due relatori - entrambi di maggioranza -
della proposta di legge per la sicurezza dei lavori in quota e
per la prevenzione degli infortuni conseguenti alle cadute
dall'alto.
Gli infortuni legati alla caduta dall'alto - hanno spiegato
all'Aula - rappresentano una delle principali cause d'infortunio
grave o mortale. In Friuli Venezia Giulia, tale tipologia
d'infortunio è al primo posto tra gli eventi disabilitanti: il
24% dei casi di infortunio sono causati da "scivolamento o
inciampamento con caduta dall'alto". Inoltre, le cadute dall'alto
rappresentano la prima causa di morte sul lavoro, se si escludono
gli incidenti stradali, pari al 49% degli infortuni mortali.
Il problema riguarda l'accesso in quota, il transito e il lavoro
sulla copertura. Questa tipologia di infortuni interessa non solo
le fasi legate alla costruzione dell'edificio, ma anche tutte le
attività di manutenzione. Questa pdl - hanno assicurato i due
relatori - intende allineare la nostra Regione ai migliori
standard di sicurezza circa la prevenzione delle cadute dall'alto
nei lavori sulle coperture, già presente in altre Regioni
italiane (Veneto, Toscana, Liguria). Non si vuole appesantire
ulteriormente un sistema burocratico già complesso, quanto dare
certezza circa gli adempimenti in materia e gli apprestamenti da
adottare nei lavori sulle coperture, oltre a contribuire alla
realizzazione di un patrimonio edilizio di qualità.
Se già nella fase di costruzione, di manutenzione straordinaria o
nell'apposizione di pannelli solari, sono installati idonei
sistemi di prevenzione contro le cadute dall'alto (linee vita,
ganci di sicurezza) le future opere di manutenzione e
installazione impiantistica risulteranno più sicure, contenendo i
rischi (e quindi gli infortuni) e i costi.
Vi è inoltre da considerare - ha aggiunto Moretti - anche
l'aspetto economico che detti interventi ingenerano: se da un
lato vi sono costi diretti immediati per i committenti (che nel
caso di semplici ganci di sicurezza si possono aggirare sulle
centinaia di euro) e che, come detto, si traducono in ogni caso
in minori spese future (si pensi soltanto alla necessità
dell'allestimento di un ponteggio per "ripassare" un manto di
copertura), dall'altra questi interventi ingenerano un nuovo
mercato e nuove professionalità di qualità.
Non di minore importanza la questione della responsabilità che
già oggi grava sui committenti (privato cittadino o impresa) e
che investe sia l'ambito penale, essendo oggetto della tutela la
salute, sia quello civile. Spesso il committente privato è ignaro
di queste incombenze e le scopre amaramente nel caso di un evento
infortunistico. La proposta di legge porta un contributo positivo
in tal senso: da un lato indica le misure da adottare e ne
assicura la presenza anche per le future manutenzioni, dall'altro
richiama l'attenzione e aumenta la consapevolezza circa le
incombenze a carico dei committenti.
Per evitare che la norma si traduca in meri adempimenti
burocratici, o peggio non venga adeguatamente applicata - ha
concluso Moretti -, è necessario allestire azioni per aumentare
la cultura della sicurezza. Per questo è indispensabile
accompagnare la sua applicazione con attività di
formazione/informazione/assistenza verso tutti i soggetti
coinvolti. I dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie
hanno per mandato istituzionale il compito dell'educazione alla
salute e sicurezza: hanno sostenuto convintamente questa proposta
di legge, ora vanno investiti dalla responsabilità di renderla
efficace. Non di meno, vanno coinvolte le associazioni di
categoria e delle rappresentanze dei lavoratori.
La normativa proposta - ha poi rimarcato Novelli - nasce
dall'esigenza di integrare con maggior chiarezza i contenuti del
titolo IV del decreto legislativo 81/2008, soprattutto in
riferimento alla necessità di una maggior responsabilizzazione
dei committenti in materia di sicurezza sul lavoro. Lo sforzo
comune a tutti i gruppi consiliari che hanno sostenuto
l'iniziativa e hanno offerto il loro contributo in Commissione, è
stato di evitare di produrre una normativa che fosse soltanto
l'ennesimo appesantimento burocratico, l'ennesima carta da
produrre destinata a finire in un cassetto. L'intento comune si è
concentrato nel voler produrre una norma che supportasse in
maniera efficace e concreta tutti i soggetti interessati
nell'apprestare un sistema di reale prevenzione e protezione dai
rischi già citati.
Novelli ha quindi ricordato che il dibattito in Commissione si è
concentrato anche sul problema decisivo dei costi che il
provvedimento poteva comportare sia per il committente privato,
sia per le imprese. Trovare il giusto equilibrio fra costi e
benefici, tutela della sicurezza e sostegno al comparto
dell'edilizia, ma anche fra forma e sostanza su temi al tempo
stesso così tecnici e così delicati è stato l'obbiettivo che si è
cercato di raggiungere. Infine, estrema importanza è stata data
al tema della formazione.
L'assessore Maria Sandra Telesca ha ringraziato i consiglieri per
il lavoro fatto perchè - ha detto - questo ci permette di essere
al passo con le norme più recenti e con le Regioni che sono già
intervenute in materia. Qui è definita una volta per tutte la
possibilità di usare i ricavi delle sanzioni per progetti in
ambito di formazione e prevenzione nel campo degli infortuni sul
lavoro.
L'Aula è poi entrata nel merito dei singoli articoli.
(immagini tv)
(segue)